PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 70. PARTE II.
Un anno di attività del nostro sindacato Fnle-Cgil di Larderello.
(31 dicembre 1979).
SITUAZIONE
E ANDAMENTO VERTENZE DI FABBBRICA
Geotermia, ricerca, perforazione, usi
plurimi.
Per la geotermia il 1979 è stato un anno nel quale si
è ulteriormente affermata, sia nella mentalità dell’Enel, che nei propositi
programmatici della politica energetica governativa e parlamentare, il grande
ruolo che questa energia pulita, naturale e soprattutto nazionale, può giocare
nel futuro dei nostri fabbisogni energetici, sia sotto forma di elettricità che
di calore. E’ stato anche un anno di ritardi: la legge sulla geotermia,
prevista da una delibera del Cipe nel dicembre 1977, non è ancora stata varata;
i progetti sugli usi diversificati del vapore a basso contenuto termico
marciano a rilento; l’Enel non ha ancora dato pratica attuazione alla
costituzione della struttura necessaria a gestire il “Programma geotermico”;
purtuttavia sembra a noi di poter affermare che la geotermia è ormai entrata in
una nuova era e che la crisi del petrolio come fonte primaria di produzione
energetica rende irreversibile anche il seppur lento processo di sviluppo in
campo nazionale di questa nostra risorsa. L’ampio spazio che viene dedicato da
varie parti alla geotermia è testimone dei nostri convincimenti. Solo se
guardiamo l’Enel di oggi e lo confrontiamo con quello dei primi anni ’70,
quando imperava l’era del petrolio e la geotermia era considerata come “un taxi
giallo in un parco di taxi bianchi” e come un dannoso concorrente per chi dal
petrolio traeva notevoli profitti; quando si rischiò l’abbandono delle ricerche
nell’Area di Travale, sventato solo con la mobilitazione delle popolazioni;
quando il fenomeno geotermico veniva considerato come una “pentola”
circoscritta a Larderello; quando è stato tentato il dimezzamento degli
organici, impedito solo da dure lotte dei lavoratori; quando assistevamo ad un lento
ma preoccupante decremento della produzione di energia geotermoelettrica,
possiamo misurare i cambiamenti positivi che anche grazie a noi sono stati
raggiunti. Le forze politiche italiane, che hanno diretto e governato le scelte
di politica energetica del nostro paese, sono state costrette a rivedere
l’impostazione che avevano dato nel passato sul “tutto petrolio”, e a questo
punto si è accentuata l’azione del movimento sindacale e delle popolazioni
della zona nell’indirizzo di una rivalutazione dell’energia geotermica, di una
organizzazione dell’attività ad essa connessa, e di una estensione dello studio
e della ricerca su tutto il territorio nazionale.
Finalmente, dopo numerose sollecitazioni, contatti a
livello nazionale, regionale e locale (a cui noi abbiamo sempre partecipato) e
dopo numerosi rinvii che hanno costretto noi, insieme alle altre oo.ss. e al Cud
di Larderello a dichiarare uno sciopero che era previsto per il 5-6 dicembre
1979; l’Enel si è deciso a illustrarci il Progetto definitivo di costituzione
dell’Unità NazionaleI Geotermica (Ung). Questo progetto, approvato dal
Consiglio di Amministrazione dell’Enel il 5 dicembre 1979, ci è stato
illustrato a Firenze il 19 dicembre us. Nell’occasione ci sono stati chiariti
alcuni dubbi ed altri li potremo chiarire quando entreremo nel merito dei
problemi direttamente con i responsabili dell’Ung (Prof. Civis Palmerini,
Direttore; Ing. Anselmo Giovannoni, Vicedirettore). Il giorno 3 gennaio 1980 il
prof. Palmerini, l’ing. Giovannoni e l’ing. Berni – vicedirettore del
Compartimento Enel di Firenze – hanno avuto un primo contatto con le oo.ss. di
Larderello). Un giudizio definitivo su tutta la questione spetta comunque a
tutti i lavoratori che consulteremo quanto prima. Per il momento, a noi sembra
di non poter condividere il giudizio di chi, come la Flaei-Cisl, respinge tutto
in blocco soltanto perché la struttura non è quella proposta dalle oo.ss..
