La porta a sinistra a piano terra è quella della nostra casa.
Viale del "Selvatico"
Il bosco di Agilulfo.
Vicolo del Serrappuccio.
Sono nato proprio alla fine di
questo vicolo, oltre un cancello che delimita le proprietà pubbliche da quelle
private della famiglia Dell’Agnello. Poco dopo la nascita la nostra famiglia si
trasferì in Via del Borgo 26, un appartamento più grande e con alcuni
inimmaginabili comfort per l’epoca, come il WC all’interno della casa. Dopo
aver traslocato altre tre volte, io, mio padre e la nonna (parzialmente
invalida per un ictus), si ritornò nel Serrappuccio, nella stessa casa natia, nel
1958. Avevo appena compiuto 20 anni. Credo che la nostra famiglia sia stata la
prima ad avere una “badante”! perché due “uomini” che andavano a lavorare in
fabbrica ogni giorno non potevano assistere la nostra amata “nonna”, la quale
stava riprendendo le forze ed anche i movimenti, ma non la totale
autosufficienza. Vi ho abitato fino al 26 aprile 1964, la vigilia del mio
matrimonio. Dal Vicolo si poteva entrare
nel bellissimo bosco soprastante, il “Selvatico”, con piante secolari ed un
sottobosco di delicate fioriture e, addirittura, salire sul crinale del
“Poggio”, allora senza abeti e tenuto a prato, dominando con lo sguardo la
parte nord del paese ed il giardino pubblico, il “Piazzone”. Si poteva anche
entrare nel fitto e incolto bosco di Agilulfo, molto misterioso, entro il quale
fiorivano grandi meli e piccoli ciliegi viscioli. Credo di aver ricevuto grandi
doni da questi luoghi solitari, ed aver inviato nello spazio, sogni, poesie e
speranze. Tanto è vero che, vecchio, vi ritorno, segretamente, ancora.
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