mercoledì 3 ottobre 2012


Sinalunga piange la scomparsa di Shlomo Venezia

Si è spento lunedì 1 ottobre, l’unico sopravvissuto italiano al lavoro nei Sonderkommando (“unità speciali”) durante la deportazione ad Auschwitz-Birkenau 
A questo instancabile ambasciatore della memoria della Shoah la città di Sinalunga conferì nel 2011, per la prima volta nella sua storia, la cittadinanza onoraria

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Il conferimento della cittadinanza di Sinalunga a Shlomo Venezia
Sinalunga piange la scomparsa di Shlomo Venezia
. Si è spento lunedì 1 ottobre l’unico sopravvissuto italiano al lavoro nei Sonderkommando (“unità speciali”) durante la deportazione ad Auschwitz-Birkenau. Proprio a questo instancabile ambasciatore della memoria della Shoah la città di Sinalunga conferì nel febbraio 2011, per la prima volta nella sua storia, la cittadinanza onoraria.

Ebreo italiano, Shlomo Venezia venne arrestato con la famiglia ad Atene verso la fine del marzo 1944 e successivamente deportato nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Qui fu assegnato al “Sonderkommando”, una delle “unità speciali” composte da internati che si occupavano delle operazioni di smaltimento e cremazione dei corpi dei deportati uccisi con il gas. Tali squadre venivano periodicamente uccise per mantenere il segreto. Shlomo Venezia era uno dei pochi sopravvissuti - l'unico in Italia, una dozzina nel mondo - di queste speciali squadre e aveva raccontato questa drammatica esperienza nel libro “Sonderkommando Auschwitz”, pubblicato nell'ottobre 2007 a cura dell'editore Rizzoli e presentato anche a Sinalunga in occasione delle celebrazioni per la Giornata della Memoria, nello stesso giorno gli venne conferita la cittadinanza onoraria. Vivo e prezioso il ricordo di quel momento, quando Venezia condivise con i numerosi partecipanti la propria drammatica esperienza.

L’amministrazione di Sinalunga, l’assessorato alla Memoria e tutta la città di Sinalunga rivolgono le più sentite condoglianze alla moglie Marika, ai figli e ai familiari di Shlomo Venezia, di cui continueranno a portare avanti l’impegno per tenere viva nelle nuove generazioni la memoria di quell’orrore senza fine che è stata la Shoah, affinchè simili tragedie non si ripetano mai più.

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