Belforte (SI), Casa della Memoria, l'Aquilante, sede dei PIL:
Una piazza enigmatica di Belforte: in realtà si tratta di un eroico partigiano caduto in combattimento, Betti Alvaro, nome di battaglia "Ciocco" della XXIII Brigata Garibaldi che operò sui nostri monti. Si potrebbe spostare la targa di 10 centimetri?
8 Marzo 2015, PIL di
primavera a Belforte.
Le due coordinatrici dei Piccoli
Incontri Letterari ci avevano assegnato un tema (ma si può andare sempre
fuori-tema) per me accattivante: In posizione di ricordo. Quale tema più facile
ed arduo per chi s’è formato sulle ricordanze leopardiane, le fanciulle in
fiore proustiane, e gli accenti nostalgici per la Praga perduta di Seifert, la
dolce memoria di Guiomar di Machado?
Naturalmente ho in mente anch’io di aver pubblicato un libricino di poesie dal
titolo “Viandante nella memoria” e di aver depositato una autobiografia dei
miei primi venticinque anni di vita al centro Diaristico Nazionale! Ma sono
andato lassù, all’Aquilante, anche per ammirare nella fredda luminosità di una
incombente primavera, i panorami e le viuzze deserte di un borgo del quale
conservo delicate memorie. Eravamo soltanto in quattro, me compreso. C’è voluto
coraggio a metterci “in posizione di ricordo”. In questi ultimi otto anni la
“spinta propulsiva” della letteratura e della poesia, ironia, gioia
dell’incontro e dello “scambio”, che trovai nei PIL a Belforte, mi sembra vada
inesorabilmente esaurendosi. Troppe e ripetute e nemmeno sempre motivate, le
assenze, difficilmente colmate da qualche nuovo ingresso, e pochi o rari gli input creativi che ricevo.
Pur stando insieme, nello sforzo di condividere, restiamo inevitabilmente
solitari testimoni del tempo e delle vicende personali. Anche questa volta, a
parte i meravigliosi dolcetti di cioccolato, e un cielo profondissimo con le prime stelle e Giove di una
sorprendente lucentezza sui neri profili dei
monti, non ho trovato – ma forse
ero io che non cercavo – un’emozione. Ossia, le citazioni di un libro “Mi
ricordo” di Joe Brandano, m’hanno riportato alla mente una canzone del Festival
di Sanremo del 1953 “Vecchia Villa Comunale” della quale ho canticchiato
l’avvio di una strofa: “…mi ricordo, mi
ricordo, ero bimbo e anch’io giocavo”, che allora m’aveva procurato tanto
dolore, perché quella famosa “mamma” della nostalgica canzone io non ce l’avevo
più, ma qualche risolino m’ha impedito di andare avanti! Per questa occasione avevo scelto quattro
poesie del periodo 1978-2014, che non hanno destato curiosità alcuna…eppure,
anche soltanto a voler applicare la formula di Ungaretti, che ogni poesia nasconde un segreto, ce ne sarebbero potute
essere di domande. Anzi, su quella del “gioco dell’anello” avevo preparato una
breve spiegazione, ma che ho omesso, tanta m’era parsa l’indifferenza alla
lettura del testo. Sarà per un’altra volta!
Nessun commento:
Posta un commento