sabato 29 agosto 2015


Madonna SS. di Montenero e Castelnuovo di Val di Cecina.

La piccola formella in alabastro è collocata all'ingresso del Museo della Geotermia  di Larderello ubicato al piano terra del grande Palazzo di Francesco De Larderel, colui che seppe trasformare i rudimentali tentativi di estrazione dell'acido borico dalle acque dei "lagoni" da parte di una miriade di Ditte locali e straniere, in importante attività imprenditoriale a livello mondiale. Sarà, successivamente sotto l'ultimo dei suoi discendenti, il Conte Florestano, tramite suo genero, Principe Piero Ginori Conti, a riunificare nell'unico monopolio nazionale tutte le Ditte chimiche che sfruttavano le acque boriche dei lagoni e dei soffioni dell'area denominata "Regione Boracifera" in Toscana, nell'anno 1912. I Larderel, approdati a Livorno all'inizio dell'Ottocento, erano ferventi cattolici e, com'era naturale, affidarono le loro fortune alla Patrona della città, la Madonna del Santuario di Montenero, poco lungi dalla città. Quando nel 1818 avviarono l'attività chimica nei Lagoni di Montecerboli, successivamente denominata Larderello, affidarono il loro successo alla Madonna di Montenero che ne divenne la patrona. Adesso questa Madonna è Patrona della Toscana. L'8 settembre, il giorno della ricorrenza, è sempre stato considerato "festivo" per tutti i dipendenti delle attività chimiche ed elettriche un tempo facenti parte della Larderello SpA ed oggi dell'ENEL. Nel Santuario di Montenero sono stati raccolti la maggior parte degli ex voto di tutti i Comuni della Toscana, ex voto raffiguranti ogni singolo stemma comunale. Quando divenni Sindaco di Castelnuovo mi resi conto che da tali ex voto mancava quello del mio Comune. Affidai l'incarico ad un Maestro d'arte di Volterra per la realizzazione di un piatto in ceramica riproducente lo stemma ufficiale con l'aggiunta, in una specie di cartiglio, delle tre lettere etrusche rinvenute nello scavo archeologico del "Bagnone del Sasso", risalenti a circa 2000 anni fa. Fummo invitati, come Comune, alla cerimonia solenne della messa in opera dello stemma nel Santuario. Organizzammo una gita e nella Basilica gremita pronunciai la prolusione di affidamento della intera comunità alla misericordia della Madonna di Montenero. Spero che ancora oggi, a distanza di quasi trent'anni, i cittadini si sentano legati a questa promessa, ed a tutte le azioni che ne conseguano, e al contempo che la Madonna di Montenero non ci abbia dimenticato.  

martedì 25 agosto 2015



Alice Munro.


Un giorno qualunque, un incontro a sorpresa illumina le loro solitudini…: “Peccato che non ci sia ancora la luna, è proprio bello qui, seduti sotto il tiglio, quando c’è la luna. – E’ bello anche così…Gli passò un braccio  intorno alle spalle, fino a sfiorarle il seno, come se fosse un gesto più che naturale, e come se avesse a disposizione tutto il tempo del mondo. Avvicinò le sue labbra alle sue labbra, non propriamente  un bacio sulla bocca, ma riuscì a percepire un aroma di mandorle e di sale. A Jinny quella sembrò la prima volta che le capitava di essere coinvolta in un bacio che era un evento in se. L’intera vicenda, in sé e per sé. Il prologo delicato, la stretta sapiente, l’osare e il ricevere disinvolti, l’indugio di un grazie, il ritirarsi appagato. “E’ per me la prima volta che bacio una ragazza.” – Probabilmente ne avrai baciate parecchie – disse lei, - prima di giungere a me.”- Eh, già – disse - si, è probabile.” Quello che provava era una specie di leggerezza indulgente, quasi una voglia di ridere. Un fremito di affettuosa ilarità, che ebbe la meglio su tutto il dolore e il senso di vuoto, per il momento. 

lunedì 24 agosto 2015

SHEMA ISRAEL ELOHAY - SARIT HADAD - Rigui

Liel Kolet - "Elohim Sheli" (Hebrew/English)



GRAZIE ALLA VITA, poesie di Carlo Groppi, 2014.


