Enélide
Benucci.
Da Salvadore Benucci (detto
"Dore" o "il Brogio"), fabbro ferraio e poi operaio
meccanico alla ditta De Larderel e musicante, e da Angiolina Cascinelli,
nasce nel gennaio del 1884,
secondogenita di quattro figli, Enélide,
comunemente conosciuta cone Enelida o "Nélida". Dore e Angiolina,
entrambi nati nel'aprile del 1859, hanno 35 anni. Gli altri figli sono:
Artidoro, 1880; Italia, 1886 e Paolino, 1891.
Nel 1901 Enelida parte da Castelnuovo,
come altre sue coetanee, per recarsi "a servizio" presso una famiglia
facoltosa. Dati gli stretti vincoli affettivi esistenti nell'ambito familiare,
per permettere ad una ragazza adolescente di lasciare per mesi, se non addirittura
per anni, i propri genitori e parenti e il proprio paesello, le condizioni
economiche del tempo dovevano essere molto misere. Così, in un mattino sereno
d'autunno, Enelida e Salvadore, montati a cassetta di un barroccio di un certo
Gennai che trasportava il sal borace da Castelnuovo a Saline di Volterra,
partono dal borgo natio per andare incontro all'ignoto. Hanno infatti in tasca
una richiesta di lavoro come cameriera-guardarobiera da parte di una
"principessa russa", sposa di un principe Borghese che viveva nella
sua villa di Isola del Garda. Da Saline a Verona in treno! Chissà quali
pensieri turbinavano nella mente dei due al vedere così tanti, nuovi, mutevoli
e lontani paesaggi di cui prima di allora avevano ignorato l'esistenza! E le
stazioni delle città e le città stesse intraviste fugacemente, immense rispetto
al piccolo borgo di Castelnuovo praticamente immutato da secoli! A Verona
finisce il viaggio in treno e Salvadore, dopo aver visto partire la figlia su
una diligenza diretta a Gardone, riprende un treno verso sud: a casa lo
attendono il lavoro, la moglie e gli altri tre figli senza il cui pur modesto
salario non avrebbero potuto campare. A Salò una barca attendeva Enelida, la
giovane e graziosa "servetta" toscana, dalla parlata così vivace e sonora
e dai biondi e lunghi capelli, per condurla all'Isola dove sarebbe rimasta per
circa due anni. Poi il ritorno, con la dote, con i vestiti dismessi di qualche
nobile dama, gli aranci e i limoni colti nel giardino e un orologio d'oro. E,
in più, i ricordi magici di una esperienza - quasi una fiaba - che l'avrebbero
accompagnata per tutta la vita, se appena due anni prima di morire novantenne –
ancora me ne avrebbe raccontato qualcuno accompagnandolo a frasi in una lingua
straniera, il russo. Al paese conosce Dario, operaio e musicante, si vedono
alla Messa, ai concerti ed ai balli della Filarmonica e, soprattutto, alle
operette nelle quali lei canta. Si sposano e nel 1906 nasce il primo figlio,
Gino. Ma la vita è dura e come tanti altri castelnuovini, Dario è costretto ad emigrare
in America per cercar fortuna nelle miniere di carbone della Pennsylvania, ma
ritornerà povero. Infatti teme più volte per la propria vita, rimasto indenne
nel crollo di una galleria, poi assalito dai banditi sul treno che lo portava a
suonare ad un concerto in una cittadina del bacino carbonifero, infine,
derubato dei pochi risparmi dalla "mano nera",una banda della mafia siciliana, con i soldi di una
colletta tra i compagni di lavoro rientra a Castelnuovo dopo quasi cinque anni
di assenza e rivede la giovane sposa e il figlio che appena aveva visto
nascere. Nel 1915 nasce il secondo figlio, Renzo, mio padre. Una vita laboriosa
ed onesta; un grande amore per la famiglia; il secondo lavoro di calzolaio,
specialmente ad "opre" dai contadini di Solaio, Anqua e Fosini e una
smisurata passione per la musica da parte di tutti: i figli suonano il
mandolino, il sassofono, il clarino, il quartino, la fisarmonica e Dario è un
vero virtuoso, benché miope, conosce a memoria tutti gli spartiti delle marce e
delle sinfonie e suona perfettamente. Anche Enelida ha una bella voce. Il
fascismo non li perseguita, perchè pur di idee vagamente socialiste
"stanno al loro posto", poi per Dario, nel 1946, all'età di 67 anni,
la pensione e la liquidazione, con la quale Enelida comprerà due paia di
lenzuola bianche! I figli si sono sposati e hanno messo su casa, ci sono i
nipoti. Dario muore giovane, nel 1948; Enelida vive serenamente insieme al
figlio Renzo ed al nipote Carlo, fino al 1974, quando si spenge senza soffrire,
alla bella età di 90 anni.
Nessun commento:
Posta un commento