Anche a noi ciò sembra un limite, ma non possiamo rischiare di rinviare
ulteriormente il decollo del programma geotermico e la realizzazione di tutti
quei punti contenuti nel progetto che giudichiamo molto positivi: come la
ristrutturazione, in senso più produttivo, delle Officine per il mantenimento
occupazionale, il carattere nazionale dell’attività geotermica con l’intreccio
di rapporti più stretti tra i vari Enti di ricerca e di Governo territoriale,
la costruzione a Larderello di un Centro Dimostrativo Promozionale per l’uso
diversificato delle acque calde e del vapore a bassa entalpia con prestazioni di
consulenza tecnica ai terzi interessati all’utilizzazione plurima di questa
risorsa. A noi sembrano grandi conquiste per il movimento sindacale e per tutte
le popolazioni della Zona e sta anche a noi e alla nostra capacità di lotta a
non lasciar cadere l’occasione della loro concreta realizzazione.
Siamo consapevoli che l’Enel è stato quasi costretto a
rivalutare la geotermia, oltre che dalle nostre pressioni, soprattutto da una
serie di fattori internazionali che lo hanno indotto in questi ultimi mesi, sotto
la costante minaccia del black-out, ad una disperata ricerca di fonti
energetiche alternative e integrative al petrolio. Permane tuttavia il rischio
di rimanere ancora schiacciati dall’energia nucleare se si cambiassero le scelte
dissennate del tutto petrolio con “il tutto nucleare”. Siamo altresì
consapevoli che all’interno dell’Enel ci sono e ci saranno fattori come:
interessi personali, giochi di potere, paura del nuovo, che ostacoleranno o per
lo meno rallenteranno, l’attuazione degli obiettivi previsti. Per questa serie
di considerazioni noi pensiamo che occorra quanto prima realizzare le cose
positive che abbiamo da anni richiesto e solo ora ottenuto (almeno sulla
carta…). E per questo, più che sulle promesse dell’Enel, noi confidiamo sulla
capacità della nostra Fabbrica e di tutta la Zona.
Usi plurimi.
Non è utopistico affermare che per il futuro la
geotermia sarà sempre più utilizzata a coprire i fabbisogni che richiedono un
basso contenuto calorico. Ciò perché i risultati della ricerca in campo
nazionale hanno evidenziato che mentre sarà difficile, anche se auspicabile, il
reperimento di altri giacimenti della capacità di quelli di Larderello,
Travale, Amiata, è molto più facile il reperimento di acque calde e vapore a
bassa entalpia. Questo porta alla considerazione che, mentre da un lato non si
debbono trascurare tutte le possibilità di utilizzare il vapore per la
produzione di energia elettrica, dall’altro non si deve neanche permettere che
tutte le calorie contenute nei piccoli ritrovamenti rimangano inutilizzate,
quando potrebbero essere sfruttate variamente per scopi termici per i quali si
fa attualmente uso di energia elettrica o di petrolio. Non siamo ancora giunti
in Italia ad una piena consapevolezza su questi temi, in quanto iniziative
concrete trovano ostacoli di vario tipo (come, ad esempio, il progetto per 50
Ha di serre sull’Amiata riscaldate con il vapore di scarico della centrale di
Piancastagnaio), e che una inidonea legislazione non contribuisce a superare.
Tuttavia anche in tali settori si nota un crescente
interesse se si guarda allo spazio dedicato a questi temi dal recente Convegno
sulla geotermia organizzato da Cgil-Cisl-Uil della Toscana e dalla recente
Conferenza sull’energia organizzata dalla Regione Toscana.
Facendo sempre un bilancio del 1979 si può dire di
aver visto anche iniziative pratiche nelle nostre zone, anche se, per il
momento, non produttive: i dieci/tredici miliardi di investimento previsti per
il “Travale 21” con prospettiva di circa 200 posti di lavoro nella zona di Radicondoli;
il mezzo miliardo circa che la Regioni Toscana ha stanziato per la costruzione
di impianti serricoli e di sperimentazione al pozzo “Bulera 1”, che dovrebbero
poi essere gestiti da una Cooperativa di giovani appositamente costituita, dopo
aver seguito un corso di serricoltura organizzato dalla Comunità Montana e
dalla Provincia di Pisa (mentre altri 15 giovani stanno svolgendo un analogo
corso); iniziative di studio per il riscaldamento abitativo sono in corso da
parte del Comune di Castelnuovo di Valdicecina. A tutte le proposte indirizzate
a questo scopo, abbiamo dato e daremo il nostro contributo, ma crediamo che
grossi stimoli possano venire da un fattivo e specifico contributo tecnico che
attualmente esiste solo all’interno dell’Enel, per questo diamo un grande
rilievo al Centro di Sperimentazione che l’Enel stesso dovrà costituire a
Larderello ed alla consulenza che potrà fornire a tutti coloro che ne abbiano
bisogno.
