martedì 4 dicembre 2018





Siamo stati giovani…

Stamani ho incontrato il mio amico Benito. Anche lui, come me, era nato prima delle famose leggi razziali di Mussolini e, pur essendo stato battezzato col nome del Duce, era cresciuto in una famiglia comunista! A me era andata leggermente meglio  perché mi misero il nome Carlo (che vuol dire “uomo libero”), ed anch’io fui presto un giovane comunista. Con Benito ho fatto le classi elementari, poi prendemmo strade diverse, io entrai  alla Larderello SpA e lui fu assunto come spazzino del comune. Era intelligente e in futuro fu un Vigile Urbano, benvoluto da tutti. S’innamorò presto di una bella ragazzina del paese, credo che  lui avesse 17 anni e la ragazza 13. Fino ad allora eravamo stati amici di avventura.  Eravamo entrambi di modestissima appartenenza sociale, ma lui vantava qualche parentela cittadina, possedeva un paio di guantoni da boxer e, quando andavamo  al torrente Pavone a fare il bagno nel Pozzo delle Pecore, indossava un moderno slip, mentre gli altri ragazzi erano nudi! Quello di fare il bagno in Pavone (il mare non l’avevamo ancora visto!) era diventato un rituale: la stagione fluviale veniva inaugurata  il giorno della fiera di giugno, il 10 del mese, se non ricordo male. Allora giù per il viottolo dal paese al torrente, un paio di chilometri, c’era un gran movimento. Si potevano seguire due o tre tracciati, a seconda di dove erano alberi con frutta matura, ma i pozzi erano sempre quelli, della Ripresa, dei Cavalli e delle Pecore, quest’ultimo era il più grande e profondo. Aveva in più una roccia sul pelo dell’acqua dalla quale potevamo tuffarci nella “buchina”. Il punto più profondo, ed in più, al di sopra, scorreva la gora dell’acqua della corta del Mulino, ed era possibile, per i più grandi e coraggiosi, fare il tuffo  dal ceppo di un albero tagliato a pari livello con l’argine della gora. Io questo tuffo non l’ho mai fatto!  Sulla sponda destra c’era un bel riporto di ghiaia e sabbia, dove ci stendevamo nudi a prendere il sole. Insomma, un paradiso!  Ho una fotografia che ci ritrae, Luciano di Masino, Benito e me. Lui con lo slip e noi nudi, no, per la foto ci eravamo messi a mo’ di slip una bella foglia di farfalo! Caro Benito, che gioia rivederti  ogni tanto e poter parlare di quegli anni lontani! Quando ti venne a mancare la tua amata, credevo che anche tu  ci avresti lasciato, tante malattie, interventi chirurgici e poi, poco a poco, una semiinfermita…ma la tua forte fibra e l’amore dei tuoi amici e familiari piano piano ti hanno rimesso in pista…adesso con un deambulatore, ma la tua memoria è rimasta viva e così  la tua capacità di raccontare…di sorridere e farci sorridere.  Non è poco, caro amico!

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