L’AVANTI!
Ogni tanto apro il file di un lavoro terminato negli anni ’90,
che mi manda nel disordinato deposito cartaceo alla ricerca di qualche
documento. Ieri sera ho trovato “un tesoro”, una decina di originali del
giornale socialista l’Avanti!, anni 1943-1945, di varie edizioni locali,
compresa quella di Firenze, comprati per poche migliaia di lire da un
collezionista della Val d’Era. Il saggio storico l’ho chiamato “IL SOGNO NEGATO. Noterelle per una storia del Partito
Socialista Italiano in un centro operaio della provincia di Pisa: Castelnuovo di
Val di Cecina. 29 giugno 1944 - 7 giugno
1953. Dalla guerriglia partigiana, all'esperienza del Comitato di Liberazione
Nazionale (CLN) e alla ripresa della vita democratica. La sconfitta del Fronte
Popolare il 18 aprile 1948 e il tentativo di "colpo di stato
istituzionale" messo in atto dalla Democrazia Cristiana nel giugno 1953,
con un cenno alle vicende dei protagonisti e delle battaglie proletarie a
Castelnuovo (dal "Circolo Socialista" alla conquista del Comune),
prima dell'avvento del fascismo, e tra gli operai della Boracifera”. Come incipit ho messo dei versi di una poesia
T’ang a me cari:
Voce come di vento sale le sette corde:
nella pace odo il freddo stormire dei pini.
Antiche melodie, è vero che vi fate amare.
Ma oggi chi vi suona è raro.
Nel piano di lavoro di una vasta cronologia storica della
Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina, del quale sono usciti i primi sei
volumi, si colloca il presente fascicolo che traccia una sommaria ricostruzione
delle vicende del movimento politico
socialista dalle sue prime origini fino alla competizione elettorale del 7
giugno 1953.
Il nucleo fondamentale dei documenti esaminati riguarda gli anni
1945-1948 ed essenzialmente la sezione socialista di Castelnuovo, ma piano
piano intorno a questo nucleo si sono andati raccogliendo documenti più antichi
che ci permettono di gettare una luce nuova sulla nascita del movimento operaio
a Castelnuovo e nella Comunità. Ciò si deve principalmente alla consultazione
della stampa socialista dell'epoca e, in particolare, dei settimanali "Il
Martello" e "La
Martinella " di cui disponiamo delle collezioni complete.
Molto abbiamo scoperto e rivelato per la prima volta.
Innanzitutto la grande tradizione di combattività e di maturità politica
dell'avanguardia del proletariato di Castelnuovo, del Sasso e di Montecastelli,
che si esprime, dopo l' Unità d'Italia, nei "Circoli Operai", nelle
"Leghe di Resistenza" e nei "Circoli elettorali socialisti"
prima di dar vita, dopo il congresso di Genova del 1892, al Partito Socialista
Italiano.
Avanzate e sconfitte si alternano e alle più cupe posizioni di
pessimismo subentrano euforiche visioni di vittoria definitiva del Socialismo.
Il pensiero vivificante di Karl Marx raggiunge i villaggi più sperduti e alle
suggestive parole d'ordine del pensatore tedesco la battaglia politica si snoda
incessantemente: proletari di tutti i paesi: unitevi!; lavoratori: voi non
siete piccini se non perché state in ginocchio, alzatevi!; l'emancipazione dei
lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi.
