mercoledì 25 ottobre 2017






Sulla via del Monte.

Era già tardi quando mio nipote ed un suo amico hanno deciso di andare nel castagneto del Monte a raccogliere una manciata di castagne, nonostante che io l’ammonissi che ormai di castagne non ce n’erano più! Comunque li ho accompagnati volentieri pensando di lasciarli  almeno un’ora nel bosco intorno al vecchio Campo Sportivo, mentre io sarei andato lungo la  carrareccia che va in Pietralata, almeno fino alla Fonte di Chioppi.  Il sole calava dietro i Pagliaioli e il bosco s’incupiva lentamente. E’ questa la  strada che percorrevo bambino per raggiungere, dal podere dove abitavo, la prima classe elementare, sotto la Voltola.  La strada delle mie primigenie paure e della mia solitudine. Dopo l’ho percorsa anche con gioia insieme alla mia fidanzata e poi sposa, in una delle più romantiche passeggiate. Era anche la strada preferita da mio padre quand’era pensionato e si era dedicato con passione alla caccia. La faceva volentieri in salita, per riposarsi al ritorno, in discesa! Lui lasciava sempre sul suo cammino dei segni, come le catastine di pietre, e proprio una l’avevo nella mente,  nel luogo preciso dove l’aveva alzata. La volevo ritrovare mezzo secolo dopo. Così ho pensato a lui  ed anche alla mia poesia “La dolorosa felicità”, nella quale canto del poeta cinese Wang Wei (699-759), uno dei miei amati. In quel monte, “sul finire del giorno”senza “incontrare nessuno”, mi sono immedesimato  nel suo “solitario viandante":

Nel solitario monte
                non incontro nessuno,
non odo che l’eco
                di voci umane.
Obliqui entrano i raggi
                nel profondo del bosco,
il riflesso si leva
                dal verde muschio.

Sul finire del giorno
                appare freddo il monte.
Ma s’attarda ancora,
                solitario, un viandante.
Nulla conosce
                del segreto del bosco:
non resta
                che la traccia del daino.

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