lunedì 10 giugno 2019









MONTEROTONDO MARITTIMO, IL LUOGO CHE NON HA MAI DIMENTICATO LA “RESISTENZA” .

Sabato 8 giugno 2019, “giornata del ricordo” della Resistenza e dei suoi caduti. Una giornata intensa di incontri,  di commozione ed anche di quell’orgoglio che permea la piccola Comunità.  I vivi si sono nuovamente incontrati coi loro “eroi”, quelli che nel momento decisivo nella storia d’Italia e dell’Umanità, si schierarono dalla parte del BENE contro le forze del MALE, per la democrazia contro la dittatura, la fratellanza contro la Shoah, la PACE contro la guerra. Onore dunque alla RESISTENZA ed alle formazioni che combatterono nelle Colline Metallifere Toscane contro preponderanti forze armate naziste e fasciste della Repubblica Sociale  Italiana di Benito Mussolini: la Spartaco Lavagnini, la 23^ Brigata Garibaldi “Boscaglia”, La 3^ Brigata Garibaldi con i suoi distaccamenti, Camicia Bianca e Camicia Rossa. In questo territorio, ed in quelli vicini, operò la Terza Brigata Garibaldi “Banda Camicia Rossa”, al comando di Mario Chirici e Alfredo Gallistru. La Brigata ebbe numerose vittime, e si coprì di gloria. Inoltre è a Monterotondo che nacque nel 1921 Norma Parenti, uccisa dai nazifascisti il 23 giugno 1944 a Massa Marittima, eroina della Resistenza, Medaglia d’Oro al Valor Militare. Alla cerimonia del mattino al Teatro del Ciliegio di Monterotondo ed a quella del pomeriggio in Piazza Cheli, di fronte al Monumento dei caduti, in Piazza Cheli,  dove si sono esibiti i "cantori della Resistenza di Pardo Fornaciari, erano presenti due giovani donne, due nipoti di Alfredo Gallistru,  Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria, caduto durante la violenta battaglia ingaggiata contro impari forze nazifasciste il 10 giugno 1944: Donatella e Giuseppina Gallistru. Giunte appositamente dalla Sardegna, dal piccolo paese di Ruinas, dove Alfredo era nato, hanno tratteggiato la figura dello zio, arricchendola di molti particolari di intima  familiarità. Sono stato felice di averle incontrate, registrando ancora una volta il rispetto senza odio che i familiari dei caduti  partigiani continuano a coltivare ed a trasmettere.  Grazie Donatella, grazie Giuseppina.  Ai miei amici, che mi concedono, pur i più restandomi sconosciuti, un po’ del loro tempo, segnalo un’opera letteraria importante, edita nella primavera 2019, scritta da Giacomo Mameli, anzi dal professore, giornalista e letterato Giacomo Mameli, un sardo  che ha saputo coniugare l’emotività del narratore con la verità della storia. Si tratta di 7 storie di sardi  e tra loro Vittorio Vargiu un partigiano fucilato con altri tre suoi compagni il 14 giugno 1944 a Castelnuovo di Val di Cecina e di Alfredo Gallistru, morto in battaglia a Monterotondo Marittimo il 10 giugno 1944, tratte dalle ricostruzioni che ne ho fatto nel volume “La piccola banda di Ariano” ed in quello “Ora son fiore, albero, vento…” attingendo, per quella di Gallistru, sia alle memorie del fratello Onorio, sia quelle del suo amico e compagno partigiano Luigi Tartagli, ed quelle orali dello scrittore Giuseppe Fiori, da me registrato a Monterotondo il 18 giugno 1995. Il Libro di Mameli si intitola “La chiave dello zucchero” ed è edito da “Edizioni il Maestrale, Nuoro”. www.edizionimaestrale.com

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