PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 71.
Andare alla mangiatoia. Gli auguri di
buon Anno ai lavoratori geotermici (31 dicembre 1979)
Caro compagno, dalle pagine del nostro “giornalino”
di fabbrica, insieme alla consegna delle tessere per il 1980, ti porgo, a nome
della Fnle-Cgil di Larderello, i migliori auguri per un buon anno 1980. Quello
che si è chiuso è stato, per molti aspetti, un anno denso di avvenimenti
drammatici, sia in campo internazionale che in Italia. La lotta per la
spartizione delle ricchezze mondiali tra i paesi capitalistici, il divario
crescente tra le immense moltitudini dei paesi sottosviluppati con quelle dei paesi industrializzati, le
contraddizioni interne a questi paesi e il permanere di vaste aree di
indigenza, l’acuirsi delle tensioni con i paesi socialisti e le forme involutive
nelle strutture di queste società, la tendenza all’accrescimento degli arsenali
militari ad alto potere distruttivo tra le grandi potenze, la proliferazione
delle armi atomiche sul nostro pianeta, sono certamente gli elementi
principali, quelli che ne hanno segnato il corso.
Inutile ripetere ciò che una
martellante e sapiente regia diffonde dalla televisione o dalle prime pagine
dei giornali, nel tentativo di convincere la gente a fare “sacrifici”, ma chi
li ha sempre fatti, senza toccare i meccanismi dell’accumulazione
capitalistica, né le cause molteplici e profonde della crisi e della disuguaglianza sociale.
Su questi temi il movimento sindacale è
quotidianamente impegnato ed ancor più sarà determinante il suo peso se si
manterrà e si accrescerà l’unità e si realizzerà un più alto grado di
partecipazione delle masse lavoratrici a tutti i livelli, politici, sociali,
culturali.
La classe operaia italiana è stata
sottoposta in questi ultimi anni ad uno scontro gigantesco con le forze della
reazione e della conservazione. Essa non è uscita vittoriosa, ma nemmeno
sconfitta, e il suo potenziale di lotta, la sua coscienza politica, sono quasi
intatti e garantiscono che indietro non si torna, che dalla crisi si dovrà
uscire in modo positivo, in una società più giusta, più laboriosa e meno
sprecona, non “forte coi deboli” e “debole coi forti”, ma segnata da una
rinnovata tensione umana e ideale.
Conclusi i rinnovi contrattuali il
sindacato, oltre alla loro gestione, dovrà quindi affrontare gli altri problemi
che stanno di fronte alle masse lavoratrici ed al Paese: dalla crisi
energetica, all’occupazione, ai prezzi e tariffe, al fisco, alle pensioni, alla
casa, all’inflazione galoppante che, oltre a ridurre il potere di acquisto dei
salari, minaccia la recessione. A questo impegno vogliamo richiamare i
lavoratori, dicendo loro che i problemi gravi ed urgenti del Paese si
affrontano e si risolvono uniti nel sindacato. Stando fuori del sindacato, più
debole sarà l’iniziativa organizzata ed il padrone si sentirà più forte.
L’accesso al lavoro delle nuove
generazioni ci sollecita la campagna ideale e politica a cui ci siamo già
richiamati. Al giovane neoassunto dobbiamo dire come è cresciuto il sindacato e
attraverso quali battaglie e quali sacrifici si sono conquistati poteri nuovi
che salvaguardano la libertà, la dignità e la personalità del lavoratore di
fronte al padrone pubblico e privato, e di come la democrazia sia stata difesa
dagli attacchi eversivi. Siamo consapevoli della complessità della situazione e
delle difficoltà esistenti per far crescere e rendere incisiva la dimensione
politica ed ideale del dibattito sul sindacato e sul suo ruolo insostituibile,
in quanto troppe sono le forze avversarie e nemiche (del sindacato stesso e,
pertanto, dei lavoratori), che operano per screditarlo e condizionarne
l’efficienza.
Le conquiste non sono irreversibili,
possono essere perdute o ridimensionate se viene a mancare loro una difesa
organizzata: i tentativi e le provocazioni infatti si intensificano, basti
vedere gli attacchi alla “scala mobile” e al “diritto di sciopero”. Rifugiarsi
pertanto nel privato, nell’individualismo e nel corporativismo è un grosso
errore. Come pure stando fuori dall’organizzazione sarà resa più difficile ogni
ulteriore avanzata, sia economica che politica. Il lavoratore organizzato nel
sindacato non lo sollecitiamo solo per crescere di numero, ma essenzialmente
per avere nuove energie che partecipino alla elaborazione delle piattaforme ed
alla direzione delle lotte, nonché ai processi di ristrutturazione
organizzativa in atto nella geotermia.
In questi giorni particolari dell’anno,
in cui si ripete, per i credenti e non credenti, il rito della natività, quando
le parole si riempiono di contenuti ingannevoli e i ricchi ed i potenti, gli
sfruttatori e i corruttori, si dichiarano fratelli dei poveri, dei deboli,
degli sfruttati e dei puri, senza rinunciare in nulla alla sostanza che li
rende tali, “andare alla mangiatoia” significa davvero lottare per trasformare
il mondo. Per renderlo libero dalla paura, degno dell’uomo e l’uomo
dell’universo che lo circonda.
Utopia? Sogno? Chi sa! Anche il sogno e
la speranza fanno parte dell’uomo e senza di essi c’è il dominio dell’angoscia
e della morte.
A tutti i compagni, a tutti i
lavoratori, ai protagonisti di questa lotta e di questa speranza, a chi ci
consente di guardare al futuro con ottimismo, porgiamo il saluto e un augurio
fraterno, rinnovando il patto di solidarietà militante che il sindacato realizza
tra tutti noi.
Auguri dunque per un nuovo anno di
lotte e di vittorie per la classe operaia italiana, per i proletari e gli
sfruttati del mondo intero.
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