29 Giugno 1944, SS. Pietro e
Paolo: Arrivano gli americani a Castelnuovo!
I soldati americani di un
reggimento di fanteria e di esploratori della I Divisione corazzata del
generale Harmon della V Armata “liberano dai nazifasciti, ormai in fuga verso
il Nord Italia, dopo aver commesso gli ultimi orrendi crimini uccidendo 77
minatori e 9 partigiani, il mio piccolo comune. Termina la tragedia della
“guerra militare” e quella della “guerra civile”, anche se, nel primo caso, ci
saranno ancora morti sui campi minati di Sasso Pisano, mentre nel secondo le
turbolenze sociali, accompagnate da episodi di violenza fisica contro ex
fascisti e della RSI, continueranno per circa un mese, senza peraltro causare
ulteriori vittime. Oltre la linea del fiume Arno e al di là della Linea Gotica
appenninica, la guerra avrà uno svolgimento crudele e fratricida per altri
lunghissimi undici mesi ed a Castelnuovo, nella germogliante democrazia, si effettueranno numerose “collette” per
aiutare gli eroici partigiani del Nord. E’ infine di forte significato
simbolico il fatto che uno dei primi liberatori sia stato il figlio di una
famigliola emigrata negli USA da Castelnuovo all’inizio del ‘900, il sergente
Agostino Nocenti, nipote di Pietro di Lucino. Fu infatti alla curva della
Stregaia che la jeep del Nocenti incontrò due donne, Telene e Nastasia, che si recavano alla Fattoria di Bruciano,
alle quali chiese, in uno stentato italiano, notizie dei suoi parenti. Telene
rispose che in America c’erano le famiglie dei tre fratelli di suo marito,
Filiberto Francini, al che il sergente
esclamò con gioia: “Io sono il cognato di Ugo Francini (Franks) di Masontown!”
e detto questo invitò le due donne a salire sulla jeep riportandole a
Castelnuovo tra il tripudio della popolazione. Ma non si trattò di un caso
unico. Infatti, nei giorni successivi,
arrivarono con le truppe americane altri soldati figli di emigranti
castelnuovini, di quelle circa quattrocento famiglie che nei primi anni del
secolo avevano originato la più grande emigrazione di massa della sua storia.
Nella dimenticanza generale sarebbe forse il momento di dedicare una Via od una
Piazza ai nostri liberatori!
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