venerdì 7 giugno 2019








1944, Cronologia di morte, nelle Colline Metallifere Toscane. Giugno

Nel mese di giugno 1944, sul territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, per cause di guerra, furono uccisi  18 soldati tedeschi, 4 soldati americani, 10 partigiani, 77 minatori di Niccioleta e 12 civili.  Ma, estendendo  la base territoriale tra Volterra e Massa Marittima, Chiusdino, Radicondoli, Sassetta e Monteverdi Marittimo, le vittime salgono notevolmente.  Certo, Castelnuovo, con gli 81 morti uccisi dai nazifascisti nello stesso giorno, 14 giugno, rappresenta il centro dove tutte le memorie si condensano. Nonostante lo scarso rilievo  che è stato dato al più grande massacro di “lavoratori” dalle Istituzioni della nostra Repubblica, che si fonda, articolo 1, sul LAVORO, gli 84 minatori di Niccioleta, noi castelnuovini abbiamo sempre onorato queste vittime riuscendo con studi profondi e accurati a tramandarne la memoria. E così faremo anche in questo 75° anniversario del tremendo eccidio! Si comincerà domani, 8 giugno, a Monterotondo Marittimo, luogo dell’eccidio di Campo ai Bizzi (Frassine) e della battaglia tra partigiani e truppe tedesche del 10 giugno 1944, nella quale rimasero uccisi 5 partigiani e tra loro il vice comandante della Terza Brigata Garibaldi “Banda Camicia Rossa”, Alfredo Gallistru, Medaglia d’argento al valor militare; per proseguire il  9 giugno a Massa Marittima e Niccioleta; il 14 giugno a Castelnuovo di Val di Cecina, non dimenticando  il 23 giugno, uccisione di Norma Parenti a Massa Marittima e, il giorno seguente, i 5 partigiani caduti in battaglia a Montalcinello (SI), tra cui il nostro Salvadori Guido, e il 26 giugno i 4 partigiani di Gerfalco, uccisi a Castelnuovo di Val di Cecina, e così il Nenciolini, l’lUlivelli, il Santi, nonché le decine di ebrei deportati dal Campo di Concentramento di Roccatederighi (GR) ad Auschwitz, dei quali nessuno sopravvisse. Tra loro c’era la neonata Gigliola Finzi, livornese, nata nel Campo e iscritta all’anagrafe del Comune di Roccastrada.  A memoria della Resistenza ebbe a scrivere Carlo Cassola, a un partigiano comunista: “…se la minaccia fascista ingrossasse e prendesse consistenza non dubiterai che io sarei al mio posto  per lottare contro di essa e far si che la Resistenza non sia stata del tutto inutile. Io mi auguro anzi questo: venga in giorno in cui tutti noi che abbiamo militato nella Resistenza ci si possa ritrovare insieme, uniti in una sola formazione politica. Perché, ne sono certo, almeno allora volevamo tutti la stessa cosa. Cioè un mondo di uomini liberi dal terrore e liberi dal bisogno, di lavoratori affratellati e liberati dallo sfruttamento”. Ci commuove ancora una canzone partigiana:

Se tu vieni quassù tra le rocce,
là dove loro mi han sotterrato,
c’è uno spiano pieno di stelle
dal mio sangue è stato bagnato.

Per segnale vi è una croce
che scolpita è tra le rocce,
fra quelle stelle nasce l’erba
e sotto di loro io dormo quieto.

Prendi su, prendi una stella,
a ricordo del nostro amore,
tu le darai un bacio
e poi riponila nel seno.

Quando a casa tu sei sola
e di cuore preghi per me,
il mio spirito attorno vola
io e la stella siam con te.

Ma un giorno, quando la guerra
non sarà più che un lontano ricordo
nel tuo cuore,  là dov’era,
stella e  amore, tutto sarà morto.

Resterà per me solo quella stella
che il mio sangue avrà nutrito
perché brilli sempre bella
sull’Italia all’infinito.


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