PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI - CAP.
69.
e’ stata
costituita l’Unità Nazionale Geotermica![1]
Il 5 dicembre 1979 il Consiglio di
Amministrazione dell’Enel ha finalmente approvato la costituzione dell’Unità
Nazionale Geotermica e il giorno seguente il Capo del Compartimento, ing. Remo
Scappini, ha illustrato alle organizzazioni sindacali i contenuti del documento
(che ci sarà consegnato entro questa settimana), mentre è stato convocato per
il giorno 19 dicembre, a Firenze, un ulteriore incontro, al quale sarà presente
anche l’ing. Paris, responsabile della Direzione Studi e Ricerche, per un
approfondimento di tutti i temi riguardanti la geotermia.
La costante pressione esercitata dalle
organizzazioni sindacali e la mobilitazione dei lavoratori hanno ottenuto un
risultato positivo riuscendo a sbloccare una stasi che rischiava di
compromettere seriamente non solo le soluzioni degli importanti problemi emersi
negli ultimi anni nella nostra fabbrica, ma addirittura lo sviluppo stesso
dell’espansione produttiva, elettrica e per usi diversificati, attraverso lo
sfruttamento della geotermia.
Si tratta adesso, al di là delle
formule organizzative, che andranno pure adeguatamente studiate e valutate da
parte di tutti i lavoratori, di rimboccarsi le maniche e mettersi seriamente al
lavoro. Ciò deve valere in primo luogo per il gruppo dirigente che non può
mascherare le proprie inefficienze e mancanza di volontà e responsabilità
dietro l’alibi della “vertenza geotermia”. Per i lavoratori ciò vale
minimamente perché si deve a loro se nella lunga crisi aperta da un reale vuoto
di poteri, le cose a Larderello sono andate avanti. A loro ed a quel personale
tecnico ed amministrativo che ha dimostrato di voler ancora bene al proprio
lavoro e consente oggi di guardare con positività alla fase di sviluppo
nazionale che la geotermia sta attraversando.
Noi pensiamo, e lo abbiamo ripetuto
tante volte, che per la geotermia, per i nostri comprensori, per la produzione
di energia elettrica e per l’incremento di occupazione, ci sia un grande
avvenire. Per questo non contano tanto le formule organizzative quanto le
volontà politiche, gli investimenti, la professionalità manageriale, i rapporti
democratici con i lavoratori e le loro organizzazioni.
Certo, noi non possiamo garantire a
nessuno che con le attuali decisioni dell’Enel tutto ciò si realizzerà. Come
non avremmo potuto garantire a nessuno
un futuro migliore se le decisioni fossero state diverse.
La situazione politica generale è, come
ogni lavoratore conosce, molto deteriorata. Manca un quadro organico di
direzione e l’Italia pare avviarsi a una crisi drammatica se non cadranno le
arroganti preclusioni poste dalla Democrazia Cristiana per la costituzione di
un Governo di Unità Nazionale. Gli Enti pubblici sono stati per troppo tempo
organismi del sottogoverno e della spartizione del potere di vertice e ciò ha
pesato enormemente sulla qualità gestionale. L’Enel non è indenne da ciò e se
non si affermeranno nel suo gruppo dirigente uomini di chiara matrice
democratica ed essenzialmente validi da un punto di vista professionale,
nessuno potrà garantire quel ruolo di sviluppo e di progresso che il Paese ci
chiede.
Per quanto riguarda la geotermia
valgono le stesse regole. Se la costituzione dell’Unità Nazionale Geotermica (Ung)
sarà l’ennesima manovra trasformista e clientelare di accaparramento del potere
e delle poltrone, se la qualità non prevarrà sulla lottizzazione politica, se
aumenteranno i doppioni, i conflitti, gli sprechi e le ruberie, se il personale
operaio sarà lasciato allo sbando e non si opereranno le improcrastinabili
ristrutturazioni con il riconoscimento dei livelli di professionalità
acquisiti, vorrà dire che avremo perduto una grande, forse irripetibile
occasione. Non solo utile per noi, ma per il Paese intero.
Non ci vogliamo innanzi tempo schierare
tra i profeti di sventura e nemmeno tra gli entusiasti di quanto l’Enel ha
fatto. Nemmeno vogliamo crearci alibi precostituiti per sfuggire la realtà dei
problemi. Non siamo catastrofici: con la lotta siamo andati avanti (ed ora si
tratta di proseguire per consolidare i successi) ed alla lotta non rinunceremo.
Ma che sia una lotta positiva e decisa insieme ai lavoratori, per interessi di
fondo, per l’apertura al futuro ed allo sviluppo e non per mantenere
esclusivamente tutto immutato. Mantenere
l’esistente, adagiarsi nella pigrizia gestionale, gestire qualche piccolo
ritaglio di potere personale, significherebbe la definitiva emarginazione della
geotermia. Con questo spirito andremo agli appuntamenti dei prossimi giorni ed
al confronto e dibattito con le altre organizzazioni sindacali e con tutti i
lavoratori.
[1] In due numeri di “Ifcl”,
n. 3 marzo 1980 e numero “speciale 4 febbraio 1982” saranno pubblicati
tutti i documenti relativi all’Unità Nazionale Geotermica ed al Settore
Produzione e Trasmissione/Gruppo Impianti Geotermoelettrici.
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