I luoghi “magici”.
I luoghi “magici”, come sappiamo, sono nell’anima.
E’ l’anima che nasconde i segreti e la felicità. Tutto il resto è
rappresentazione. Ma se sulla “rappresentazione” può calare la tela, lasciando
vuota la platea ed il proscenio, l’anima
è eterna e nessuno può sapere con precisione cosa le accadrà quando essa sarà
scissa dalla carne e dalle ossa, ed anche dagli impulsi cerebrali. Credo che
l’anima sia immortale. Ma questa immortalità un po’ mi spaventa, non vorrei che
fosse infinita, beata solitudine. Non so
se potrà incontrare i luoghi e le persone che essa ha amato sul pianeta Terra.
Oppure manifestarsi in altre forme di vita. Non so bene quale sia stato il vero
scopo del Creatore e della Creazione. Mi
fanno tenerezza le piccole pietraie votive che s’incontrano sulle montagne ed
anch’io ne ho erette due nei pressi del Circolo Polare Artico, oltre Mo-i Rana,
per i morti che mi hanno amato. Adesso i ghiacciai le avranno cancellate, come
tutto della materia si trasforma. Trent’anni fa, quando morì il mio babbo,
preparai per memoria un cartoncino con una fotografia che gli avevo scattato
quindici anni prima, accompagnandola con un testo che avrebbe amato, e che
anch’io amo: “Io non lo so, Signore,/come sarà quel mondo che ci attende/oltre
la vita e di promesse splende/né qual gioia è negata al peccatore./Ma nel mio
ciel trovare/un profumo di resina vorrei/e i boschi e i monti miei:/udir vorrei
un fiume mormorare/ - quel fiume –così limpido e profondo,/come nessuno al
mondo/verde…”
Ed oggi, andando sul fiume Cecina, al Ponte del
Ricavolo, mi sono imbattuto in uno dei “luoghi magici”, di qualcuno che non conosco, ma che ho fatto
mio aggiungendo pietruzze, e un cuore;
col pensiero rivolto alla mia
stirpe e a Dio.
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