Sabato 22 agosto 2015 ho spedito a un signore di Follonica, Domenico Cenerini, mio ex paesano, l’ultima copia del mio quinto libricino di poesie “Grazie alla vita” stampato in 348 copie il 26 ottobre 2014. Della tiratura 4 copie sono andate disperse, 36 spedite o consegnate in omaggio e 308 consegnate ai richiedenti che le avevano prenotate sostenendo in anticipo l’iniziativa. Sono molto soddisfatto; non è facile trovare così tanti lettori di poesia. Ciò mi sprona (appagando il mio ego) a proseguire. Non solo nell’impresa di alimentare il “Canzoniere”, cioè la raccolta dei testi che va dal 1954 ad oggi, ma a progettare qualcosa di nuovo per il prossimo anno (2016). Vorrei realizzare un libricino di piccolo formato dei miei due primi (La cometa Swan e El poeta canta por todos, 9x12 cm.), con un massimo di 8 liriche, delle quali 4 mie e 4 di una cara amica (sul tema c’è ancora qualche incertezza, e lo definiremo, eventualmente con la scelta dei testi, nel prossimo autunno), accompagnate da altrettante illustrazioni grafiche (bn. e/o colori) di una artista italiana e di un artista tedesco, applicate sui fogli, per un totale di tre sedicesimi o, al massimo, tre sedicesimi e mezzo. Insomma un libricino “d’arte”, come alcuni di quelli editi da Vanni Scheiwiller. Mi piacerebbe molto realizzare un’edizione in lingua tedesca, con il testo italiano a fronte. La tiratura? Al momento impossibile stabilirla senza aver illustrato il progetto allo “stampatore”. Ma non più di centoventi copie. Il sostegno economico che richiederemo ad amici ed amiche sarà fedelmente quello del costo di stampa, maggiorato delle spese postali per invii in località ubicate al di fuori del quadrilatero coi vertici in Volterra – Radicondoli - Massa Marittima - Monteverdi Marittimo. Entro l’anno metterò sul blog ulteriori precisazioni, sperando di poter aprire le “prenotazioni” sulla fiducia! 

domenica 23 agosto 2015






Fosini, 23 agosto.

Nel pomeriggio (Ore 15) decidiamo di andare a camminare. Dove? Scartiamo la costa Tirrenica, probabilmente invasa dai turisti e dal traffico a “bollino rosso” su tutte le strade, e non vorremmo allontanarci troppo da Castelnuovo, scegliamo perciò Fosini, come punto di arrivo. Con la “Panda” impieghiamo circa 20’ a raggiungere la località “Palazzaccio”, dove adesso è installata una trivella dell’Enel per la ricerca del vapore geotermico, ben visibile in lontananza dal terrazzo della mia stanza (nella quale sto’ scrivendo questo post). Lasciata l’auto sul bordo della strada (stretta, ma asfaltata) ci incamminiamo in leggera salita (che non ricordavamo così lunga!) costeggiando il monte chiamato “Carlina” (per la pianta spinosa che vi abbonda) fino allo scollinamento ed al cambio del versante tutto in leggera discesa. Si attraversa un magnifico bosco, incontrando freschi ruscelli d’acqua purissima, con belle viste sui grandi boschi e, sul lato destro, i versanti dei monti contrapposti, cioè l’Aia dei diavoli e il Monte di Castelnuovo. Anche il paese è visibile e le alte torri refrigeranti della Centrale geotermoelettrica. Dunque, abbiamo compiuto un lungo giro, in auto ed a piedi, ma in linea d’aria siamo molto vicini. Non a caso negli anni della mia giovinezza, attraversando il castagneto di Castelnuovo fino al Torrente Pavone, e poi, oltrepassato, su un sentiero ben battuto, arrivare in uno dei tanti poderi che appartenevano alla Fattoria di Fosini, dove si svolgeva il rustico ballo dei contadini. Però, cammina, cammina, dopo un’ora e venti minuti il Castello di Fosini sembrava ancora molto lontano. Giunti al piede di una enorme quercia, abbiamo deciso di tornare indietro. Aumentando leggermente il passo, ma soffermandoci a cogliere le more mature, abbiamo impiegato un’ora. Saliti in automobile abbaiamo deciso di misurare il percorso, andata e ritorno, e in più andare a visitare il piccolo camposanto di Fosini e la chiesina di San Rocco, immersi nella campagna, recentemente restaurati ad memoriam, perché ormai non vi si praticano più sepolture. Il piccolo cimitero l’avevo visto e fotografato cinquant’anni fa, nel corso di una memorabile ascesa al monte “Cornata”, nel prato c’erano ancora le tombe e molte lastre di marmo fissate nei muri perimetrali, ma già allora esso era in stato di abbandono e tutti i poderi della immensa Fattoria si stavano spopolando. In tutto questo percorso (auto+camminare, circa 50 chilometri. Abbiamo incontrato soltanto due auto! e tre persone a passeggiare, nei pressi di Solaio!

