martedì 17 ottobre 2017





PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 44.

61. La Fnle-Cgil, i dirigenti dell’Enel, l’assenteismo e gli sprechi (di parole e d’altro)


         Recentemente la Democrazia cristiana dell’Alta Valdicecina ha diffuso un documento nella nostra Fabbrica contenente attacchi alla Fnle-Cgil che vogliamo chiarire perché, a nostro parere, strumentali e non corrispondenti alla verità.

         Sarebbe facile, e i lavoratori lo sanno, scendere sul terreno dell’attacco alla Dc per questi 30 anni di malgoverno, di clientelismo, di mafia, di corruzione che hanno portato il nostro Paese nella situazione di grave crisi: economica, sociale e morale; situazione che vede i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali impegnati per dare una prospettiva di avanzamento, di piena occupazione, di dignità nazionale, che soprattutto questo partito ha eluso.

         Ma per venire ai fatti nostri, cosa ci viene addebitato? Ecco di seguito i principali punti e le nostre risposte:

1)    “...la vertenza energia e l’impegno per dare uno sviluppo alla Zona sono stati principalmente forniti dalla Dc e dalla Flaei-Cisl”.
R. Per quanto ci riguarda precisiamo che la Fidae-Cgil, fin dallo sciopero del 1972 che sbloccò nella Zona le assunzioni, fu alla testa del movimento e non solo nella elaborazione dei programmi, ma nelle lotte, nelle manifestazioni, negli incontri effettuati a tutti i livelli. In verità, molto spesso, gli assenti erano proprio loro, i dirigenti democristiani. Nei recenti incontri di Roma e Chianciano ci pare che il contributo maggiore lo abbiano ancora una volta fornito le Organizzazioni sindacali e, se andiamo a vedere i verbali e la lista dei partecipanti, non sarà difficile individuare chi su queste cose si è veramente impegnato.

2)    “...la Fidae fa l’amore con i dirigenti dell’Enel, dei quali solo uno è democristiano”.
R. Ci sembra di cogliere un accorato rimpianto verso “tempi migliori” quando “tutte” le posizioni di comando erano nelle mani dei democristiani; certo l’azione di democraticizzazione ha investito ed investe tutti i livelli della Società e anche tra la classe dirigente, molto lentamente, si notano uomini e posizioni che tendono al rinnovamento (recentemente si è costituita l’Udda, Unione Dirigenti Democratici di Azienda). Abbiamo cercato, in questi ultimi tempi, di non fare un discorso generico e negativo sui dirigenti dell’Enel, ma un discorso critico che permettesse l’affermarsi delle posizioni più rispondenti alla gestione dell’Ente e agli interessi dei lavoratori. Per quanto riguarda Larderello abbiamo cercato di valorizzare “l’insieme delle nostre attività”, tenendo presente che nell’ambito del Compartimento, per avere maggior peso, occorre realizzare una struttura unitaria e sufficientemente forte dal lato organizzativo. Al di là delle persone (non tutte da buttar via!) ci premeva, e lo abbiamo fatto, rivendicare per Larderello un adeguato staff dirigenziale e dare piena funzionalità a tutti i dirigenti esistenti nell’ambito della geotermia, spesso dequalificati o nascosti in mansioni fantasma. Noi non sappiamo quale tessera abbiano in tasca i dirigenti con i quali ci incontriamo e dibattiamo i problemi. Non abbiamo lesinato e non lesineremo critiche nei loro confronti e i compagni e gli amici sempre presenti alle discussioni possono comprovarlo. Comunque i democristiani locali farebbero bene a leggere il volantino del Gip/Dc Enel di Firenze del 13.12.1976 dove, apertamente, si giustifica l’arbitraria nomina dei 115 Dirigenti, giudizio coerentemente in linea con le risposte del sottosegretario Dc, Carta, il quale, anziché esprimere quanto meno una riserva sulle decisioni ed annunciare una indagine sulle promozioni (tanto più scandalose nel momento in cui, da un lato si procede a nuovi aumenti delle tariffe elettriche e, dall’altro, si invoca una politica di austerità), ha colto il destro per fare uno smaccato elogio del gruppo dirigente dell’Enel. Questo gruppo è stato infatti presentato come un campione di oculata gestione della cosa pubblica!

