Resistenza taciuta,
eroismi ignorati.
Che se ne faranno i
“grandi storici” del nostro mezzo secolo di ricerca?
Ho ripreso in mano la “Storia
della Resistenza Italiana”, di Roberto Battaglia, Einaudi, prima ristampa della
nuova edizione, 1964, cercando Norma Parenti, una delle poche medaglie d’oro al
valor militare alla memoria nella storia della Liberazione, ma nell’indice non
l’ho trovata. Ho trovato invece Anna Maria Enriques Agnoletti “ferocemente
torturata dalla Gestapo e fucilata sul greto del Mugnone, alla vigilia
dell’insurrezione fiorentina”, già appartenente al Partito d’Azione e a
“Rinascita”, foglio toscano del movimento cristiano sociale. D’altra parte
Firenze è all’avanguardia del movimento popolare per intensità delle azioni
gappiste e il vigore della sua classe operaia. Ha sede a Firenze il Servizio
informazioni di “Radio CORA”, diretto da Carlo Campolmi, uno dei maggiori
dirigenti azionisti della lotta armata. Spetta a questo Servizio – scrive
Battaglia - , che perderà quasi tutti i suoi quadri nel corso della lotta, il
merito d’aver tempestivamente segnalato il trasferimento della Goering dal
Passo del Brennero all’Italia centrale, tanto da permettere la sua distruzione
pressoché completa a opera dell’aviazione alleata e da impedire, in conseguenza,
che essa gettasse il suo peso nella battaglia di Roma: uno dei fatti tipici, e
meno noti, in cui la
Resistenza italiana, uscendo dagli schemi regionali, ha
influito direttamente sull’intero corso della guerra regolare”. Per il resto
però, la Toscana
e molto trascurata e Battaglia si limita a citare la “battaglia di
Monticchiello” del 6 aprile 1944 fra i partigiani della “Monte Amiata” e i
fascisti. Quando arriveranno i tedeschi di rinforzo troveranno a Monticchiello
solo una bandiera rossa che sventola sul castello. Infine, a pagina 238, si accenna
alla Spartaco Lavagnini che “controlla numerosi villaggi e centri rurali del
senese”. Fine. Dunque né Norma, né Niccioleta, né guerra ai civili, né XXIII BR. Garibaldi,
né III Brigata Garibaldi…
Ho trovato anche un altro libro
molto interessante: “Partigiane della libertà”, edito a cura della Sezione
centrale stampa e propaganda del PCI per il 1973 “Anno Antifascista”, con una
bella introduzione di Gian Carlo Pajetta. Visto che si parla di donne sono andato
a cercare Norma Parenti. Andiamo a pagina 95, inizio della cronistoria
dell’anno 1944. Quando nell’ottobre 1944 la Direzione del PCI emana
le direttive “per le compagne staffette”, che avranno una tessera di
identificazione rilasciata dal Comando di brigata, e un lasciapassare del CLN,
la nostra Norma era già stata uccisa. Giungiamo infine a pagina 199: Le
medaglie d’oro al valor militare. Sono al momento 16. A pagina 202 ecco Norma:
ma si sbaglia il cognome scrivendo Norma Fratelli Parenti. Ecco la sua scheda:
“da Massa Marittima, partigiana combattente (alla memoria)” e poi tra
virgolette, si riporta il testo della m.d’o. La brevissima nota si chiude con:
“Massa Marittima, giugno 1944” .
Alle medaglie d’oro seguono le “Stelle d’oro delle Brigate Garibaldi”. Sono 15.
Delle toscane si citano: Rina Chiarini, e Giuliana Serafini.
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