domenica 26 gennaio 2020

27 GENNAIO
L’ETERNO RICORDO E AMMONIMENTO DELLA SHOAH

Nelle Colline Metallifere Toscane, nel piccolo borgo di Roccatederighi (GR), nel grande fabbricato del Seminario della Curia Vescovile, fu allestito, nel 1943, un Campo di Internamento per ebrei rastrellati nella provincia di Grosseto, al comando di ufficiali delle SS tedesche e di militi della RSI di Mussolini. Esso fu uno dei 112 campi di concentramento allestiti in Italia, che si sommano ai 23 allestiti in Jugoslavia ed in Albania dai fascisti italiani. Oltre 100 ebrei, di varie nazionalità, vi furono imprigionati. Nella primavera del 1944, quando ormai le sorti del conflitto mondiale erano ormai definite, con la sconfitta dei nazifascisti tedeschi e italiani e del Giappone, in due distinti trasporti, da Roccatederighi, via Fossoli, Bolzano, più di cinquanta ebrei, uomini, donne e bambini, furono deportati in Polonia nel Campo di sterminio di Auschwitz e nessuno di si salvò dalle camere a gas e dalla morte. Tra loro c’era GIGLIOLA FINZI, livornese, nata nel Campo nel febbraio 1944 che, stremata dal tremendo viaggio nel vagone piombato, arrivò ad Auschwitz moribonda e fu uccisa all’istante da un SS. I suoi genitori la seguirono dopo poco, nella camera a gas. Questo avvenimento, poco conosciuto fino a qualche decennio fa, getta un’ombra inquietante sulle omertà, le collusioni, di molti italiani perbene, tra i quali la gerarchia della Diocesi di Grosseto.
Nello stesso anno 1944, il 30 gennaio, dal Binario 21 della stazione Centrale di Milano, partì un convoglio con a bordo 605 ebrei. Il 6 febbraio, all’arrivo ad Auschwitz-Birkenau, 477 di loro furono uccisi nelle camere a gas, 108 morirono nel mesi successivi, solo 20 si salvarono. Tra coloro che furono sterminati il 6 febbraio di soli 76 anni fa Sissel Vogelmann di 8 anni, con la sua mamma. Sissel e Gigliola, Franca, Enzo, Regina, Mary, Edita, Hans, Walter, Mosé… ed altri sconosciuti del campo di Roccatederighi, devono essere, insieme al milione e mezzo di bambini ebrei sterminati dai nazisti nella Shoah, la perenne fiammella della memoria e l’ammonimento che questi crimini siano per sempre banditi dalla storia dell’umanità.



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