PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 44.
61. La Fnle-Cgil , i dirigenti
dell’Enel, l’assenteismo e gli sprechi (di parole e d’altro)
Recentemente
la Democrazia cristiana dell’Alta Valdicecina ha diffuso un documento nella
nostra Fabbrica contenente attacchi alla Fnle-Cgil che vogliamo chiarire
perché, a nostro parere, strumentali e non corrispondenti alla verità.
Sarebbe facile, e i lavoratori lo
sanno, scendere sul terreno dell’attacco alla Dc per questi 30 anni di
malgoverno, di clientelismo, di mafia, di corruzione che hanno portato il
nostro Paese nella situazione di grave crisi: economica, sociale e morale;
situazione che vede i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali impegnati
per dare una prospettiva di avanzamento, di piena occupazione, di dignità
nazionale, che soprattutto questo partito ha eluso.
Ma per venire ai fatti nostri, cosa ci
viene addebitato? Ecco di seguito i principali punti e le nostre risposte:
1) “...la vertenza energia e l’impegno per dare uno
sviluppo alla Zona sono stati principalmente forniti dalla Dc e dalla
Flaei-Cisl”.
R. Per quanto ci riguarda precisiamo che la Fidae-Cgil,
fin dallo sciopero del 1972 che sbloccò nella Zona le assunzioni, fu alla testa
del movimento e non solo nella elaborazione dei programmi, ma nelle lotte,
nelle manifestazioni, negli incontri effettuati a tutti i livelli. In verità,
molto spesso, gli assenti erano proprio loro, i dirigenti democristiani. Nei
recenti incontri di Roma e Chianciano ci pare che il contributo maggiore lo
abbiano ancora una volta fornito le Organizzazioni sindacali e, se andiamo a
vedere i verbali e la lista dei partecipanti, non sarà difficile individuare
chi su queste cose si è veramente impegnato.
2) “...la Fidae fa l’amore con i dirigenti dell’Enel, dei
quali solo uno è democristiano”.
R. Ci sembra di cogliere un accorato rimpianto verso
“tempi migliori” quando “tutte” le posizioni di comando erano nelle mani dei
democristiani; certo l’azione di democraticizzazione ha investito ed investe
tutti i livelli della Società e anche tra la classe dirigente, molto
lentamente, si notano uomini e posizioni che tendono al rinnovamento
(recentemente si è costituita l’Udda, Unione Dirigenti Democratici di Azienda).
Abbiamo cercato, in questi ultimi tempi, di non fare un discorso generico e
negativo sui dirigenti dell’Enel, ma un discorso critico che permettesse
l’affermarsi delle posizioni più rispondenti alla gestione dell’Ente e agli
interessi dei lavoratori. Per quanto riguarda Larderello abbiamo cercato di
valorizzare “l’insieme delle nostre attività”, tenendo presente che nell’ambito
del Compartimento, per avere maggior peso, occorre realizzare una struttura
unitaria e sufficientemente forte dal lato organizzativo. Al di là delle
persone (non tutte da buttar via!) ci premeva, e lo abbiamo fatto, rivendicare
per Larderello un adeguato staff dirigenziale e dare piena funzionalità a tutti
i dirigenti esistenti nell’ambito della geotermia, spesso dequalificati o
nascosti in mansioni fantasma. Noi non sappiamo quale tessera abbiano in tasca
i dirigenti con i quali ci incontriamo e dibattiamo i problemi. Non abbiamo
lesinato e non lesineremo critiche nei loro confronti e i compagni e gli amici
sempre presenti alle discussioni possono comprovarlo. Comunque i democristiani
locali farebbero bene a leggere il volantino del Gip/Dc Enel di Firenze del
13.12.1976 dove, apertamente, si giustifica l’arbitraria nomina dei 115
Dirigenti, giudizio coerentemente in linea con le risposte del sottosegretario Dc,
Carta, il quale, anziché esprimere quanto meno una riserva sulle decisioni ed
annunciare una indagine sulle promozioni (tanto più scandalose nel momento in
cui, da un lato si procede a nuovi aumenti delle tariffe elettriche e,
dall’altro, si invoca una politica di austerità), ha colto il destro per fare
uno smaccato elogio del gruppo dirigente dell’Enel. Questo gruppo è stato
infatti presentato come un campione di oculata gestione della cosa pubblica!