Sulle “perforazioni”.
Questa attività è in espansione e ricoprirà un ruolo
preminente nei prossimi anni, sia per l’allargamento dell’area esplorativa sia
per i sondaggi verso nuovi livelli di profondità. Il programma quinquennale che
l’Enel mise a punto nel 1977, ampiamente aggiornato dalla relazione del Prof. Paris
(Direzione Enel) e dell’ing. Pacchiertotti (Direzione AGIP), nell’importante
Convegno di Siena che si è svolto il 27 e 28 giugno 1979, è molto vasto e
prevede attività esplorative Enel-Agip, alcune delle quali già in corso da
tempo (Alfina, Latera, Monti Cimini, Cesano, Monti Sabatini, Colli Albani, Lago
Patria, Ottaviano) ed altre da individuare nella fascia tirrenica centro
meridionale e nelle Isole, nonché attività esplorativa sperimentale e
manutentiva nei bacini tradizionali. Le attività nei bacini tradizionali vanno
dall’esplorazione delle aree marginali di Larderello, Travale, Amiata, alle
attività di perforazione profonda, come quella già in atto da mesi al “Sasso
22” in collaborazione con la Cee, che sarà estesa anche ai campi di Travale e
Amiata; alla manutenzione dei campi, con ripuliture e riattivazione di fori e
con rialimentazione degli stessi tramite reiniezione di acque reflue. Certo, il
programma è vasto e il futuro della geotermia è strettamente legato ai successi
e alle capacità di questo Reparto: ma anche se quest’anno ci sono stati dei
risultati positivi, come l’esplosione del soffione “Piancastagnaio 26” da 50
tn/h. e del “Radicondoli 15” da 100 tn/h., ci sono verificate carenze molto
preoccupanti dal punto di vista organizzativo e tecnologico che sono venute
alla luce un poco ovunque, a Latera, a Bagnore, ma soprattutto al “Sasso 22”,
dove si sono sommati una serie di incidenti tecnici che hanno vanificato mesi
di lavoro. E’ per questo che insieme alle altre oo.ss. di Larderello, al Cud ed
ai lavoratori interessati abbiamo messo a punto una specifica vertenza sulle “perforazioni”,
in cui si chiede una ricomposizione degli organici e una più funzionale
organizzazione del lavoro sui cantieri con una maggiore cura dell’ambiente
esterno e di lavoro e del recupero professionale, tramite l’aggiornamento, che
si rende necessario, sia per il ringiovanimento degli organici avvenuto negli
ultimi tempi, sia per un adeguamento alle nuove tecnologie che saranno
necessariamente adottate in futuro in questa branca di attività. Questa
vertenza assume un significato molto importante in quanto dimostra la piena
coscienza dei lavoratori dei limiti esistenti e della volontà di superarli,
unica garanzia questa, per un effettivo sviluppo quantitativo e qualitativo del
settore. Diciamo unica garanzia perché altrettanta non ce l’ha fornita l’Enel
quando, come ha fatto alcuni mesi fa, ha manifestato la tendenza ad appaltare
alcuni impianti di perforazione, tendenza rientrata solo in seguito alla ferma
presa di posizione nostra e delle altre oo.ss. di Larderello.
Centrali geotermoelettriche.
Il 1979 è stato, complessivamente, un anno di sviluppo
anche per le centrali geotermoelettriche. E’ entrata in servizio la nuova
centrale da 30 Mw di Radicondoli, nonostante lo scandaloso ritardo burocratico
dell’autorizzazione governativa da noi ripetutamente denunciato: abbiamo
inviato lettere e telegrammi di protesta per un interessamento al Governo, alla
Regione, agli Enti Locali, alle forze politiche, abbiamo anche avuto un
incontro, si nostra richiesta, sempre unitariamente, con il Prefetto di Siena,
che si è fatto portavoce delle nostre istanze presso il Ministro
dell’Industria. Sono iniziate o proseguite le costruzioni di altre quattro
centrali (S.Martino da 15 Mw, Lagoni Rossi 3 da 8 Mw, Molinetto 2 da 8 Mw e
Leccia da 8 Mw.); sono terminati i lavori di automazione della centrale di
Castelnuovo, sono iniziati i lavori di automazione in altre centrali; sono
stati effettuati alcuni, ancora molto insufficienti, rinnovamenti tecnologici.
Nei programmi dell’Enel è previsto il raddoppio circa della attuale produzione
elettrica nei prossimi 10-13 anni, da compiersi sia attraverso la messa in
servizio di nuove centrali, sia attraverso una coltivazione dei bacini
tradizionali tramite reiniezione e manutenzione, sia con la riduzione del
consumo specifico degli impianti già in servizio tramite rinnovamento
tecnologico.
