Notturno in Via della
Repubblica e Via Gramsci.
Nella stessa notte del post
precedente, sempre camminando verso casa, ecco alla “Croce”, ossia all’imbocco
del Vicolo del Convento, il grande portone del garage della Confraternita di
Misericordia, recentemente restaurato. Un portone come un altro, si direbbe. Ma
non per me. Proprio riparati dal vento, che a questo sbocco soffia sempre
gelido o fresco, io e il mio amico Mauro eravamo soliti incontrarci, dopo cena,
negli anni della nostra adolescenza. Futili chiacchiere dei primi anni ’50 del XX° secolo, quando la
vita ci sorrideva e l’avvenire non pareva
minaccioso. Studiavamo in quegli anni per poter entrare a lavorare della
grande industria geotemoelettrochimica di Larderello! Come in realtà avvenne. Era
un punto di osservazione eccezionale, specialmente per i movimenti di due delle
fanciulle che allora ci piacevano di più. E, d’altra parte, le nostre
abitazioni erano a pochi passi!
Superati l’ex cinema “Tirreno” e
il Bar di “Bruna”, ossia il Bar Sport, dopo
il palazzone di Ginulfo, si hanno a sinistra la farmacia, alcuni negozi, e la
famosa “Casa di Raspino”, oggi ristrutturata e irriconoscibile rispetto a
quando vi ho abitato (1953-1958) e a destra i giardini pubblici, ossia “il
Piazzone”, anch’esso più volte rimodellato, fino ad assumere l’aspetto attuale,
nel quale spicca una bella fontana luminosa. Alla casa ed al giardino ho dedicato descrizioni più ampie,
la prima è finita, come protagonista, in poesie e racconti, l’altro in una
ricostruzione storica, poesie e racconti. Prima o poi ne parlerò perché il
segno che hanno lasciato nei miei ricordi e nella mia anima è inobliabile.
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