lunedì 25 giugno 2012






Lungo la via incantata
  
Son giunto a pagina 226 delle 335 del libro, opera prima, uscito nel 2009 e tradotto in lingua italiana nel 2012, di William Blacker, “Along the Enchanted Way. A story of Love and Life in Romania”, un libro davvero emozionante. Blacker viene da una famiglia anglo-irlandese, ma ha trascorso buona parte degli ultimi vent’anni in Transilvania e nel Maramures. Ora vive in fra Inghilterra, Romania e Toscana, in un luogo a me sconosciuto. E’ un libro che inizia nel 1989, con la caduta del “muro di Berlino” e l’avvio del primo viaggio di Blacker nei paesi dell’Europa centrale. Il regime comunista è stato spazzato via e con rapidità sorprendente avvengono in ogni dove grandi e inimmaginabili cambiamenti. Lui registra il nuovo, in particolare esplorando remote regioni della Romania, e vicende di popoli, minoranze etniche, come i “sassoni” e gli “zingari”, alla scoperta delle antiche tradizioni ormai morenti. Io, viaggiatore curioso, avevo iniziato i miei viaggi nell’Est d’Europa alla fine degli anni ’70, viaggi e soggiorni durati oltre trent’anni, testimone del modello del cosiddetto “socialismo reale” ed anche, in un caso, della “rivoluzione di velluto” in Cecoslovacchia. Stranamente, nel 1981, in un lungo viaggio attraverso la Romania, mi son trovato a percorrere gli stessi itinerari di Blacker, sia in Transilvania che nell’affascinante regione del Maramures, perciò posso aggiungere sinceramente che l’impatto con il suo libro mi ha dato una fortissima emozione. Non ho diari estesi di questo viaggio, solo un grande album di fotografie con relative didascalie e il resoconto minimale del viaggio medesimo. Perciò niente di letterario. Se non una poesia, frutto della successiva metabolizzazione, scritta pochi mesi dopo, e nel suo genere riassuntiva e profetica allo stesso tempo. La poesia, “Là dove il Danubio scorre maestoso…”, fu pubblicata su un mensile sindacale della Cgil, e con non poca sorpresa, venne a complimentarsi un collega di lavoro, segretario comunale della Democrazia Cristiana, non credeva che un comunista fosse capace di tali sentimenti. Da allora si divenne buoni amici! I frutti della illuminata guida del compianto Enrico Berlinguer si stavano diffondendo.

Là, dove il Danubio scorre maestoso…

Là, dove il Danubio scorre maestoso
tra le sinuose e antiche terre verso il mare,
 miseri villaggi, uomini ed erbe ed animali,
lungo le strade si svelano innocenti
nella grande calura dell’estate.

Cigola la carrucola del pozzo
negli ombrosi cortili, sotto ai meli
siedono i vecchi parchi di parole,
bambini scalzi corrono d’intorno
intenti ai loro giochi
o nuotano nei fossi senza paura.
Le donne filano la lana,
tessono tele dai vivaci colori:
loro, così abituate a soffrire,
così smorte e stanche e incapaci di mentire
l’amore ci danno nelle opere
perché gli occhi non scordino il sorriso
e il cuore resti aperto alla speranza.

Ceaucescu osserva tra bandiere, onnipresente,
il suo pensiero abbraccia l’avvenire;
pace, felicità, progresso, socialismo
avrà in futuro il popolo paziente:
traiasca dunque a questo gran partito
e al maestro infallibile
che pianta cartelloni lungo le strade dacie
con diagrammi che puntano al cielo lontano.

Al cielo, a questo perlaceo cielo
che par cadere e schiacciare la terra,
là dove le grandi e lunghe ali
apre la cicogna
e il sogno raccoglie oggi il muto dolore
degli uomini.

Perché così facile, così difficile insieme,
perché vero e falso, odio-amore,
angoscia e quiete, felicità-miseria,
la nuova vita cui tendono gli uomini?

La donna che parlava nel vento
entro i tre cerchi antichi delle mura
non sapeva il perché,
e non sapeva il ragazzo che vendeva lamponi;
non sapevano la tzigana e la guardiana dell’oche,
la curva vecchia sotto la fascina,
il minatore
e il poeta che cantava nella sera.

E neanch’io sapevo, e ancor non so.
Più verità s’incontrano
dentro il mio pensiero
e un turbine di dubbi le addipana.

Ho scritto questi versi
malinconico per realtà così diverse e strane
che nel ricordo veloci si disfanno,
per gli amici lontani,
per gli umili compagni,
per i miti bambini dei campi e delle strade,
per le donne pazienti e industriose:
tutto quel vasto mondo a Oriente,
sconosciuto,
di ondulate colline e cielo e acque
e case d’alberi e canne
e barrocci con nere famigliole,
là, dove il Danubio scorre maestoso
tra le sinuose e antiche terre verso il mare,
là, dove il mio cuore batte
e dove spera
                        ritornare.

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