I programmi dell’Enel prevedono anche un graduale
orientamento verso l’automazione generale e il telecomando delle centrali
geotermiche, come già avviene per la maggior parte di quelle idriche. Questo
problema ha destato e desta molte apprensioni tra i lavoratori e le popolazioni
delle zone interessate specie già particolarmente disagiate, poiché vedono
limitare le loro opportunità occupazionali presso gli impianti di produzione.
Noi abbiamo espresso una posizione molto chiara su questo problema dicendo all’Enel
che non ci opponiamo pregiudizialmente ai miglioramenti tecnologici e alle
maggiori economie di gestione, in quanto
saremmo anche in contraddizione con la linea più generale del sindacato stesso,
però l’Enel non deve trascurare e anzi deve cercare di far fronte alle
ripercussioni negative che si possono avere dal lato occupazionale. A questo
scopo abbiamo chiesto, insieme alle altre oo.ss. e Cud, di dare alle centrali
telecomandate (esempio: Radicondoli) una autonomia nella gestione della
manutenzione, prevedendo cioè un organico sufficiente a coprire un numero di
ore pari a quelle necessarie per la manutenzione di tutte le macchine della
centrale interessata, con l’impegno, naturalmente, da parte del personale, di
interscambiarsi con il personale delle altre centrali nei casi di manutenzioni
programmate in qualsiasi impianto del Gruppo. L’Enel non ha dimostrato molta
disponibilità in merito alle nostre richieste; anzi, nel corso degli incontri
avuti con la direzione del Spt e del Servizio Termoelettrico, abbiamo
riscontrato nell’Ente molta improvvisazione nel formulare i programmi di
automazione e telecomando, la mancanza di una visione più generale e
lungimirante del problema e l’incapacità di trovare adeguate soluzioni alle
ripercussioni sul personale delle innovazioni previste. A questo scopo abbiamo
richiesto all’Enel, unitariamente, di affrontare in una apposita vertenza i
problemi del Gig nel loro complesso: telecomandi, automazione, organici,
aggiornamento professionale, reinserimento dei turnisti nella manutenzione,
sesta squadra, manutenzioni, uffici di Gruppo, rapporto con le Officine Ung,
ambiente di lavoro ecc. ecc. In merito a questa richiesta abbiamo ottenuto la
disponibilità ad affrontare l’insieme dei problemi già dai primi giorni del
1980, ed a tale scopo contiamo, per la messa a punto di questa importante
vertenza, sul fattivo contributo dei lavoratori.
Officine.
Le officine di Larderello, come struttura organizzata
interna all’Enel in campo manutentivo, sono praticamente rimaste le uniche nel
territorio nazionale. L’Enel ha infatti ridimensionato tutte le altre similari
strutture, perché non riusciva a renderle competitive ed economicamente valide
dei confronti delle realtà esterne, orientandosi quindi sempre di più verso la
concessione in appalto di tutte quelle attività che non fossero strettamente
attinenti con l’esercizio di produzione e distribuzione di energia elettrica. A
Larderello, invece, queste officine, che occupano oltre 500 lavoratori nei vari
rami della meccanica, elettromeccanica, carpenteria metallica, edilizia,
falegnameria, sono riuscite a sopravvivere nonostante le varie e più volte
denunciate precarietà ambientali, di spazio e organizzative. Difettano nella
programmazione, nell’organizzazione del lavoro, vi sono scarsamente valorizzate
le capacità tecnico-manuali (basta vedere il numero di dipendenti che dalle
officine si riversano sui concorsi esterni ad esse – sempre all’interno dell’Enel
– per posti anche meno qualificati, solo perché vi intravedono una maggiore
possibilità di carriera); nonostante ciò le esperienze che in esse si sono
maturate con tanti anni di attività hanno consentito che talune prestazioni
riscuotessero un buon apprezzamento, sia sotto il profilo della qualità del
lavoro sia dal punto di vista dei tempi di esecuzione (confrontati con le
onerose lungaggini e talvolta pessime qualità dei lavori svolti da talune Ditte
esterne), da parte di Unità committenti interne ed esterne a quelle
geotermiche.
