Ricordi di donne
e di una rarità filatelica.
Sera calda di fine maggio. Incontro nel giardino di Piazza
Matteotti, R.R., un ex collega della Larderello SpA, poi nazionalizzata
nell’ENEL nel 1963, anch’esso in pensione da una ventina di anni. Suo padre è
stato il Capo delle Officine della “Larderello”. R.R. aveva un fratello, A.R.,
con il quale ero in amicizia, un appassionato collezionista ed esperto in “marche
da bollo”, che conquistò un prestigioso premio ad una Esposizione Mondiale di
Filatelia, credo ad Helsinki negli anni ’80, e mi regalò alcune rare marche che
aveva doppie, ma, soprattutto, un blocco
prova di stampa, emesso dai nazisti per il solo uso postale degli ebrei che
transitavano nel Campo di Terezin, in Boemia, prima di essere avviati ad
Auschwitz. Un pezzo molto raro.
A.R. morì ancora giovane per una grave malattia ed io provai
un grande dolore. Anche R.R. aveva l’hobby del collezionismo, soprattutto per i
libri, riviste, foto, cimeli sulla Seconda Guerra Mondiale, come pure per la
storia di Larderello, comprese stampe,
fotografie e lettere. La sua sorprendente memoria mi stupiva quando a distanza di decenni
ricordava esattamente i numeri di targa delle auto di ex colleghi, come pure date di nascita e
di morte , di matrimonio, di una moltitudine di persone. Aveva fatto le scuole
tecniche a Livorno ed era impiegato alla Larderello, disegnatore meccanico, poi
nel Settore Amministrativo.
Ci siamo messi a parlare delle persone che avevamo conosciuto
in fabbrica, dagli anni ’50 agli anni ’80, soprattutto delle donne. Chi era la
più bella tra i circa duemila dipendenti, dei quali un centinaio donne? Abbiamo
convenuto che la più bella era IB. IB era fidanzata con un giovane che morì
tuffandosi in mare e sbattendo la testa contro uno scoglio. Dopo un po’ di
tempo si fidanzò e sposò un nostro amico e collega, un disegnatore e
collezionista di francobolli. Mi ricordo di averla vista in costume sulla spiaggia
di Cecina, credo potesse stare alla pari con le dive americane! Da Larderello si trasferirono a Pisa e
successivamente a Firenze. Adesso son morti. Ma ti ricordi di M. F. la figlia
del Capo delle Guardie? Anche lei era bellissima! Si, bella e sfortunata. Sposò
il figlio del Capo delle Perforazioni, ingegner C., Carlo, laureato in medicina
a Pisa: si ammalò e visse un po’ su una seggiola a rotelle, la seguì poco dopo
il marito. Certo una famiglia sfortunata perché anche A., la sorella di M., era
morta non ancora ventenne, anche lei bella e campionessa di tennis da tavolo.
Naturalmente non erano le sole a possedere il dono della bellezza, e
all’infilata ne abbiamo ricordate altre, come L., MP., K., MS. Invece,
nell’ufficio dove entrai io nel febbraio
1956 c’erano solo due donne di mezza
età, una elegante ma bruttina, che, si mormorava, fosse l’amante di uno dei
nostri Capi, e che non dava confidenza a nessuno; e un’altra, molto trasandata,
che possedeva il dono di sentire i fluidi sotterranei, una rabdomante che
veniva utilizzata per le ricerche del vapore.
Quando era in ufficio si rannicchiava dietro ad un tecnigrafo a pregare
immagini sacre! Un mondo scomparso e
irripetibile, o quasi.
Nessun commento:
Posta un commento