Doccia e riposo, sobria cena (ma deliziosa pastasciutta con i fiori freschi di zucca), e sorprendentemente nessun affaticamento né fisico né mentale. Alla nostra età c’è da preoccuparsi?  

martedì 11 agosto 2015

I luoghi “magici”.

I luoghi “magici”, come sappiamo, sono nell’anima. E’ l’anima che nasconde i segreti e la felicità. Tutto il resto è rappresentazione. Ma se sulla “rappresentazione” può calare la tela, lasciando vuota la platea ed il proscenio,  l’anima è eterna e nessuno può sapere con precisione cosa le accadrà quando essa sarà scissa dalla carne e dalle ossa, ed anche dagli impulsi cerebrali. Credo che l’anima sia immortale. Ma questa immortalità un po’ mi spaventa, non vorrei che fosse infinita, beata  solitudine. Non so se potrà incontrare i luoghi e le persone che essa ha amato sul pianeta Terra. Oppure manifestarsi in altre forme di vita. Non so bene quale sia stato il vero scopo del  Creatore e della Creazione. Mi fanno tenerezza le piccole pietraie votive che s’incontrano sulle montagne ed anch’io ne ho erette due nei pressi del Circolo Polare Artico, oltre Mo-i Rana, per i morti che mi hanno amato. Adesso i ghiacciai le avranno cancellate, come tutto della materia si trasforma. Trent’anni fa, quando morì il mio babbo, preparai per memoria un cartoncino con una fotografia che gli avevo scattato quindici anni prima, accompagnandola con un testo che avrebbe amato, e che anch’io amo: “Io non lo so, Signore,/come sarà quel mondo che ci attende/oltre la vita e di promesse splende/né qual gioia è negata al peccatore./Ma nel mio ciel trovare/un profumo di resina vorrei/e i boschi e i monti miei:/udir vorrei un fiume mormorare/ - quel fiume –così limpido e profondo,/come nessuno al mondo/verde…”

Ed oggi, andando sul fiume Cecina, al Ponte del Ricavolo, mi sono imbattuto in uno dei “luoghi magici”,  di qualcuno che non conosco, ma che ho fatto mio aggiungendo pietruzze, e un cuore;  col pensiero rivolto  alla mia stirpe e a Dio.  







LA SPALLETTA (di Volterra)

Confesso di essere un lettore del settimanale La Spalletta, il tabloid di Volterra e del suo territorio. Nonostante  da circa tre anni sia assente dalla vita pulsante della città, vi mantengo saldi legami affettivi e molti bei ricordi, di amicizie, di laboriosità, di impegno politico e sociale. Perciò La Spalletta rimane un "ponte" tra me e quella magica città. Spesso mi porta notizie liete, ma molte volte tristi. Sul numero in edicola l'8 maggio (La Spalletta esce ogni sabato) ce ne sono dell'une e dell'altre. Le liete  sono l'uscita del romanzo dell'amico Lirio Suvereti  "I cinque della mano sinistra" e la vittoria di una ragazza che conosco al titolo di Miss Eleganza Toscana, vittoria che le darà l'accesso, oltre che alla finale regionale di Miss Toscana, anche alle prefinali nazionali di Miss Italia. Quella triste è invece l'annuncio della morte di Luciano Cerri, un mio compagno alle Scuole Aziendali di Larderello (1951-1955) e poi collega di lavoro, morte per me inattesa dato che avevo parlato con lui alcuni mesi fa, in una delle sue apparizioni al mercato di Castelnuovo, e mi sembrava in buona salute.