E’ stato infatti raggiunto, su alcune lavorazioni,
specialmente meccaniche ed elettromeccaniche, un grado di competitività e di
economicità produttiva tale da incoraggiare l’Enel ad orientarsi verso una
maggiore valorizzazione ed un potenziamento delle Officine, ed in evidente contrasto con una tendenza
nazionale che, al contrario, indurrebbe ad un graduale ridimensionamento fino,
probabilmente, ad uno smantellamento quasi totale. Tale fatto ci dimostra,
ancora una volta, che come oo.ss. e lavoratori del “geotermico” avevamo visto
giusto quando richiedevamo con forza un potenziamento delle nostre attività
manutentive e di nuove costruzioni.
A noi, questo, sembra un fatto di straordinario
valore, specialmente se lo osserviamo attraverso la realtà di Fabbrica, in cui,
con sempre maggiore proiezione verso più vaste aree nazionali della ricerca e
della perforazione e con la tendenza ad una stasi occupazionale nelle centrali
dovuta alle innovazioni tecnologiche, le Officine ci offrono al momento,
l’unica vera garanzia di occupazione, la cui entità dipenderà quasi
esclusivamente dalla capacità dell’Enel e dei lavoratori di svincolarsi il più
possibile dall’assistenzialismo (che già tanto grava sui bilanci dello Stato
italiano), e di ristrutturare queste attività in senso produttivo ed
economicistico, a cui deve essere subordinato ogni allargamento di organico.
Riteniamo perciò di dover condividere l’intenzione dell’Enel di operare
indagini in tutte le centrali compartimentali al fine di concentrare su
Larderello le commissioni di tutti quei lavori di alta specializzazione
difficilmente reperibili sul mercato, o reperibili a costi enormi e con tempi
indipendenti dall’urgenza dei lavori medesimi. Condividiamo anche la intenzione
di costituire un preciso regolamento che stabilisca tra i lavori
commissionabili, quelli che dovranno avere diritto di precedenza su altri
nell’esecuzione. Come Fnle-Cgil siamo favorevoli a queste iniziative, perché
sono sempre state il cavallo di battaglia di tutto il movimento sindacale,
anche se una iniziativa sulle officine deve essere totale contemplando tutta
una serie di iniziative che vanno articolate, fin dalla programmazione, alla
eliminazione degli appalti o almeno attività che per capacità ed economicità
potremmo fare in proprio.
Non ci sembra però che le officine debbano essere
riconvertite completamente, come pare trapelare dal documento Enel del dicembre
scorso, in quanto molte attività che in esse già attualmente si svolgono non
debbono essere cambiate, ma meglio organizzate, potenziate e rese funzionali e
più rispondenti in primo luogo alle necessità delle realtà che operano nella
geotermia, garantendo quindi una più adeguata assistenza alle centrali ed alle
perforazioni. Si dovranno cessare, casomai, lavori di serie altamente
improduttivi, in quanto reperibili a costi molto minori sul mercato, come la
produzione di bulloni, viti, bronzine, spine ed altri piccoli componenti il cui
approvvigionamento dovrà però essere garantito attraverso una migliore gestione
dei Magazzini e delle relative scorte. La cessazione di tali lavori dovrà
favorire l’orientamento ad estendere, almeno in tutto il Compartimento, il
campo di azione delle nostre officine per giungere, attraverso una adeguata
riqualificazione professionale delle maestranze, capi e dirigenti compresi, ad
una limitazione graduale degli appalti. E’ necessario poi un adeguamento degli
organici alle nuove attività, una maggiore valutazione della professionalità e
delle capacità tecnico-manuali attraverso anche l’estensione delle ultime
conquiste contrattuali che prevedono l’accesso, dopo una prova di idoneità,
alla B1 operaia con mansioni specialistiche svincolate da compiti di capo
squadra, ed un riadeguamento anche ambientale e di spazio prevedendo, superando
la barriera naturale del torrente Possera, l’unificazione dello spazio Centrale
2 – Ex Zolfo. Diversamente non si potrà garantire la produttività, prerogativa
essenziale a garanzia dell’occupazione.
Altre vertenze minori di Fabbrica.
Spt. Come sappiamo, parallelamente al contratto, si è
conclusa la fase nazionale della ristrutturazione di questo settore che ha
tracciato le linee generali sulle quale si dovranno muovere gli accordi applicativi
da gestire a livello regionale e locale. Queste linee vanno nel senso di una sburocratizzazione
dell’Ente, di un maggior decentramento operativo, di una migliore
organizzazione del lavoro, di una rivalutazione delle capacità tecnico-manuali
dei lavoratori. Di questi orientamenti dovremo anche noi tener conto quando
andremo a discutere la ristrutturazione della nostra Fabbrica nell’ambito della
nuova organizzazione della geotermia (Ung).
