Dopo anni di lontananza.
evanescente autunno di
nebbie nelle valli,
e l’inverno porta con le
sue preghiere
la solitudine vestita d’incenso
e d’oro.
Cercano i vecchi
alabastrai
spiragli di sole su
panchine addossate
agli antichi muri, non
batte
nemmeno una campana.
Cammino solitario
cercando uno sguardo
fulgente che non c’è
più,
impossibile un sorriso.
Credo, nel mio andare,
d’aver riconosciuto due amici
del tempo perduto, ma
non li saluto,
non erano sinceri.
Il Caffè dei Fornelli
c’è ancora
in quella piazzetta a
solatia,
aperta sull’immenso
orizzonte
ondulato, che spazia ai
miei monti
e alle bianche colonne
di vapore.
Rivedo la
finestrella del famoso
bacio rubato a labbra
verginali,
sarebbe stato un bel soggetto
per Visconti e per Cassola.
Entro infine nella magica Cattedrale
in totale solitudine, si
che mi attardo
a rimirar le opere del
genio umano,
mentre penso che Gesù
nacque ignudo
in una stalla, tra lo
strame caldo
di un somaro, né d’ori e
argenti
e gemme evea bisogno
per illuminare il Mondo!
Ma non voglio pensar male.
Ora il sole è caldo e la
città più amica.
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