giovedì 11 febbraio 2016










C’era Togliatti!

Non c’era soltanto Togliatti, c’era la mia giovinezza, con le sue pene, le sue gioie e la sua bellezza irripetibile. Quando Togliatti scrisse il suo “testamento” da Yalta, nel 1964, ero già iscritto al suo partito, il Partito Comunista Italiano (PCI). Ho condiviso i suoi successi e le sue sconfitte, i suoi errori, ma anche i grandi slanci umanistici di Enrico Berlinguer. Posso dire che credevo fermamente possibile la “via italiana al socialismo” e che mi ero progressivamente affrancato dalla sudditanza ideologica al Partito Comunista dell’URSS, avendo vissuto molto da vicino gli avvenimenti della Cecoslovacchia e della “primavera di Praga”, soffocata brutalmente con la forza. Allora, nel piccolo borgo dove abitavo ed abito ancora, il PCI era la forza maggioritaria, eletta democraticamente alla guida del Comune, avendosi guadagnato tale primato nella resistenza al fascismo e in tutte le lotte dei lavoratori, per la crescita sociale e culturale del popolo italiano, dalla Costituente alla Costituzione, alle libertà nel campo dell’arte, della scienza, per la laicità dello Stato e contro ogni forma di terrorismo, nero o rosso che fossero, e…per avere e mostrare pubblicamente le “mani pulite” dalle mafie e dal malaffare. Alla fine degli anni ’80 il PCI ha cessato di esistere. Sono nati nuovi partiti, anche alcuni che si richiamano al comunismo o al marxismo-leninismo, ma io sono sempre rimasto fedele alle parole magiche di democrazia e sinistra. L’ultimo approdo è quello attuale, il Partito Democratico (PD), nel quale mi ritrovo quasi completamente, compresi gli atti del suo segretario, Matteo Renzi, che, come sappiamo, ha intrapreso una tremenda lotta per avviare il rinascimento politico dell’Italia ricollocando la nostra Patria nel posto che le spetta in Europa e nel Mondo. Non so se ce la farà, ma vorrei dargli il mio piccolissimo contributo. E’ per questo che sono iscritto al  Circolo PD del mio comune. C’era Togliatti, a Castelnuovo di Val di Cecina  eravamo circa 300 iscritti al PCI e governavamo il Comune dal 1945 (fino alla seconda metà degli anni 2000). Adesso il PD ha soltanto 10 iscritti (e altri 9 a Sasso Pisano), il Comune è governato da una Lista Civica di centro-destra e i tre rappresentanti della lista civica di centro-sinistra, non sono iscritti ad alcun partito! In questa diaspora abbiamo perduto la parte più importante del nostro patrimonio politico e culturale, quello che, pur con gli inevitabili errori, ha realizzato grandi imprese sociali, culturali e umane. Con questi numeri è adesso quasi impossibile pensare a riorganizzare l’attività politica, ed è solo grazie a “Renzino” che mettiamo il quotidiano l’Unità nell’antica bacheca sulla via principale del paese. Eppure credo che una presenza del PD, attiva e partecipata, sarebbe molto utile alla nostra intera Comunità che continua ad impoverirsi. Sono diventato vecchio, c’ero ai tempi di Togliatti, e con pochi altri sono rimasto solo il custode della memoria. Tuttavia aperto al nuovo ed alla speranza. Ricordo la poesia di Brecht, elogio della dialettica:

Il sopruso oggi s’inoltra con passo sicuro.
Gli oppressori fanno progetti per diecimila anni.
La violenza assevera: così è, così rimarrà.
Non risuona voce se non quella dei dominanti
e sulle piazze dice chiaro lo sfruttamento: si comincia solo adesso.
Ma degli oppressi molti ora dicono:
ciò che vogliamo, non verrà mai.

Chi è ancora vivo, non dica: mai!
Il certo non è certo.
Così com’è, non rimarrà.
Quando avran parlato i dominanti
toccherà parlare ai dominati.
Chi osa dire: mai?
Da chi dipende se dura l’oppressione? Da noi.
Da chi dipende se viene infranta? Sempre da noi.
Chi fu abbattuto, si rialzi!
Chi è perduto, combatta!
Chi ha conosciuto la sua condizione, come si potrà trattenerlo?
Poiché i vinti di oggi sono i vincitori di domani

E il mai si muta il oggi: oggi stesso!

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