Ripropongo una vecchia immagine, credo dell'aprile 1954, durante una gita scolastica alla Mostra dell'Artigianato di Firenze:


In prima fila da sinistra a destra: Renzo Creatini, Aurelio Vagheggini, Silvano Grassini, Luciano Cerri, Luciano Filippi, Giancarlo Montagnani, Carlo Groppi e il professore di chimica dottor Aldo Cascinelli;
in seconda fila da sinistra a destra: Ottorino Parenti; Leonello Bardelloni, Sergio Rossi, Mario Moretti,e il professore di meccanica p.i. Vittorio Corsi;
sul fondo si intravedono, sempre da sinistra a destra: Guido Cinci, Mario Nati, Benito Gazzarri, Romano Bargelli (quello che si liscia i capelli) e appena riconoscibili: la testa del professore di disegno Enzo Michelotti e quella del Maestro d'officina Alamanno Frasconi. Grassini, Cerri, Cascinelli, Corsi, Bargelli, Michelotti e Frasconi, sono morti.




lunedì 10 agosto 2015







Boccheggiano: il paese, le miniere, gli abitanti.


Ci voleva un po’ di coraggio, ieri sera, a fare i circa 40 Km. per andare da Castelnuovo al piccolo Borgo di Boccheggiano, frazione del Comune di Montieri (GR), un tempo florido villaggio di un importante bacino minerario, attualmente dismesso e in parte destinato a Parco Archeo-Minerario. Ancora nel 1959 le miniere di pirite davano lavoro a circa 1400 dipendenti, e pure la Vecchia Miniera, che produceva pirite cuprifera ed aveva cessato la sua attività nel 1908, era stata ripresa nel 1952. Oggi Boccheggiano conta circa 300 abitanti. C’era stato nel pomeriggio un violento temporale e il cielo era rimasto minaccioso. Tuttavia l’evento in programma, una mostra fotografica e di reperti sulla storia del paese, i suoi protagonisti, la loro vita quotidiana, le ricorrenze e gli eventi dagli anni 20 agli anni 80 del ‘Novecento, unitamente alla proiezione di un documentario sul lavoro delle donne nelle “laverie” di Rigagnolo, presso le miniere di Boccheggiano, realizzato dalla Associazione Culturale il Mosaico Arte, a cura di Chiara Bindi e Saverio Tommasi, mi attirava enormemente. Anche perché la Mostra era stata coordinata e da una carissima giovane amica, l’architetta Cecilia, figlia di Silva e Renzo, amici di famiglia e Renzo un collega di lavoro, intelligente e sincero, con il quale ero in sintonia e così, anche se dopo il mio pensionamento non abbiamo avuto molte occasioni d’incontro, a lui sono rimasto sempre affezionato. Ed anche a Silva, la maestra elementare dei miei nipotini! La  Mostra è stata all’altezza delle aspettative. E stamattina, la visione del CD, sulla Mostra, con accompagnamento musicale, è stata emozionante! Grazie Cecilia e collaboratrici, per questa iniziativa intelligente dettata dall’amore per il luogo natio, ma che va molto al di là dell’evento, affidandolo alla memoria futura. Avete seguito il dettame di Dante che ammoniva: “non fa scienza, sanza lo ritenere, avere inteso”. E grazie al Comune di Montieri ed all’Associazione 4 Gatti.

venerdì 7 agosto 2015

mercoledì 5 agosto 2015

Foto di gruppo con "Fabrizio".

Dopo sette anni di post sui blog LAVITALARGA e GRAZIEALLAVITA voglio presentare ai miei amici e parenti (soprattutto a quelli lontani, negli Stati Uniti d'America; in Francia, Spagna, Repubblica Ceca, Brasile; Svizzera...) una fotografia di gruppo scattata nel maggio 2015 in occasione della Prima Comunione del mio nipote Fabrizio a Ponte a Elsa.


da sinistra a destra: Carlo Groppi, sua sorella Giuseppina, sua sorella Leoni, Grazia Francini, Agelindo Bogi, marito di Leonia (sullo sfondo), nipote di Carlo Stopponi, marito di Nadia Bogi, nipote di Carlo Marconi , a destra del Marconi si scorge una parte del volto di Fulvio Groppi fratello di Carlo,  ed a suo lato Giorgio Groppi fratello di Carlo. In secondo piano: Rossella, moglie di Giorgio e mamma di fabrixio, alla sua destra moglie di Filvio e accanto mia zia, sorella della mia mamma Alda Mirolli. In primissimo piano il festeggiato nipote FABRIZIO!

sabato 1 agosto 2015



Resistenza taciuta, eroismi ignorati.
Che se ne faranno i “grandi storici” del nostro mezzo secolo di ricerca?