Ben tre sindaci socialisti guidano il comune di Castelnuovo
prima dell'avvento del fascismo: Ottavo Cascinelli, destituito arbitrariamente
dal Prefetto di Pisa; Pietro Cascinelli; Garibaldo Bisogni, destituito con la
violenza dai fascisti. Insieme a loro si staglia grandiosa la figura di Sesto
Bisogni, dirigente sindacale e deputato che rimarrà sempre fedele ai suoi
ideali. Con Sesto emergono molti altri validi dirigenti politici e tra questi
Emilio Fanetti, il contadino della Leccia, scrittore e sindacalista nella zona
e a Piombino. Dopo le esaltanti e tragiche giornate del "biennio rosso"
si scatena la violenza reazionaria, sostenuta e diretta nella zona boracifera
da Piero Ginori Conti che riuscirà rapidamente a debellare ogni organizzazione
socialista ed a instaurare un regime fatto di terrore e di paternalismo. E' il
periodo "grigio", quello meno documentato e che và dal disfacimento
delle sezioni socialiste fino al 25 luglio 1943, alla caduta del fascismo. Da
questa data si avvia ovunque la ricostituzione del PSI che ha la fortuna di
disporre a Castelnuovo di un gruppo dirigente numeroso, intelligente e preparato con uomini di assoluto valore tra
i quali emerge "il compagno venuto da lontano", il ligure Dante
Sommovigo, che accoglie con slancio le idee sostenute dall'altro grande
dirigente socialista volterrano Enzo Fantozzi. Gli anni della Costituente, dei
primi governi di coalizione, del "Fronte Popolare" che porterà alla
tragica, ma inevitabile sconfitta del 18 aprile 1948; del patto di unità
d'azione con i comunisti che contrassegnerà gli anni della lenta ripresa delle
sinistre fino al 7 giugno 1953 e alla sconfitta della "legge truffa",
tuttavia con un diverso rapporto di forza tra i partiti marxisti: infatti il
PCI ha ormai sopravanzato elettoralmente e organizzativamente il PSI, che non
accetterà un ruolo di emarginazione e di subordinazione. Grandi eventi
internazionali e nazionali si intrecciano con quelli locali e ne formano lo
sfondo sul quale si muovono gli uomini in carne e ossa che abbiamo conosciuto e
che adesso è più facile comprendere nei loro sogni e nei loro errori. Il titolo
di questo fascicolo è "Il sogno negato" a sottolineare l'accanita
resistenza delle classi dominanti contro gli aneliti di democrazia e l’ascesa
politica alla direzione del paese delle grandi masse dei lavoratori italiani.
Un sogno, appunto, tanto splendido e quasi irreale esso appariva agli uomini;
ma un sogno mai cancellato dall'alba grigia del giorno seguente, bensì
tenacemente impresso nella coscienza collettiva di un popolo e dei popoli, che
alla fine di un lungo cammino, saranno ancora protagonisti nel processo di cambiamento istituzionale, di
una maggiore giustizia sociale e nel tentativo
di unità economica e politica dell’intera Europa.
Gli anni 1944 -1953 sono anni cruciali per la storia d'Italia e
anche per la storia della Comunità di Castelnuovo. Crolla il fascismo, insieme
al suo potente alleato nazista; si passa dalla monarchia dei Savoia alla
repubblica; si formano o si ricostituiscono i partiti politici e le
organizzazioni della vita democratica; si scrive e diviene operante la Costituzione ; si
sperimenta una larga alleanza di forze antifasciste, prima nel Comitato di
Liberazione Nazionale (CLN), quindi nel governo del paese. A seguito delle
decisioni prese cinicamente a Yalta dai vincitori del conflitto mondiale,
l'Italia si trova ad essere schierata nel campo occidentale. Sull'onda delle
conseguenze della "guerra fredda", si rompe l'alleanza di governo tra i partiti democratici di
centro e i partiti della sinistra (PSI e PCI), che tuttavia restano uniti
riconfermando il "Fronte Popolare", una alleanza strategica che, nata
nell'emigrazione in Francia il 17 agosto 1934 per combattere il fascismo e il
nazismo, si contrapporrà, nel 1948, alla Democrazia Cristiana. Le sinistre
vengono sconfitte nettamente e alla sconfitta elettorale seguono le scissioni
nel movimento sindacale e nel partito socialista. Nel 1953 la DC tenta la carta di un colpo
di stato "istituzionale" varando una legge elettorale capace di
assicurargli, pur con la minoranza dei voti, la maggioranza del Parlamento. Il
tentativo fallisce e la cosiddetta "Legge Truffa" non passa. La
vittoria elettorale delle sinistre anziché dar seguito ad un moderno progetto
politico riformista, favorisce l''ultimo atto di un patto politico e ideologico
tra socialisti e comunisti che poi si spezzerà definitivamente di fronte ai
tragici avvenimenti internazionali: il XX° congresso del PCUS, l'invasione
dell'armata rossa in Ungheria per reprimere il tentativo di
democraticizzazione.
