Jung-myung Lee.
La guardia, il poeta e
l’investigatore.
Romanzo. Sellerio ed. 2016.
Trad. di Benedetta Merlini.
Ho terminato la lettura di questo
insolito romanzo di circa 400 pagine. Sono molto lento nel leggere saggi e
romanzi, abituato alle brevi letture di testi poetici, che leggo in ordine
sparso e, praticamente, quasi sempre gli stessi. Forse è per questa lentezza
che la lettura m’è apparsa difficile! Si deve inoltre considerare la scarsa o
nulla conoscenza che possiedo del contesto storico-geografico nel quale il
romanzo è ambientato (Manciuria, Corea, Giappone, Seconda Guerra Mondiale in
Estremo Oriente), e così è per quello letterario, che la traduzione non m’è
sembrata fluida. Si tratta di un romanzo strano, che le ultime pagine,
dall’”epilogo” in poi, non sono riuscite a chiarirmi pienamente. Pazienza, ci
riproverò, e cercherò qualche nota bio-bibliografica sull’Autore! Jung-myung
Lee è oggi “uno degli autori più rispettati e popolari della Corea del Sud e il
suo romanzo, “La guardia, il poeta e l’investigatore”, ha venduto oltre un
milione di copie ed è stato tradotto in numerose lingue. Certo, non ho alcuna
autorevolezza, nell’esprimere difficoltà
e perplessità su quest’opera, visto che le mie edizioni di storia locale non
hanno superato mai la tiratura di 1800 copie, mentre quelle dei piccoli testi
di poesia, stampati privatamente, sono appena arrivati alle 350 copie! Tuttavia
consiglio di leggerlo, anche per superare la massificazione editoriale nella
quale siamo immersi.
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