3)    “...l’assenteismo non è una piaga. Ci sono pochi lavativi. Ci sono però quelli che si presentano la mattina per fare la presenza e poi non si vedono più”.
R. Più che ai “dirigenti” democristiani vogliamo rivolgerci ai lavoratori in generale. Essi conoscono le nostre posizioni rigorose su chi, violando il contratto di lavoro, fa dell’assenteismo in modo scoperto. Sono note anche le nostre posizioni sull’assenteismo occulto, spesso tollerato dai “capi” in virtù del detto “oggi a te, domani a me!”, che in genere viene consumato nei reparti meno produttivi e dai colleghi con una scarsa coscienza politica, comunque sempre pronti a fare i salvatori della Patria durante gli scioperi. E’ anche per questo che vogliamo condurre a fondo l’inchiesta sul personale occupato a Larderello. Ma da alcune parti si vogliono considerare “assenteisti” anche i compagni e gli amici che lavorano nel sindacato e nei vari organismi di Fabbrica, in modo da screditarli agli occhi dei lavoratori. Diciamo chiaramente che, al di fuori di singoli e sporadici casi, la vita del sindacalista è molto intensa e la sua giornata di attività va ben oltre il normale orario di lavoro. La nostra è una grande Fabbrica, con tanti problemi che i sindacalisti si trovano quotidianamente a dover affrontare e risolvere. Nel sindacato non ci sono bardature organizzative, non c’è da prendere la B1 o la BS per mansioni evanescenti, c’è spesso da lavorare in modo oscuro con un sacrificio che ricade essenzialmente su altri, i nostri familiari. Non vogliamo diventare “funzionari”, ma restare legati al lavoro e per questo, senza ricorrere a permessi consistenti e forme di distacco, preferiamo alternare, quando possibile, l’attività di lavoro a quella sindacale. E, crediamo, anche nell’interesse dell’Ente. Per essere “assenteisti” non importa assentarsi dal lavoro. Negli Uffici ci sono decine di persone che passano tutti i giorni delle ore a far politica, a discutere se i comunisti andranno o non andranno al Governo, a dir male dei sindacati e dei lavoratori, a scrivere manifesti, ordini del giorno, volantini, bilanci di Circoli e così via... è noto a tutti e non ci vuole molto ad individuare di chi si tratti.

Sugli sprechi.


Tra i tanti sprechi di parole (anche noi ne facciamo, non riuscire a star zitti è il nostro lato debole!), ci sembra che i democristiani dovrebbero fare più attenzione e agli argomenti e al tono e alla brutalità del loro ultimo comunicato. Ma si sono mai chiesti (visto quell’unico dirigente democristiano che fanno bene a tener caro come “le cose sante”) con quali soldi sono state costruite e mantenute le loro principali sedi nella Zona? Con quali soldi risanate le parrocchie? Pagati mensilmente preti e suore (anche se non tutti, per la verità)? Mantenuto luce, acqua, gasolio, vapore, a varie Opere assistenziali? ecc. ecc... per seculo et seculorum? Noi non crediamo che questi milioni siano sborsati dall’unico dirigente democristiano e affermiamo che sarebbe l’ora che cominciasse a farsi strada l’idea di finirla una buona volta con il sottogoverno e la politica clientelare che poi, nel loro ambito, ci fanno venire in mente certi scandali Loocked, Hercules, Egam, Iri, Petrolio, dove, guarda caso, gli imputati sono tutti iscritti alla Fnle-Cgil!

Nessun commento:

Posta un commento