domenica 26 luglio 2015



Norma Parenti a Suvereto.

26 luglio 2015, Suvereto, Festa dell’Unità, ore 2130.

Buonasera a tutti!
Non sono un “presentatore” professionista, e nemmeno uno storico, dato che, in realtà, mi sono occupato di “microstorie”, più o meno legate al mio villaggio natale, Castelnuovo di Val di Cecina, e, a voler essere larghi, ai luoghi più importanti della mia vita, abbastanza lunga, dato che sono nato nel fatidico anno delle tristemente note “leggi razziali” di Mussolini, cioè il 1938.

Di Suvereto non conosco praticamente niente della sua storia se non i riferimenti, per il periodo fascismo-resistenza, ai lavori di Sorresina, Tartagli, Cavicchi, Arrigoni e ai saggi del mio amico, precocemente scomparso, Ivano Tognarini. Alle loro opere ho attinto per molti episodi pubblicati nel 2003 nel libro La piccola banda di Ariano, citando Monte Coronato nella zona di Monte Calvi, ove sorgeva il campo partigiano, e il podere il Caglio, di Monte Bamboli, avamposto partigiano distrutto dai tedeschi.
Ma, a Suvereto, è nata Roma Camerini, moglie di Estewan Parenti e madre di Norma Parenti (la protagonista del libro che sarà presentato stasera), ed a Suvereto la famiglia visse dalla data del matrimonio, 1904, fino alla definitiva emigrazione a Massa Marittima nel 1917. Credo che sarebbe assai interessante delineare alcuni tratti di questa famiglia a Suvereto, rimasta ancora oggi assai oscura.

In realtà sono stato invitato a presentare un libro che, a mio avviso, non ha bisogno di presentazioni! Il libro “NORMA PARENTI, Testimonianze e memorie” pensato e coordinato da tre donne massetane: Antonella Cocolli, Nadia Pagni e Anna Rita Tiezzi. Volume di 264 pagine con 36 testimonianze (15 donne e 21 uomini) raccolte in più di un intenso anno di lavoro per ben 23 ore di registrazione orale da quella specie eccezionale di uomini e donne, purtroppo in via di estinzione, che ci offre la “memoria” popolare del Novecento, il secolo crudele della storia moderna. D’ora in poi  questi umili ma umanissimi e sapienti testimoni non ci saranno più, e solo i pochi archivi dei quali per nostra fortuna e lungimiranza non è priva la Toscana, metteranno a disposizione del popolo i diari, le lettere, le immagini ed i suoni,  anche se, tuttavia,  senza i “protagonisti”, le voci narranti. In questo libro, dunque, non c’è solo Norma, non c’è solo il ricordo, ma, bensì, ci sono le persone in carne ed ossa che, a distanza di 70 anni non hanno dimenticato né l’attività instancabile della Norma medaglia d’Oro al Valor Militare, né l’epoca precedente in cui ella visse la sua breve intensa vicenda umana.

Ha solo un desiderio, questo libro, di essere acquistato, letto, serbato, per i nostri figli e nipoti. Costa soltanto 14 €. Molto meno dei reclamizzati best-seller spazzatura, che vengono scritti su commissione, da scrittori e scrittrici professioniste, nella maggior parte non utilizzando più di 400 parole! Una miseria, uno squallore.

Questo libro è un invito a non dimenticare. Noi gente del popolo pecchiamo di timidezza di subalternità, eppure sarà grazie alle nostre testimonianze, scritte, orali, artistiche, ed ai piccoli oggetti che ci sono appartenuti, che gli storici tra due o trecento anni, potranno scrivere la Storia, con la lettera maiuscola, delle loro Patrie e dei loro Popoli, e non solo delle elites, dei principi e dei re, dei generali e dei presidenti, o dei miliardari capitalisti.

