C’era Togliatti!
Non c’era soltanto Togliatti,
c’era la mia giovinezza, con le sue pene, le sue gioie e la sua bellezza
irripetibile. Quando Togliatti scrisse il suo “testamento” da Yalta, nel 1964,
ero già iscritto al suo partito, il Partito Comunista Italiano (PCI). Ho
condiviso i suoi successi e le sue sconfitte, i suoi errori, ma anche i grandi
slanci umanistici di Enrico Berlinguer. Posso dire che credevo fermamente
possibile la “via italiana al socialismo” e che mi ero progressivamente
affrancato dalla sudditanza ideologica al Partito Comunista dell’URSS, avendo
vissuto molto da vicino gli avvenimenti della Cecoslovacchia e della “primavera
di Praga”, soffocata brutalmente con la forza. Allora, nel piccolo borgo dove
abitavo ed abito ancora, il PCI era la forza maggioritaria, eletta
democraticamente alla guida del Comune, avendosi guadagnato tale primato nella
resistenza al fascismo e in tutte le lotte dei lavoratori, per la crescita
sociale e culturale del popolo italiano, dalla Costituente alla Costituzione,
alle libertà nel campo dell’arte, della scienza, per la laicità dello Stato e
contro ogni forma di terrorismo, nero o rosso che fossero, e…per avere e
mostrare pubblicamente le “mani pulite” dalle mafie e dal malaffare. Alla fine
degli anni ’80 il PCI ha cessato di esistere. Sono nati nuovi partiti, anche
alcuni che si richiamano al comunismo o al marxismo-leninismo, ma io sono
sempre rimasto fedele alle parole magiche di democrazia e sinistra. L’ultimo
approdo è quello attuale, il Partito Democratico (PD), nel quale mi ritrovo
quasi completamente, compresi gli atti del suo segretario, Matteo Renzi, che,
come sappiamo, ha intrapreso una tremenda lotta per avviare il rinascimento
politico dell’Italia ricollocando la nostra Patria nel posto che le spetta in
Europa e nel Mondo. Non so se ce la farà, ma vorrei dargli il mio piccolissimo
contributo. E’ per questo che sono iscritto al
Circolo PD del mio comune. C’era Togliatti, a Castelnuovo di Val di
Cecina eravamo circa 300 iscritti al PCI
e governavamo il Comune dal 1945 (fino alla seconda metà degli anni 2000).
Adesso il PD ha soltanto 10 iscritti (e altri 9 a Sasso Pisano), il Comune è
governato da una Lista Civica di centro-destra e i tre rappresentanti della
lista civica di centro-sinistra, non sono iscritti ad alcun partito! In questa
diaspora abbiamo perduto la parte più importante del nostro patrimonio politico
e culturale, quello che, pur con gli inevitabili errori, ha realizzato grandi
imprese sociali, culturali e umane. Con questi numeri è adesso quasi
impossibile pensare a riorganizzare l’attività politica, ed è solo grazie a
“Renzino” che mettiamo il quotidiano l’Unità nell’antica bacheca sulla via
principale del paese. Eppure credo che una presenza del PD, attiva e
partecipata, sarebbe molto utile alla nostra intera Comunità che continua ad
impoverirsi. Sono diventato vecchio, c’ero ai tempi di Togliatti, e con pochi
altri sono rimasto solo il custode della memoria. Tuttavia aperto al nuovo ed
alla speranza. Ricordo la poesia di Brecht, elogio
della dialettica:
Il sopruso oggi s’inoltra con
passo sicuro.
Gli oppressori fanno progetti per
diecimila anni.
La violenza assevera: così è,
così rimarrà.
Non risuona voce se non quella
dei dominanti
e sulle piazze dice chiaro lo
sfruttamento: si comincia solo adesso.
Ma degli oppressi molti ora
dicono:
ciò che vogliamo, non verrà mai.
Chi è ancora vivo, non dica: mai!
Il certo non è certo.
Così com’è, non rimarrà.
Quando avran parlato i dominanti
toccherà parlare ai dominati.
Chi osa dire: mai?
Da chi dipende se dura
l’oppressione? Da noi.
Da chi dipende se viene infranta?
Sempre da noi.
Chi fu abbattuto, si rialzi!
Chi è perduto, combatta!
Chi ha conosciuto la sua
condizione, come si potrà trattenerlo?
Poiché i vinti di oggi sono i
vincitori di domani
E il mai si muta il oggi: oggi
stesso!
Nessun commento:
Posta un commento