Là, dove il Danubio
scorre maestoso [i]
Là, dove il Danubio scorre maestoso
tra sinuose e antiche terre verso il
mare,
miseri villaggi, uomini ed erbe ed
animali,
lungo le strade si svelano innocenti
nella grande calura dell'estate.
Cigola la carrucola del pozzo
negli ombrosi cortili; sotto ai meli
siedono i vecchi parchi di parole,
bambini scalzi corrono d'intorno
intenti ai loro giochi
o nuotano nei fossi senza paura.
Le donne filano la lana,
tessono tele dai vivi colori:
loro così abituate a soffrire,
così smorte e stanche
e incapaci di mentire
l'amore ci danno nelle opere
perchè gli occhi non scordino
il sorriso e il cuore resti aperto
alla
speranza.
Ceaucescu osserva tra bandiere,
onnipresente,
il suo pensiero abbraccia l'avvenire:
pace, felicità, progresso, socialismo
avrà in futuro il popolo paziente;
traiasca dunque a questo gran partito
e al maestro infallibile
che pianta cartelloni lungo le strade
dacie
con diagrammi che puntano al cielo
lontano.
Al cielo, a questo perlaceo cielo
che par cadere e schiacciare la terra,
là, dove le grandi e lunghe ali
apre
la cicogna
e il sogno raccoglie oggi il muto
soffrire
degli
uomini.
Perchè così facile, così difficile
insieme,
perchè vero e falso, odio-amore,
angoscia e quiete, felicità-miseria,
la
nuova vita
cui tendono gli uomini?
La donna che parlava nel vento
entro i tre cerchi antichi delle mura
non sapeva il perchè,
e non sapeva il ragazzo che vendeva
lamponi;
non sapevano la tzigana e la guardiana
dell'oche,
la vecchia curva sotto la fascina, il
minatore
e il poeta che cantava nella sera.
E neanch'io sapevo, e ancor non so.
Più verità s'incontrano
dentro il mio pensiero
e un turbine di dubbi le addipana.
Ho scritto questi versi
malinconico per realtà così diverse e
strane
che nel ricordo veloci si disfanno,
per gli amici lontani,
per gli umili compagni,
per i miti bambini dei campi e delle
strade,
per le donne pazienti e industriose:
tutto quel vasto mondo a oriente,
sconosciuto,
di ondulate colline e cielo e acque
e case d'alberi e canne
e barrocci con nere famigliole,
là, dove il Danubio scorre maestoso
tra le sinuose e antiche terre verso il
mare,
là, dove il mio cuore batte,
dove spera ritornare.
[i] La poesia è ispirata ad un lungo e
meraviglioso viaggio in Romania, nell’estate 1981.
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