Dunque, se questo libro, che ci fa vedere, da molte angolazioni, la vicenda di Norma Parenti, non fosse stato scritto, credo che anche le nostre Comunità Locali, che alla sua figura son legate, Volterra, Suvereto, Monterotondo, Agordo, Massa Marittima, sarebbero immensamente più povere e con una identità più facilmente preda dei  mutamenti sociali e della smemoratezza. Ci aiuteranno a contrastare tali fenomeni le ultime cinquanta pagine, le impropriamente dette APPENDICI, cioè la riproduzione dei documenti fondamentali, l’analisi di grafologia, la bibliografia, le 28 fotografie, quasi tutte inedite dell’album di famiglia di Norma Parenti e perché no? anche i brevi ma corposi curriculum delle tre autrici.

Dobbiamo perciò essere grati ad Antonella, Nadia e Rita ed ai tanti altri che alla ricerca hanno contribuito, e che da essa non trarranno tesori né beni materiali, di averci fatto questo dono che rimarrà come una pietra miliare per chiunque vorrà interessarsi a Norma Parenti.

Come alcuni di voi sapranno, la vicenda di Norma Parenti, man mano che trascorrevano gli anni, s’era fatta più sbiadita, frutto si di formali onori, ma povera di veri studi biografici e, tra l’altro, i medesimi, assai imprecisi se non fuorvianti. A Massa Marittima Norma era una icona, sospesa in una specie di limbo tra la rappresentazione del rituale celebrativo comunista della Resistenza e il disinteresse della Chiesa, alla quale, d’altra parte, Norma avrebbe dovuto appartenere; ed anche i testimoni e le persone che pure l’avevano conosciuta, non ne parlavano volentieri.
Del resto, non dimenticando la sua giovane età, Norma era già, come si sussurrava a Massa, una nuova Giovanna d’Arco, una santa che non solo sfidava la morte per affermare i valori più alti dell’uomo, quasi una novella Antigone, ma anche per andare, spirito e carne oltre il tempo, affidandosi alla storia, e all’amore, come magistralmente Antonella, Nadia e Rita ci hanno dimostrato con la loro opera.

Bisogna arrivare alla fine degli anni ’90 del secolo scorso per l’avvio di ricerche storiche e testimonianze più accurate su Norma. Da queste ricerche partirono alcuni progetti, quasi tutti realizzati: opuscolo per le scuole, canzone, teatro, cinema…conferenze, ed anche una raccolta di testimonianze e memorie, QUI, LONTANO, uscita nel 2012 a cura di Nadia Pagni, che avrebbe meritato una più marcata valorizzazione stante l’accuratezza, la freschezza e l’ampiezza del materiale raccolto in area massetana. Finalmente, ecco il libro che le autrici vi illustreranno stasera. Un’opera davvero fondamentale.

Come affermano le autrici, sembra che in questo libro manchi solo l’ultimo importante chiarimento: chi fu e per quale motivo, l’esecutore? E chi  il mandante della sua condanna a morte? L’esecutore materiale, probabilmente un tedesco, è impossibile da identificare. Il mandante, come fu ipotizzato, fu Giovanni Nardulli, capo della GNR di Massa Marittima, nato ad Orbetello, sparito dalla città il 9 giugno 1944, riapparso ad Asti, accusato di 11 delitti in Maremma, processato e condannato a morte dopo la Liberazione nell’autunno 1945 con sentenza eseguita a mezzo fucilazione?

Ebbene, non potendo presentare due libri in una volta, mi limiterò a dire che nel maggio di quest’anno Nadia Pagni ha pubblicato la parte conclusiva dell’opera “Norma”, nel volume “Elvezio e Norma”, nel primo capitolo “Novità su Norma”, fornendo una ipotesi molto plausibile a questo secondo interrogativo. Adesso il cerchio sembra definitivamente chiuso.

Con l’augurio che questi libri possano entrare in ogni famiglia, circolo, scuola, biblioteca…che siano letti, studiati e diffusi, come nuova sorgente storica, limpida e pura alla quale abbeverarsi, Vi ringrazio per l’attenzione.


Carlo Groppi

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