Il PSI
comprende e afferma solennemente che socialismo e democrazia non possono essere
disgiunti; ripudia il comunismo, il leninismo e lo stalinismo, nella ideologia
e nella pratica; si avvicina alle correnti di pensiero democratiche del mondo
socialdemocratico europeo: una linea politica che successivamente lo porterà a
dar vita al centro-sinistra, all'alleanza con la DC , nel tentativo di modernizzare l'Italia e di
far crescere il peso dei lavoratori, della democrazia partecipata dal basso e
della solidarietà nel nostro paese.
I documenti
socialisti ci consentono, sia pure a grandi linee, una lettura incrociata con
le fonti finora note del periodo e quasi esclusivamente di provenienza
comunista: sia quelle partigiane, che del CLN, sindacali, amministrative e
politiche. L'archivio del PSI di Castelnuovo è di eccezionale importanza perché
l'unico - almeno risulta - pressoché completo che giunge fino a noi. Dai
documenti emergono con forza le idee guida, i comportamenti dei dirigenti, i
temi trattati, i conflitti interni e le difficoltà dei rapporti esterni.
Emergono anche le figure di notevoli dirigenti politici: Dante Sommovigo,
Azolino Groppi, Savino Galardi, Benso Cheli, Alberto Conti, Secondo Virgili,
Lara Bertini, con i loro slanci, i loro dubbi e debolezze.
A premessa di questo periodo abbiamo introdotto una cronaca delle
vicende dei socialisti castelnuovini: dal sorgere delle prime società di Mutuo
Soccorso alle Società Operaie ed alla nascita del partito socialista nel 1892;
alla conquista del Comune, alle persecuzioni subite ad opera dei fascisti
capeggiati dal principe Piero Ginori Conti e da suo figlio Giovanni, al
formarsi delle bande partigiane e del C.L.N. La ricerca è stata condotta sulla stampa locale dell'epoca, sul carteggio
comunale, sui depositi nell'Archivio di Stato di Pisa, su alcune interessanti
tesi di laurea (prima fra tutte quella di Enrico Gasperi), su diari e memorie
dei protagonisti e su molto materiale eterogeneo di proprietà di privati
cittadini, nonché su opere edite di grande valore, tra le quali citiamo quella
di Stefano Maggi ove si tratteggia ampiamente la figura del grande socialista
castelnuovino, due volte parlamentare, Sesto Bisogni.
E’ stata per noi una scoperta estremamente positiva. Le amare
vicende degli ultimi anni del partito socialista italiano non la rendono
inattuale, anzi, il contrario! perché fa vedere la radice sana di questo
glorioso partito sul quale poi, spregiudicati avventurieri, hanno innestato il
buttone dell'albero dalle "mele d'oro", dei frutti velenosi. Ma
questa è solo una parte della storia, una parte minoritaria, che non può far
obliare la verità sull'intero passato né sminuire le potenzialità che sono
rappresentate oggi, in Italia e in Europa, da un grande progetto progressista e
riformista, un progetto di socialismo democratico connotato da forti ideali
"etici" e permeato da una rinnovata tensione morale, filosofica e di
slancio solidaristico: una vera e propria sfida alla concezione liberista in
economia, al risorgente nazionalismo, al fanatismo religioso, alla apparente
deriva dei contrasti tra popoli e stati, nord e sud, fame e sprechi. Progetti e
tensioni che hanno da sempre costituito l'humus fecondo del movimento
socialista in tutto il mondo verso il quale anche noi guardiamo non con la
nostalgia malinconica del "balocco perduto", ma con la serena
consapevolezza di stare dentro un processo, non deterministicamente tracciato,
nel quale l'uomo, gli uomini e le donne, le loro idee, le loro passioni, le
loro lotte, possono indirizzarlo alla giustizia e alla libertà.
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