Ho ripreso in mano la “Storia della Resistenza Italiana”, di Roberto Battaglia, Einaudi, prima ristampa della nuova edizione, 1964, cercando Norma Parenti, una delle poche medaglie d’oro al valor militare alla memoria nella storia della Liberazione, ma nell’indice non l’ho trovata. Ho trovato invece Anna Maria Enriques Agnoletti “ferocemente torturata dalla Gestapo e fucilata sul greto del Mugnone, alla vigilia dell’insurrezione fiorentina”, già appartenente al Partito d’Azione e a “Rinascita”, foglio toscano del movimento cristiano sociale. D’altra parte Firenze è all’avanguardia del movimento popolare per intensità delle azioni gappiste e il vigore della sua classe operaia. Ha sede a Firenze il Servizio informazioni di “Radio CORA”, diretto da Carlo Campolmi, uno dei maggiori dirigenti azionisti della lotta armata. Spetta a questo Servizio – scrive Battaglia - , che perderà quasi tutti i suoi quadri nel corso della lotta, il merito d’aver tempestivamente segnalato il trasferimento della Goering dal Passo del Brennero all’Italia centrale, tanto da permettere la sua distruzione pressoché completa a opera dell’aviazione alleata e da impedire, in conseguenza, che essa gettasse il suo peso nella battaglia di Roma: uno dei fatti tipici, e meno noti, in cui la Resistenza italiana, uscendo dagli schemi regionali, ha influito direttamente sull’intero corso della guerra regolare”. Per il resto però, la Toscana e molto trascurata e Battaglia si limita a citare la “battaglia di Monticchiello” del 6 aprile 1944 fra i partigiani della “Monte Amiata” e i fascisti. Quando arriveranno i tedeschi di rinforzo troveranno a Monticchiello solo una bandiera rossa che sventola sul castello. Infine, a pagina 238, si accenna alla Spartaco Lavagnini che “controlla numerosi villaggi e centri rurali del senese”. Fine. Dunque né Norma, né Niccioleta,  né guerra ai civili, né XXIII BR. Garibaldi, né III Brigata Garibaldi…
Ho trovato anche un altro libro molto interessante: “Partigiane della libertà”, edito a cura della Sezione centrale stampa e propaganda del PCI per il 1973 “Anno Antifascista”, con una bella introduzione di Gian Carlo Pajetta. Visto che si parla di donne sono andato a cercare Norma Parenti. Andiamo a pagina 95, inizio della cronistoria dell’anno 1944. Quando nell’ottobre 1944 la Direzione del PCI emana le direttive “per le compagne staffette”, che avranno una tessera di identificazione rilasciata dal Comando di brigata, e un lasciapassare del CLN, la nostra Norma era già stata uccisa. Giungiamo infine a pagina 199: Le medaglie d’oro al valor militare. Sono al momento 16. A pagina 202 ecco Norma: ma si sbaglia il cognome scrivendo Norma Fratelli Parenti. Ecco la sua scheda: “da Massa Marittima, partigiana combattente (alla memoria)” e poi tra virgolette, si riporta il testo della m.d’o. La brevissima nota si chiude con: “Massa Marittima, giugno 1944”. Alle medaglie d’oro seguono le “Stelle d’oro delle Brigate Garibaldi”. Sono 15. Delle toscane si citano: Rina Chiarini, e Giuliana Serafini.


Agosto, 1, 2015 visto dalla mia casa a Castelnuovo.

Mutevolezza, si potrebbe definire.

Mattino, lato nord.
 Sera, lato nord
 Mattino lato est
 Sera lato est
 Mattino lato sud
 Sera lato sud
 Mattino lato ovest
Sera lato ovest