domenica 27 maggio 2018




PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 91.

Quel pasticciaccio brutto delle case dell’Enel-Larderello

         Difficile entrare nel merito della validità del contenuto del volantino del Pci di Cavriglia (AR) a proposito degli alloggi Enel di Santa Barbara e degli sfratti che avrebbero colpito per adesso due famiglie e che colpirebbero entro il 1982 circa 150 famiglie di non dipendenti.
         Non conosciamo la situazione, i motivi, la storia, la posizione dell’Ente. Certo il tono non pare adeguatamente meditato e non abbiamo elementi per comprendere realmente come stiano le cose. Ma altro è prendere lo spunto per tracciare un parallelo con la situazione esistente nella gestione degli alloggi dell’Enel di Larderello e di piangere lacrime di coccodrillo sui malcapitati che  “a pedate” sarebbero stati cacciati fuori dalle loro abitazioni una volta andati in pensione.
         Antico è il problema di Larderello e intricato e controverso. C’è chi dice che le case costruite intorno alle vecchie fabbriche siano state un luminoso esempio di socialità del padrone, c’è chi dice che il loro scopo fu quello di avere maestranze più prossime alla fonte del lavoro, più controllabili e ricattabili (la casa, l’orto, il pollaio, il garage o il terreno per il tenditoio…), chi vede la situazione in un disegno del capitalismo avanzato (Marzotto a Valdagno, Olivetti a Ivrea, Piaggio a Pontedera), ma lo scopo resta comunque quello di condizionare il più possibile i lavoratori evitando conflitti sociali, di creare contraddizioni all’interno della classe operaia, di portare acqua al mulino delle forze politiche verso le quali più vicini si sentivano i padroni.
         L’Enel ha ereditato Larderello, con i suoi abitanti ed i suoi problemi: non ha fatto quasi nulla per affrontarli seriamente, ha innescato nuove tensioni tra i dipendenti, ha gestito gli alloggi con la stessa filosofia del padrone privato. Chi abita a Larderello e nelle altre “fabbriche” è del resto sempre più scontento della qualità della vita che vi conduce: manca una vita sociale, un pluralismo politico, commerciale e culturale; l’eterogeneità degli abitanti ha inoltre cancellato le radici storiche e solo la modestia del canone degli affitti e del riscaldamento esercita probabilmente la più forte attrazione sui dipendenti per richiedere un alloggio e rimanervi.
         Noi siamo per il superamento del regime di monopolio che esercita l’Enel. Quindi, liberalizzazione dei terreni per creare nuove aree edificabili, servizi trasferiti agli enti locali, gestione democratica del patrimonio immobiliare, equi affitti e canoni di riscaldamento adeguati, studio possibilità di cessione a riscatto degli alloggi…fine delle attuali discriminazioni nelle assegnazioni che non sono trasparenti e pubbliche, rapida consegna degli alloggi vuoti, salvaguardia dei vecchi inquilini con pensioni modeste, gradualità nell’imporre il rilascio delle abitazioni.
         Chiediamo all’Enel di rendere nota la situazione dei propri alloggi: Quanti sono? A chi sono stati assegnati? Quanto viene pagato di affitto? Quanto per il riscaldamento? Quanti sono vuoti? Quante le domande inevase? Chi possiede un garage? Chi due o tre garagi? Quanti estranei abitano negli alloggi Enel? Quanti pensionati?
         Attraverso la conoscenza di questi dati potremo operare un riflessione seria sul problema alloggi, problema che rappresenta un elemento di divisione tra i lavoratori perché se è vero che c’è anche chi non avrebbe mai voluto andare ad abitare in una casa Enel, c’è anche chi non vi abita perché discriminato politicamente e non ben visto dai vecchi e nuovi dirigenti, e c’è chi “per patire il freddo” spende 600-700 mila lire in più dei propri colleghi; c’è chi fa oltre 100 chilometri al giorno per raggiungere Larderello…e ci sono poi partiti ed associazioni che hanno sedi, riscaldamento, pulizie e contributi…c’è infine chi paga una cifra e chi un’altra:
         E non parliamo di pedate. Anche noi siamo per la democrazia calcistica, ma che dire di chi avendo due o tre case a Cecina, Follonica o in altro sito, non lascia la casa dell’Enel a Larderello e viene soltanto una volta al mese per riscuotere la pensione “sociale”, versare i denari sulle obbligazioni, innaffiare i gerani e vedere se è morto il gatto?

Privilegi di tutto il mondo unitevi!

E contro il privilegio, forse, le pedate non sono sufficienti.

Nessun commento:

Posta un commento