lunedì 17 settembre 2012


Ancora sulla Poesia e sull’essere Poeta.

L’articolo sul Sole24 Ore di domenica 9 settembre, pagina 26, “Poeti italiani all’estero”, …per il prestigio dell’editore, la cospicuità dell’impresa e l’abilità di chi l’ha compiuta, The Farrar Strauss Giroux Book of Twentieth-Century Italian Poetry, uscito a New York e allestito dal poeta e traduttore Geoffrey Brock, è veramente uno specchio formidabile che consente di ricalibrare la poesia italiana del periodo d’oro 1900-1965, in un contesto internazionale. La sovrabbondanza dei poeti selezionati nell’antologia, ben settantatre, mi aveva fatto sperare che anche il mio nome vi fosse compreso, dato che i miei esordi poetici risalgono al 1952, l’anno in cui feci dono di un piccolo manoscritto rilegato con cura alla cugina Eleonora, contenente, oltre ai soliti testi romantici giovanili, per lo più lamenti di amori solitari, anche poesie significative che lasceranno addirittura il segno nei secoli a venire, come, ad esempio: Pimpindoro, La gatta mammona, Ghiacciao in fiamme, All’ombra di una canna, Quando il sughero pesava, Una notte sul vaso, La morte di Maria Angiolona…poesie veramente nello “stil novo” della modernità, in avvicinamento al Terzo millennio della rivoluzione gergale ed elettronica. Invece, niente! Annullato, non esistito! Lì per lì ho pensato di bruciare libri, quaderni, moleskine…cancellare ogni traccia e tacere per sempre. A tale proposito m’è venuta in mente una lettura lontana, la prefazione di Montale ad un volumetto di “liriche cinesi (1753 a. C. – 1278 d.C.), nella quale il grande poeta si sofferma a parlare dell’essenza della poesia facendo riferimento al poeta Po Chu-i, vissuto tra il 772 e l’846 d.C.  Egli fu, oltre che innovatore, un formidabile “amico” e un uomo più che umano nella inestinguibile passione del suo canto. La poesia e l’amicizia sono le forze ispiratrici di questo illuminato che ha conosciuto il favore e il disfavore dei potenti, senza legarsi mai a nessun bene di quaggiù. Cantava per tutti, e pur vedetelo quando Yuan Chen scopre la poesia da lui scritta sul muro di una locanda!

Il mio goffo poema sul muro della locanda
nessuno finora s’era curato di leggere.
Muschio e tracce d’uccelli ne avean cancellato i caratteri.
Poi giunse un avventore dal cuore così traboccante,
che benché fosse Paggio al trono dell’Imperatore,
si degnò con un lembo del suo ricamato mantello
di spazzar via la polvere e di leggere.

Così l’opera è giunta a destinazione, ha trovato finalmente il suo lettore. Un lettore!  Dunque, mi chiedo, perché disperarsi? Io ho ben più numerosi lettori del Paggio Yuan Chen! A due amiche ho fatto leggere la bozza del poema Agnes e Martin. L’amore, il dolore. Una storia romantica, e le loro risposte mi consolano e mi spronano a non abbandonarmi alla sterile disperazione, ma a proseguire, finché le forze mi sosterranno, nell’esaltante cammino alla ricerca della bellezza e dell’armonia:

L.

Seduta sotto un faggio,
sulla sommità di una collina da cui si vede
e si respira il mare,
ho letto il meraviglioso duetto poetico fra
Agnes e Martin.
Leggere…non spiega 
ciò che  è stato immergermi in questi versi.
Sono stata catturata, rapita
dalle emozioni incontrate ad ogni riga,
dal ritmo dolce e sommesso
di questo dialogo d'amore....
fino all'ultima pagina, travolgente.
Sono turbata da quello che ho vissuto
grazie al gentile dono
e il turbamento è così profondo
da impedirmi di esprimere chiaramente
la gratitudine per ciò che sento fiorire in me.
Tornerò fra le righe
di questo dialogo, ancora e ancora.....
cercherò nuovamente
il contatto con la perfezione di questi amanti....
Perdonami sin d'ora, se scriverò
ancora delle emozioni che provo
spinta dal desiderio di condividere
la gioia che procurano al mio spirito.
Grazie infine mio adorato poeta
per la premura, la delicatezza ,
la timida presenza nella mia vita
e la considerazione, davvero immeritata,
in cui tieni la mia capacità
di comprendere i l tuo splendido cuore.

A.
   
Ho timore, con le mie parole, di spezzare il dolce incanto
che sussurra la “donna gentile”. Lei, 
nella freschezza della sua gioventù,
m’ha rubato ogni frase, ed io non ho letto
Agnes e Martin, in una atmosfera romantica sulla sommità
di una collina a cui arriva il respiro del mare,
ma nell’angusta stanzetta che è  il mio rifugio.
Ciò nondimeno ho provato una forte emozione
e un sottile turbamento, come se in quella stanza
si respirasse l’amore che la tua penna e la tua fantasia
fa uscire dalle bocche dei due amanti.
Agnes…Martin, m’hanno riportato indietro nel tempo,
quando con la passione della giovinezza
si sogna e si crede a un amore così forte e profondo
che fonda il corpo e l’anima in un’unica entità
e viva in eterno, nella vita e oltre la morte.
Il mio cuore ha battuto forte per il miracolo
di questi amanti: catturare
 e riempire di emozione un corpo in declino, come il mio.
Eppure, l’emozione e una dolce malinconia sono
i sentimenti che hanno fatto vibrare di nuovo il mio cuore.
E tu, mio caro, con la chiarezza della parola,
m’hai regalato, ancora una volta, la dolcezza
d’antichi , perduti,  palpiti.

Nessun commento:

Posta un commento