Ancora sulla
Poesia e sull’essere Poeta.
L’articolo sul Sole24 Ore di
domenica 9 settembre, pagina 26, “Poeti italiani all’estero”, …per il prestigio
dell’editore, la cospicuità dell’impresa e l’abilità di chi l’ha compiuta, The Farrar Strauss Giroux Book of
Twentieth-Century Italian Poetry, uscito a New York e allestito dal poeta e
traduttore Geoffrey Brock, è veramente uno specchio formidabile che consente di
ricalibrare la poesia italiana del periodo d’oro 1900-1965, in un contesto
internazionale. La sovrabbondanza dei poeti selezionati nell’antologia, ben
settantatre, mi aveva fatto sperare che anche il mio nome vi fosse compreso,
dato che i miei esordi poetici risalgono al 1952, l’anno in cui feci dono di un
piccolo manoscritto rilegato con cura alla cugina Eleonora, contenente, oltre
ai soliti testi romantici giovanili, per lo più lamenti di amori solitari,
anche poesie significative che lasceranno addirittura il segno nei secoli a
venire, come, ad esempio: Pimpindoro, La gatta mammona, Ghiacciao in fiamme,
All’ombra di una canna, Quando il sughero pesava, Una notte sul vaso, La morte
di Maria Angiolona…poesie veramente nello “stil novo” della modernità, in
avvicinamento al Terzo millennio della rivoluzione gergale ed elettronica.
Invece, niente! Annullato, non esistito! Lì per lì ho pensato di bruciare
libri, quaderni, moleskine…cancellare ogni traccia e tacere per sempre. A tale
proposito m’è venuta in mente una lettura lontana, la prefazione di Montale ad
un volumetto di “liriche cinesi (1753
a . C. – 1278 d.C.), nella quale il grande poeta si
sofferma a parlare dell’essenza della poesia facendo riferimento al poeta Po
Chu-i, vissuto tra il 772 e l’846 d.C.
Egli fu, oltre che innovatore, un formidabile “amico” e un uomo più che
umano nella inestinguibile passione del suo canto. La poesia e l’amicizia sono
le forze ispiratrici di questo illuminato che ha conosciuto il favore e il
disfavore dei potenti, senza legarsi mai a nessun bene di quaggiù. Cantava per
tutti, e pur vedetelo quando Yuan Chen scopre la poesia da lui scritta sul muro
di una locanda!
Il mio goffo
poema sul muro della locanda
nessuno finora
s’era curato di leggere.
Muschio e
tracce d’uccelli ne avean cancellato i caratteri.
Poi giunse un
avventore dal cuore così traboccante,
che benché fosse
Paggio al trono dell’Imperatore,
si degnò con
un lembo del suo ricamato mantello
di spazzar via
la polvere e di leggere.
Così l’opera è giunta a
destinazione, ha trovato finalmente il suo lettore. Un lettore! Dunque, mi
chiedo, perché disperarsi? Io ho ben più numerosi lettori del Paggio Yuan Chen!
A due amiche ho fatto leggere la bozza del poema Agnes e
Martin. L’amore, il dolore. Una storia romantica, e le loro risposte
mi consolano e mi spronano a non abbandonarmi alla sterile disperazione, ma a proseguire,
finché le forze mi sosterranno, nell’esaltante cammino alla ricerca della
bellezza e dell’armonia:
L.
Seduta
sotto un faggio,
sulla
sommità di una collina da cui si vede
e
si respira il mare,
ho
letto il meraviglioso duetto poetico fra
Agnes
e Martin.
Leggere…non
spiega
ciò
che è stato immergermi in questi versi.
Sono
stata catturata, rapita
dalle emozioni incontrate ad ogni riga,
dalle emozioni incontrate ad ogni riga,
dal
ritmo dolce e sommesso
di questo dialogo d'amore....
di questo dialogo d'amore....
fino
all'ultima pagina, travolgente.
Sono turbata da quello che ho vissuto
Sono turbata da quello che ho vissuto
grazie
al gentile dono
e
il turbamento è così profondo
da
impedirmi di esprimere chiaramente
la gratitudine per ciò che sento fiorire in me.
la gratitudine per ciò che sento fiorire in me.
Tornerò
fra le righe
di questo dialogo, ancora e ancora.....
di questo dialogo, ancora e ancora.....
cercherò
nuovamente
il
contatto con la perfezione di questi amanti....
Perdonami sin d'ora, se scriverò
Perdonami sin d'ora, se scriverò
ancora
delle emozioni che provo
spinta dal desiderio di condividere
spinta dal desiderio di condividere
la
gioia che procurano al mio spirito.
Grazie infine mio adorato poeta
Grazie infine mio adorato poeta
per
la premura, la delicatezza ,
la
timida presenza nella mia vita
e
la considerazione, davvero immeritata,
in
cui tieni la mia capacità
di
comprendere i l tuo splendido cuore.
A.
Ho timore, con le mie
parole, di spezzare il dolce incanto
che sussurra la “donna
gentile”. Lei,
nella freschezza della sua
gioventù,
m’ha rubato ogni frase, ed
io non ho letto
Agnes e Martin, in una
atmosfera romantica sulla sommità
di una collina a cui arriva
il respiro del mare,
ma nell’angusta stanzetta
che è il mio rifugio.
Ciò nondimeno ho provato una
forte emozione
e un sottile turbamento,
come se in quella stanza
si respirasse l’amore che la
tua penna e la tua fantasia
fa uscire dalle bocche dei
due amanti.
Agnes…Martin, m’hanno
riportato indietro nel tempo,
quando con la passione della
giovinezza
si sogna e si crede a un
amore così forte e profondo
che fonda il corpo e l’anima
in un’unica entità
e viva in eterno, nella vita
e oltre la morte.
Il mio cuore ha battuto
forte per il miracolo
di questi amanti: catturare
e riempire di emozione un corpo in declino,
come il mio.
Eppure, l’emozione e una
dolce malinconia sono
i sentimenti che hanno fatto
vibrare di nuovo il mio cuore.
E tu, mio caro, con la
chiarezza della parola,
m’hai regalato, ancora una
volta, la dolcezza
d’antichi , perduti, palpiti.
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