Sesta
squadra. Noi giudichiamo un fatto
positivo che, dopo molti ritardi si sia applicata anche a Larderello, questa
norma contrattuale. Non ci riteniamo però soddisfatti dei risultati fin qui
ottenuti, in merito agli obiettivi che con la Sesta squadra ci eravamo posti di
raggiungere e cioè un aumento dell’occupazione per ridurre i disagi del turno e
gli straordinari, miglioramento della professionalità dei lavoratori per
favorirne l’avvicendamento. Non ci sembra infatti che l’Enel nella nostra
Fabbrica abbia curato a sufficienza l’esigenza di un recupero professionale dei
lavoratori, sia per lo scopo sopra detto sia per la necessità di prevenire
riflessi negativi sul personale in vista di innovazioni tecnologiche
consistenti, come si stanno realizzando sui nostri impianti. C’è, al contrario,
la tendenza dell’Enel a considerare i lavoratori disponibili del turno come un
peso morto da palleggiare qua e là
anziché programmare per loro lavori necessari e produttivi, nel rispetto
delle caratteristiche professionali, della loro dignità e delle loro
aspirazioni: non ci sembra infatti dignitoso che trovi più apprezzamento chi
cerca di nascondersi qua e là di chi cerca di rendersi in qualche modo utile,
per fare, magari, anche lavori meno qualificanti, ma altrettanto importanti per
la conservazione degli impianti e dei macchinari e per la loro manutenzione
preventiva. Inoltre fino ad ora non si possono valutare in genere risultati
soddisfacenti neanche per quanto riguarda la riduzione del disagio e degli
straordinari, in quanto, in molti casi, la Direzione, come nelle perforazioni,
ha opposto all’aumento delle squadre di turno una riduzione del personale di
squadra e spesso si utilizza la squadra disponibile per coprire posti vacanti
senza rimpiazzarli opportunatamente con altro personale, come previsto dal
contratto di lavoro (in qualche caso vengono mandati avanti impianti di
perforazione solo con il personale disponibile di altri cantieri). Non siamo
disposti nonostante i motivi negativi suddetti a considere un fallimento la
sesta squadra, siamo invece dell’opinione che occorra quanto prima imporre alla
Direzione il rispetto degli obiettivi che con essa si dovevano e si devono
raggiungere.
Ambiente di
lavoro. Anche su questo problema si
registrano generali gravi ritardi: dalle centrali alle officine, ai cantieri di
perforazione. E’ comunque di buon auspicio la convenzione che è stata
concordata nel settembre scorso tra la Regione Toscana, l’Enel, i Consorzi
socio-sanitari e i Cud, che regola le norme per la gestione della medicina
preventiva e del lavoro nelle centrali della Toscana, come previsto dal
contratto. Occorre ora dar pratica attuazione agli interventi per la riduzione
delle cause di nocività e di rischio già evidenziate con i rilevamenti del
1976. E’ inoltre nostro intendimento far si che anche le altre realtà produttive
di Larderello al di fuori delle centrali geotermoelettriche, rientrino in
questa Convenzione per garantire in tutta la Fabbrica interventi omogenei.
Mense e
convenzioni. Sono iniziate le
trattative a livello regionale sull’applicazione del contratto e tra gli altri
articoli è stato discusso anche quello relativo alle “mense e convenzioni”, che
non è modificato rispetto al precedente contratto. Abbiamo partecipato anche
noi, insieme alle oo.ss. regionali, le quali hanno riproposto e sostenuto la
nostra vertenza, aperta fin dal 1977, di estendere il servizio mensa a tutti i
lavoratori che ancora non ne possono usufruire, compresi i lavoratori turnisti
a 2 e 3 turni di tutte le realtà di Larderello. In seguito alla attestazione
dell’Enel su posizioni di chiusura, soprattutto per quanto riguarda i turnisti
di tutto il Compartimento, le oo.ss., dopo aver respinto formalmente ogni tipo
di pregiudiziale, hanno richiesto ed ottenuto dall’Enel di riesaminare questo
problema diviso per gruppi omogenei, per cui anche per Larderello ci sarà un
apposito incontro, al quale parteciperemo.
Vertenza
donne e minori. Sono state raggiunte
le 10.000 firme necessarie per rendere valido l’accordo di transazione
stipulato tra Enel e oo.ss.. Sono perciò iniziate le verifiche a livello
nazionale che precedono la chiusura della vertenza con il pagamento da parte
dell’Enel, a quanti ne hanno diritto, del 60% delle spettanze.
