Lungo la via incantata
Son giunto a pagina 226 delle 335
del libro, opera prima, uscito nel 2009 e tradotto in lingua italiana nel 2012,
di William Blacker, “Along the Enchanted
Way. A story of Love and Life in Romania”, un libro davvero emozionante. Blacker
viene da una famiglia anglo-irlandese, ma ha trascorso buona parte degli ultimi
vent’anni in Transilvania e nel Maramures. Ora vive in fra Inghilterra, Romania
e Toscana, in un luogo a me sconosciuto. E’ un libro che inizia nel 1989, con
la caduta del “muro di Berlino” e
l’avvio del primo viaggio di Blacker nei paesi dell’Europa centrale. Il regime
comunista è stato spazzato via e con rapidità sorprendente avvengono in ogni
dove grandi e inimmaginabili cambiamenti. Lui registra il nuovo, in particolare
esplorando remote regioni della Romania, e vicende di popoli, minoranze
etniche, come i “sassoni” e gli “zingari”, alla scoperta delle antiche
tradizioni ormai morenti. Io, viaggiatore curioso, avevo iniziato i miei viaggi
nell’Est d’Europa alla fine degli anni ’70, viaggi e soggiorni durati oltre
trent’anni, testimone del modello del cosiddetto “socialismo reale” ed anche,
in un caso, della “rivoluzione di velluto” in Cecoslovacchia. Stranamente, nel 1981, in un lungo viaggio
attraverso la Romania ,
mi son trovato a percorrere gli stessi itinerari di Blacker, sia in
Transilvania che nell’affascinante regione del Maramures, perciò posso
aggiungere sinceramente che l’impatto con il suo libro mi ha dato una
fortissima emozione. Non ho diari estesi di questo viaggio, solo un grande
album di fotografie con relative didascalie e il resoconto minimale del viaggio
medesimo. Perciò niente di letterario. Se non una poesia, frutto della
successiva metabolizzazione, scritta pochi mesi dopo, e nel suo genere riassuntiva
e profetica allo stesso tempo. La poesia, “Là
dove il Danubio scorre maestoso…”, fu pubblicata su un mensile sindacale
della Cgil, e con non poca sorpresa, venne a complimentarsi un collega di
lavoro, segretario comunale della Democrazia Cristiana, non credeva che un
comunista fosse capace di tali sentimenti. Da allora si divenne buoni amici! I
frutti della illuminata guida del compianto Enrico Berlinguer si stavano
diffondendo.
Là, dove il
Danubio scorre maestoso…
Là, dove il Danubio scorre
maestoso
tra le sinuose e antiche terre
verso il mare,
miseri villaggi, uomini ed erbe ed animali,
lungo le strade si svelano
innocenti
nella grande calura dell’estate.
Cigola la carrucola del pozzo
negli ombrosi cortili, sotto ai
meli
siedono i vecchi parchi di parole,
bambini scalzi corrono d’intorno
intenti ai loro giochi
o nuotano nei fossi senza paura.
Le donne filano la lana,
tessono tele dai vivaci colori:
loro, così abituate a soffrire,
così smorte e stanche e incapaci
di mentire
l’amore ci danno nelle opere
perché gli occhi non scordino il
sorriso
e il cuore resti aperto alla
speranza.
Ceaucescu osserva tra bandiere,
onnipresente,
il suo pensiero abbraccia
l’avvenire;
pace, felicità, progresso,
socialismo
avrà in futuro il popolo
paziente:
traiasca dunque a questo gran
partito
e al maestro infallibile
che pianta cartelloni lungo le
strade dacie
con diagrammi che puntano al
cielo lontano.
Al cielo, a questo perlaceo cielo
che par cadere e schiacciare la
terra,
là dove le grandi e lunghe ali
apre la cicogna
e il sogno raccoglie oggi il muto
dolore
degli uomini.
Perché così facile, così
difficile insieme,
perché vero e falso, odio-amore,
angoscia e quiete,
felicità-miseria,
la nuova vita cui tendono gli
uomini?
La donna che parlava nel vento
entro i tre cerchi antichi delle
mura
non sapeva il perché,
e non sapeva il ragazzo che
vendeva lamponi;
non sapevano la tzigana e la
guardiana dell’oche,
la curva vecchia sotto la
fascina,
il minatore
e il poeta che cantava nella
sera.
E neanch’io sapevo, e ancor non
so.
Più verità s’incontrano
dentro il mio pensiero
e un turbine di dubbi le
addipana.
Ho scritto questi versi
malinconico per realtà così
diverse e strane
che nel ricordo veloci si
disfanno,
per gli amici lontani,
per gli umili compagni,
per i miti bambini dei campi e
delle strade,
per le donne pazienti e
industriose:
tutto quel vasto mondo a Oriente,
sconosciuto,
di ondulate colline e cielo e
acque
e case d’alberi e canne
e barrocci con nere famigliole,
là, dove il Danubio scorre
maestoso
tra le sinuose e antiche terre
verso il mare,
là, dove il mio cuore batte
e dove spera
ritornare.
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