3) “...l’assenteismo non è una piaga. Ci sono pochi
lavativi. Ci sono però quelli che si presentano la mattina per fare la presenza
e poi non si vedono più”.
R. Più che ai “dirigenti” democristiani vogliamo
rivolgerci ai lavoratori in generale. Essi conoscono le nostre posizioni rigorose
su chi, violando il contratto di lavoro, fa dell’assenteismo in modo scoperto.
Sono note anche le nostre posizioni sull’assenteismo occulto, spesso tollerato
dai “capi” in virtù del detto “oggi a te, domani a me!”, che in genere viene
consumato nei reparti meno produttivi e dai colleghi con una scarsa coscienza
politica, comunque sempre pronti a fare i salvatori della Patria durante gli
scioperi. E’ anche per questo che vogliamo condurre a fondo l’inchiesta sul
personale occupato a Larderello. Ma da alcune parti si vogliono considerare
“assenteisti” anche i compagni e gli amici che lavorano nel sindacato e nei
vari organismi di Fabbrica, in modo da screditarli agli occhi dei lavoratori.
Diciamo chiaramente che, al di fuori di singoli e sporadici casi, la vita del
sindacalista è molto intensa e la sua giornata di attività va ben oltre il
normale orario di lavoro. La nostra è una grande Fabbrica, con tanti problemi
che i sindacalisti si trovano quotidianamente a dover affrontare e risolvere.
Nel sindacato non ci sono bardature organizzative, non c’è da prendere la B1 o
la BS per mansioni evanescenti, c’è spesso da lavorare in modo oscuro con un
sacrificio che ricade essenzialmente su altri, i nostri familiari. Non vogliamo
diventare “funzionari”, ma restare legati al lavoro e per questo, senza
ricorrere a permessi consistenti e forme di distacco, preferiamo alternare,
quando possibile, l’attività di lavoro a quella sindacale. E, crediamo, anche
nell’interesse dell’Ente. Per essere “assenteisti” non importa assentarsi dal
lavoro. Negli Uffici ci sono decine di persone che passano tutti i giorni delle
ore a far politica, a discutere se i comunisti andranno o non andranno al
Governo, a dir male dei sindacati e dei lavoratori, a scrivere manifesti,
ordini del giorno, volantini, bilanci di Circoli e così via... è noto a tutti e
non ci vuole molto ad individuare di chi si tratti.
Sugli sprechi.
Tra i tanti sprechi di parole (anche noi
ne facciamo, non riuscire a star zitti è il nostro lato debole!), ci sembra che
i democristiani dovrebbero fare più attenzione e agli argomenti e al tono e
alla brutalità del loro ultimo comunicato. Ma si sono mai chiesti (visto
quell’unico dirigente democristiano che fanno bene a tener caro come “le cose
sante”) con quali soldi sono state costruite e mantenute le loro principali
sedi nella Zona? Con quali soldi risanate le parrocchie? Pagati mensilmente
preti e suore (anche se non tutti, per la verità)? Mantenuto luce, acqua,
gasolio, vapore, a varie Opere assistenziali? ecc. ecc... per seculo et
seculorum? Noi non crediamo che questi milioni siano sborsati dall’unico
dirigente democristiano e affermiamo che sarebbe l’ora che cominciasse a farsi
strada l’idea di finirla una buona volta con il sottogoverno e la politica
clientelare che poi, nel loro ambito, ci fanno venire in mente certi scandali Loocked,
Hercules, Egam, Iri, Petrolio, dove, guarda caso, gli imputati sono tutti
iscritti alla Fnle-Cgil!
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