venerdì 27 luglio 2012


Il teatro dell’anima e il teatrino della vita…

Ieri sera alle 21,30 sono salito a Montecastelli per la prima prova teatrale del dramma ispirato alla figura di Norma Parenti, fulgida eroina della Resistenza, per quanto poco conosciuta. Il regista, con un gruppetto di attori e attrici, dopo aver scelto il suggestivo sagrato della chiesa romanica del XII secolo come palcoscenico, si son messi a leggere i brani della sceneggiatura, liberamente tratta dal mio lavoro “Norma Parenti: un angelo a Massa Marittima”. Seduto accanto a Mauro Mazzoni mi sono trovato immerso nella mimica e nelle parole che fluivano nette nella silente notte di luna. Mazzoni m’ha detto”Carlo, questo è vero teatro! Non ha bisogno d’altro! Peccato non avere una videocamera”. Era davvero teatro dell’essenzialità, che non aggrediva con tutti gli altri orpelli della scena, ma che richiamava il risveglio delle emozioni nascoste dopo troppa televisione, immagini cartacee, pubblicità. Richiamava Euripide e Sofocle, Antigone e Medea. Martedì nuova prova e così di due giorni in due giorni fino al 18 agosto, data della rappresentazione al pubblico. Come il mio lavoro di ricerca su Norma resta in itinere, anche il lavoro teatrale resta aperto, non solo da prova a prova, ma anche agli interrogativi che il dramma porrà agli spettatori. Ritornando a casa a notte inoltrata ho finalmente ammirato il mio paesello abbarbicato sul contrafforte del Monte, illuminato da rade luci gialle e lambito dai grandi boschi neri, al di sopra dei quali, proprio sulla sommità, là dove un tempo era la “crocina di Pietralata”, una misteriosa mezzaluna dava ai contorni ed all’insieme suggestioni malinconiche, molto indipendenti dallo spread! Peccato che queste emozioni non siano quotate in Borsa. Avremmo anche noi, abitanti ai margini di aree ipersviluppate d’Europa, qualcosa di valore da mettere sulla bilancia.

Stamattina, invece, a M……. per una RX alla spalla sinistra, da un po’ di tempo dolorante. Avevo in mano una “impegnativa” del mio medico di famiglia e la tessera sanitaria personale. Dovevo pagare il ticket, ma come fare? Ho immaginato di giocare al gioco dell’Oca e lanciando i dadi procedere di casella in casella di fronte all’imprevisto. Prima casella uno sportello del Centro Unico di Prenotazione, uno sguardo all’impegnativa e poi: no, non è qui che Lei deve venire, vada a pagare il ticket alla macchina…Dov’è? A destra dell’ingresso dell’Ospedale. Mi trovo davanti una macchina muta, ma interattiva, ma quanto pagare? Ritorno alla prima casella…Mi scusi, quanto devo pagare? La signorina guarda di nuovo l’impegnativa e mi dice secca: 26 €! Ritorno davanti alla macchina, prendo 50 € (mi darà il resto?). Mi accorgo di aver lasciato gli occhiali da vista in auto, devo sforzarmi per leggere via via le istruzioni sul display, finalmente arrivo alla fine del percorso guidato, introduco la banconota, sento cadere il resto e poi, da una fessura ecco una striscia di carta, la ricevuta del pagamento! Baldanzoso per aver effettuato l’operazione  (anzi, a due nuove arrivate riesco a dare qualche istruzione!) mi dirigo nella zona delle radiografie. C’è un altro sportello dove mettersi in nota, anche se avevo ricevuto l’appuntamento telefonico per le ore 8,45. Presento alla gentile impiegata: impegnativa, tessera sanitaria e ricevuta del pagamento ticket, No caro signore, dal 1 aprile 2012 sono cambiate le regola, adesso deve riempire un modulo attestante il suo reddito…guardi, prenda il modulo e anche questa penna…Spostandomi dalla fila che non era cortissima, ho riempito il modulo ripresentandomi allo sportello. Vede signore, lei è nella seconda fascia di reddito, perciò deve pagare ancora 5 €! Allora? Ritorni alla macchina paghi i 5 € e riporti a me la ricevuta, debitamente compilata nelle due parti, una sarà per me ed una sarà per lei…Si grazie. Nel gioco dell’Oca sono andato avanti di poco…Finalmente riporto la nuova ricevuta (e così il ticket è di 31 €) che ritira l’impiegata, dicendomi di sedermi nel corridoio e attendere che mi chiamino per l’esame radiografico. Siamo in tanti, e altri arrivano, è possibile ascoltare brandelli di conversazioni: c’è una lamentela sommessa sulla complessità delle operazioni di pagamento, specialmente da parte delle persone anziane…non aduse a conoscere gli aggiornamenti delle leggi, maneggiare PC, telefonini e strumenti elettronici. C’è chi dice: ma avete visto cosa accade ai caselli autostradali? C’è un bel via vai di persone in camice bianco, e per adesso nessuno entra. Una signora seduta accanto a me dice: lo vede poverine come sono stressate? Stressate? No cara signora, non mi pare, la prendono con calma…fanno parte di un sistema sanitario che costa tantissimo ai contribuenti, cioè a noi, perché adesso anche chi è nella fascia di reddito da ZERO a 36.000 € deve pagare un ticket! E qui, diciamo, che funziona abbastanza bene, ma provi a prenotare ad esempio una ecografia a Grosseto o Pisa o Volterra, gli danno l’appuntamento dopo 60 o 90 giorni…si potrebbe morire, e per questo si intasano i Pronto Soccorso, che hanno costi esorbitanti, dove tra l’altro, non si paga nulla! Forse stressati saranno i lavoratori dell’ILVA di Taranto…e milioni di disoccupati…Ma ecco, mi chiamano. E’ la parte migliore del sistema: attrezzature moderne, operatrice competente e gentile, e dopo una attesa di un’ora ecco il verdetto, un CD con le immagini ed un referto cartaceo! Anche il referto è abbastanza tranquillizzante. Me la sono cavata.

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