mercoledì 31 agosto 2016

Omaggio a J. Seifert.

Quali labbra vorresti baciare?



Oggi il tipografo ha dato il via alla stampa del mio nuovo libriccino di poesie “Notte che sgorghi e ti dilati”. Tra circa una settimana sarà pronto ed inizierò la distribuzione alle persone che l’hanno prenotato. A mano a coloro che abitano a Castelnuovo di Val di Cecina, ed anche, tramite amici, alle persone raggiungibili nei paesi del nostro territorio, da Volterra a Massa Marittima. Ci vorrà un po’ di tempo, ma ormai il più è fatto! La tiratura finale sarà di 300 copie e le prenotazioni sono state  273. Ringrazio ancora una volta tutti coloro che mi hanno di nuovo manifestato amicizia e stima. Spero soltanto di non deluderli del tutto. Già la poesia in se stessa è una letteratura strana, anche quando è creata dai grandi artisti, personalmente sono vecchio, non ho più quell’ardore della giovinezza, e sono più propenso a guardare indietro che al futuro, con accenti abbastanza usuali e malinconici, non certo invitanti per i lettori. Tuttavia seguo l’indicazione del grande poeta Machado, cioè che solo camminando si traccia il cammino, anche se il passo è stanco e la meta, ossia Itaca, l’sola della bellezza e dell’armonia, irraggiungibile. Credo di essere perdonato.

Domandate che sanno fare ancora le donne?
Ma tutto!

Se qualcuno distende sopra un abisso
tre fili di paglia,
vi passano sopra con piede leggero.
Come, non so spiegare,
ma ricordate
che i loro piedi hanno inventato la danza.

Nei momenti liberi
lavorano a croce per il bosco nero
le foglie di felce.
Se però càpitano nel bosco di notte,
spengono con coraggio le fiammelle fatue,
affinché neppure negli acquitrini il viandante
abbia timore.
Hanno anche consigliato ai timidi fiori
di riempirsi i calici
del familiare profumo.
Loro stesse sanno però come di spada
         far uso di profumi
pericolosi ancor più
che gli scorpioni velenosi dei tropici.

Quel che è davvero straordinario:
hanno inventato i seni,
ed essi sono belli
come i castelli della Loira.
Forse più belli ancora.

E che sanno fare gli uomini?
Non è molto.
Si sono inventati la guerra,
la miseria, la disperazione e il gémito dei feriti.
Sanno forgiare folli cannoni,
ridurre città in macerie,
e intanto mettono bene in mostra
il povero coraggio virile.

Hanno inventato le pompe di benzina
e l’emancipazione delle donne.

E in cambio di baci fra le loro braccia
hanno progettato per loro sedili speciali
che possano stare ancora
alle macchine
nell’ultimo mese di gestazione.

Così è.
Ed è tutto, arrivederci, adieu.
Volevate una cantilena da me

e ora c’è.

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