Canzone del torrente.
Dopo gli anni dell’impetuosa
giovinezza mi ero messo a rileggere, confrontando diverse versioni, il Cantico
dei Cantici, e rimanendone sempre folgorato. Nella vecchiaia ci sono ritornato
cercando nuove parole per esprimere le parole amorose che più mi davano ancora
gioia riportandomi alla memoria il volto giovanissimo e bellissimo di Swan,
riemerso, come Elsa di Kralupy di Seifert, dalla infinita lontananza. Perciò da Salomone ho
rubato l’ispirazione ai versi finali della “Canzone del torrente”, una canzone
che appartiene al poemetto “Agnes e Martin”.
Il torrente
impetuoso che scorre nel tempo
rimodella il suo
corso ad ogni primavera.
Dall’alto del grande
masso che s’innalza
sul profondo e
quieto pozzo dei Cavalli
immergo la memoria
nelle limpide acque
del gorile del
vecchio mulino;
ombrose frescure
l’accarezzano tra esili
crògnoli e noccioli
e pioppi svettanti.
Dimenticate immagini
liete riaffiorano:
gli occhi si
inumidiscono al racconto
della fiaba
fanciulla, eppure,
non sono le acque che vidi,
ormai onde marine, a
farmi palpitare il cuore,
ma quest’acqua nuova
scesa dal monte,
proprio questa che
manda lampi d’oro
e sussurra
misteriosa il canto
dell’amore inatteso.
Non è quest’acqua
soltanto
l’unione di molecole
di ossigeno e idrogeno
ma l’unione della
bellezza della vita
che mi sfiora per
un’ultima volta.
Quest’acqua in cui
mi lavo e m’abbevero
senza paura, questa
santa acqua che
m’attraversa l’anima,
acqua battesimale,
che mi dischiude
la porta della
felicità e porta baci
- come petali
strappati alle rose selvatiche -
dalle mie labbra,
dalle tue labbra che
sono la mia vita,
dal tuo cuore che è
la mia dimora.
Sei bella amica mia,
diletta mia, mia
colomba,
in quest’acqua che
di te canta
la trasparenza
sottile
mi sprofondo.
Dal Cantico dei
Cantici.
Sei come un giglio tra i fili d’erba.
La tua statura somiglia a una palma,
i tuoi seni somigliano a dei grappoli.
I tuoi occhi splendono come colombe
all’ombra del velo. Alzati, mia cara, vieni!
L’inverno è passato, è venuto il tempo dei canti
e la voce della tortora risuona.
Il tuo grembo è un frutteto di melograni
con frutti preziosi, henné e nardi.
Le tue labbra sono irrorate di miele,
sotto la tua lingua c’è miele e latte.
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