Autoparco. I lavoratori “dell’autoparco mezzi pesanti” avevano
da tempo sollevato numerosi problemi, tra cui i principali risultavano:
organici insufficienti e istituzione del secondo autista sugli autocarri, con o
senza rimorchio. Un incontro con la Direzione locale ci ha consentito di
conoscere che gli organici complessivi del Gruppo Minerario sono al di sotto di
quelli “normali” di circa 90 unità e che, per motivi di priorità, è stata
costretta a doverli garantire prima di tutto nei reparti che rappresentano le
attività principali, pertanto per il ripristino totale si dovrà attendere il
Concorso di assunzione n. 12, previsto per febbraio 1980. Sono stati chiariti
anche altri punti, ma per quanto riguarda il punto principale, quello del
secondo autista, abbiamo dovuto richiedere un incontro alla Direzione del
Personale e degli Affari Sindacali del Compartimento, che non ci ha ancora
convocato. E’ stata elusa anche la richiesta fatta alla Direzione locale, di
fornirci quanto prima un resoconto dettagliato delle attività svolte
dall’Autoparco negli ultimi sei mesi; questo resoconto doveva permettere di
portare a soluzione quasi tutti i problemi. In futuro dovrà essere chiarito il
ruolo che questo Reparto dovrà avere all’interno dell’Ung e quindi adeguarvi la
struttura e l’organizzazione.
Equo canone
alloggi e riscaldamento abitativo a Larderello.
Recentemente l’Enel ha introdotto un canone sul
riscaldamento abitativo negli alloggi di sua proprietà. Il canone annuale
fissato è di lire 135 al mc. Cosicché, per fare un esempio, un appartamento di
80 mc. Pagherà in un anno 108.000 lire. Noi abbiamo richiesto fin dal novembre
1978 e sollecitato nel giugno 1979, rientrando questa materia nella normativa
contrattuale, un incontro all’Enel per discutere l’applicazione dell’equo
canone sugli alloggi e del canone sul riscaldamento. Non siamo stati ancora
convocati, comunque, nel frattempo riconfermiamo la nostra già nota posizione
di Fnle-Cgil.
1
– Ogni servizio dovrà essere pagato, compreso l’alloggio ed il riscaldamento.
In ciò dovranno essere rispettati il contratto di lavoro e le leggi vigenti.
2
– L’Enel non potrà applicare unilateralmente le sue decisioni, ma dovrà
confrontarsi con i sindacati per le tariffe, le fascie, la classificazione
degli alloggi ecc. ecc.
3
– Occorrerà mettere ordine tra i casi difformi di trattamento nelle locazioni,
riportare giustizia ed equità tra tutti i dipendenti.
4-
Occorrerà il rispetto di norme sociali ed umane verso i vecchi pensionati,
della ex Larderello SpA, le vedove degli stessi e analoghi casi di basse
pensioni.
5
– Occorrerà fare di Larderello un vero “Paese”, anche cedendo a riscatto gran
parte delle abitazioni e pubblicizzando le aree edificabili.
6
– Non riconosciamo nessun diritto ai “privilegi acquisiti”. Non abbiamo impegni
verso nessuna Commissione; dove esistono esse sono “autonome” nelle loro
iniziative.
7
– Siamo per l’estensione a tutti i lavoratori e ai cittadini (dove c’è la
possibilità tecnica) dell’uso del riscaldamento a mezzo vapore endogeno. Prima
per gli edifici pubblici (scuole, ambulatori, ecc.) poi, dietro pagamento, per
i privati.
8
– Siamo favorevoli alla Creazione di Consorzi Intercomunali per gli studi di
progetti e per le successive applicazioni pratiche in materia di
teleriscaldamento geotermico.
Queste sono le richieste che faremo all’Enel, non
appena convocati.
