27 agosto 2012: ore 9,30, sono
dal “rottamatore” con la “punto rossa” AY851GE carica dei suoi quasi
trecentomila chilometri in quattordici anni di vita. Ha molti acciacchi e
incomodi, e nessuno, nemmeno per regalo, nemmeno un extracomunitario, l’ha
voluta salvare da questa sorta di “eutanasia utilitaristica”. Sembra proprio la
parabola della vita di un uomo diventato troppo vecchio, ancora arzillo, ma
bisognoso di cure costose, troppo costose per un investimento di brevissima
durata. Confesso che mi ha servito bene. L’unico vero grave incidente non l’ha
provocato Lei, anzi ne è stata incolpevole vittima, speronata, quasi a fermo da
una aggressiva “nipponica Micra”. Dovette torto collo rifarsi la pelle, pardon,
la carrozzeria, che non fu più quella originaria. Nel ribaltamento io uscii
strisciando dal vetro dello sportello che era andato in frantumi, quasi
incolume, mi rianimò un bicchier d’acqua prontamente offertomi da una gentile
spettatrice. La “punto rossa” aveva un cuore, il motore, perfetto e dopo questa
lunga vita insieme eravamo davvero una coppia affiatata. Ha visitato molti
luoghi che amo, anche lontani, come la città di Praga. Adesso però la
carrozzeria era sciupata in più parti, la tela dei sedili consunta, si apriva
da una sola porta, un sedile non si reclinava e perciò era malagevole per il
terzo passeggero, salire e scendere sul/dal sedile posteriore, gli
ammortizzatori logori, le luci fioche, ed anche il punto dell’accensione lo
sapevo trovare soltanto io…però, quanti ricordi! Il mio nipotino l’amava al
pari mio, perché ci poteva caricare di tutto: sassi, frecce, legni di varia
lunghezza e dimensione, come lance e bastoni, e poi l’avevo fatto arrampicare
sul tetto, ci poteva mangiare la schiaccia e lasciare le briciole sui tappetini,
aggeggiare con le cassette musicali e tenere sempre un manciato di caramelle
nel cruscotto per ogni evenienza. All’interno, inconfondibile, era rimasto
l’odore del nostro amatissimo cane, “Otto”, che l’aveva utilizzata quasi ogni
giorno per recarsi nelle campagne e nei boschi a passeggiare. La sera che
“Otto” morì, il 5 febbraio 2010, lo stesi con cura nel bagagliaio gelato, ed al
mattino, ancora intatto, lo trasportai alla sepoltura a Realponte, dov’era
nato! Con il suo vestito vecchio e sbiadito, d’un rosso cremisi, e con la targa
che iniziava per A era conosciuta da tutti, anche dalla nuova vigilessa, che
probabilmente gli ha risparmiato qualche contravvenzione per “divieto di
sosta”! Avrei da dire di episodi buffi, avvenuti a bordo, ed anche di romanticherie,
che non sono mancate, ma nonostante siano fatti realmente accaduti, l’ho
collocati nel gran libro della fantasia e dei sogni. Vivranno un po’ di più,
dentro la mia mente. Addio cara amica…in fondo non t’ho tradito del tutto
scegliendo una tua sorella come partner, una “punto grigio topo”, ma, come si
usa da vecchi, assai più giovane e “accessoriata”.
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