Contratto –
Rapporto tra oo.ss. – Cud – Cre. Il 1979 è stato anche “l’anno dei contratti”. Per la nostra categoria, nonostante che la
piattaforma fosse stata presentata all’Enel con molto ritardo, siamo riusciti a
concludere positivamente le trattative prima di entrare nel periodo feriale, grazie
alla compattezza dei lavoratori nelle lotte
(brevi, ma incisive) e al grado di maturità e di autodisciplina
dimostrato. Il nostro giudizio sul contratto è complessivamente positivo (come
è stato quello della stragrande maggioranza dei lavoratori nelle assemble in
cui è stato discusso ed approvato), sia dal punto di vista economico (gli
aumenti sono stati più o meno equivalenti a quelli delle altre categorie), che
dal punto di vista politico e normativo. E’ stato infatti ampiamente rispettato
l’indirizzo della Federazione unitaria Cgil-Cisl-Uil, in coerenza con la
piattaforma dell’Eur, in merito ad una maggior cura della parte politica del
contratto ed all’introduzione di alcuni elementi di riforma del salario che
tendano gradualmente a ridurre l’incidenza degli automatismi, a vantaggio di
una piena valorizzazione della effettiva professionalità. Ora si deve passare
alla fase applicativa che metterà inevitabilmente in luce anche i limiti della
nostra piattaforma, derivanti soprattutto dal mancato riconoscimento di un
ruolo più ampio e autonomo dei Consigli dei Delegati di Reparto e dello scarso
coinvolgimento che i Cud ed i lavoratori hanno avuto nell’elaborazione della
piattaforma stessa. La Fnle-Cgil si è battuta a fondo sul problema dei Cud, ma
le divergenze con le altre oo.ss. su questo e su altri problemi rischiavano di
compromettere la formulazione di una piattaforma unitaria, da tutti ritenuta
indispensabile per ottenere buoni risultati e per la quale ognuno di noi ha
rinunciato a qualcosa per convergere su una linea comune. Ora però si presenta
la possibilità di recuperare il tempo perduto in quanto con il recente Convegno
Cgil-Cisl-Uil che si è svolto a Montesilvano di Pescara per mettere a punto il
progetto per la ristrutturazione organizzativa del sindacato, è stato stabilito
unitariamente, fra l’altro, che i Consigli dei Delegati dovranno essere
l’istanza di base dei lavoratori e che dovranno perciò promuovere iniziative e
gestire la politica interna ed esterna alla Fabbrica, in contatto diretto coi
Consigli Unitari di Zona. Si presenta così la necessità di avviare anche
all’interno della nostra categoria un dibattito, aperto al contributo dei
lavoratori, per dare pratica attuazione alla nuova Organizzazione: questa
necessità è stata sottolineata anche dal Consiglio Nazionale Fnle-Cgil che si è
tenuto a Livorno il 23 e 24 novembre scorsi.
Analoghe
differenze di opinione in merito al ruolo ed al potere del Cud si registrano
anche a Larderello tra noi e le altre oo.ss.; c’è, invece, una sostanziale
unità di vedute sul ruolo e sull’operato del Cre. Ciò ha permesso che venisse
svolta anche nel triennio scorso una positiva azione unitaria che ha visto il Cre-Larderello,
con le numerose iniziative aperte ad ampie collaborazioni con gli Enti Locali,
con altre Associazioni Ricreative, Sportive e Culturali e aperte anche a tutte
le popolazioni del territorio, senza discriminazioni e chiusure corporative,
svolgere un ruolo determinante dando impulsi programmatici ed organizzativi a
una vasta area geografica. Un giudizio positivo lo esprimiamo anche sul
programma formulato unitariamente assieme alla lista dei candidati, in
occasione delle prossime elezioni che si svolgeranno fra breve per eleggere il
nuovo Consiglio Direttivo. Tale programma, infatti, riconferma ampiamente e
sviluppa ancora di più gli indirizzi positivi finora seguiti. Nelle nuove
elezioni ci saranno anche alcune novità previste dal nuovo articolo
contrattuale, tra cui l’inserimento nel Consiglio di tre pensionati
appositamente nominati (o eletti) dalle oo.ss..
Oltre ai casi prima considerati, sui rapporti unitari
a Larderello, dobbiamo dire che le cose non vanno male. Salvo alcune differenze
di giudizio, i problemi li stiamo affrontando tutti insieme, oo.ss. e Cud,
anche se dobbiamo denunciare spesso una carenza di coordinamento e una certa
lentezza, dovuta in parte anche alla scarsa partecipazione dei lavoratori alla
vita del sindacato.
Proprio sul tema della partecipazione, a chiusura di
questo nostro rapporto, cogliamo l’occasione per salutare voi tutti, iscritti
alla Fnle-Cgil, per invitarvi a non considerare il ricevimento della tessera
per il 1980 come un retorico rituale, privo quindi di significato, bensì come
un momento di reale partecipazione e ferma consapevolezza che questa scelta è insieme
scelta di progresso e di impegno per conquistare una società più equa e più
giusta, fondata non più sull’egoismo e sullo sfruttamento, me sul recupero di
quei valori ideali e umani che talvolta sembrano smarriti. Questi sono gli
obiettivi che persegue la Fnle-Cgil per il cui raggiungimento assume come
condizione indispensabile l’unità di tutti i lavoratori.[1]
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