domenica 24 giugno 2012





Cronaca di primavera.

La primavera mi porta sommovimento fisico e psichico. Troppo sole improvviso e caldo, troppo vento, troppo ossigeno, troppo star fuori di casa, troppe distrazioni e fremiti ai primi scollacciamenti di giovani donne, che appena pochi mesi prima non avrei mai notato, e anche languore e inedia, idee confuse. In marzo, finalmente, incontro Anna, a Firenze, la schiva amica di lettere intense che non sa di essere molto al di sopra del popolo poetante, e deve essere spronata per andare nelle segrete stanze dei suoi ricordi per cavarne accenti immortali. Noi settantenni, impacciati come adolescenti! Finalmente riesco a scrivere una poesia dopo aver osservato nel firmamento i tre testimoni del passaggio della cometa Swan: Luna, Giove e Venere ed aver letto un verso di Machado che inserisco nella raccolta “Agnes e Martin”. Presagio della notizia, di pochi giorni dopo,  della “morte” di Swan nell’impatto con il sole. Morte reale e metafora. Scrivo la poesia “Nove donne, e decima la morte”. Scorre veloce aprile e si conclude il 25 a Volterra, nella Sala del Maggior Consiglio dei Priori, con una relazione sul ruolo della donna nella Resistenza delle Colline Metallifere Toscane, nella quale, finalmente, posso narrare la vicenda eroica e tragica di Norma Parenti, figlia di Estewan, volterrano, e così consegnare la sua memoria alla città smemorata. Avverto l’impulso di scrivere una nuova poesia sul partigiano Gianluca Spinola, un altro eroe dimenticato, parlando di onore, mito dell’eroe, solidarietà coi compagni, le ore estreme, il rimpianto per la bella moglie e la piccola figlia Franca…infine il sacrificio supremo e il riscatto della Patria. La poesia “A Gianluca Spinola, eroe dimenticato”, vede la luce il 1° Maggio. A metà maggio mi si abbassa la voce ed ho la tosse. In più avverto un dolore retroscapolare dx (credo dovuto a una antica ernia discale dorsale). Giorni un po’ tristi: RED cessa il suo blog “Fuga di stanze” (l’unico che seguivo regolarmente per la sua bellezza creativa) ed in aggiunta ho un problema al PC con cancellazione di tutti i file di sistema. Inattivo, decido di catalogare le litografie, acqueforti e disegni che possiedo: quasi un centinaio, di scarso valore commerciale, ma con alto valore affettivo, in particolare alcune con dedica personale di Bruno Caruso, risalenti agli anni memorabili 1967-1969.
Il 19 maggio, alle ore 22, ceno con un gran piatto di pastasciutta e nella notte ho mal di stomaco con dolore diffuso al dorso. Credo siano i calcoli che convivono nella cistifellea da diversi decenni! Il giorno seguente tutto è passato, ma ormai mi sono infilato in un cul di sacco, come si dice, e perciò proseguo di buona lena negli errori alimentari, senza ricordare che non “conviene mai sfidare la Provvidenza!” Dal 21 maggio inizia la “cronaca” della malattia che raggiunge il suo vertice domenica 27 maggio quando rientrando in casa, dopo 90 km di auto, lunga passeggiata sul tracciato della ferrovia dismessa di Volterra, sudatissimo e affamato, scopro, facendo la doccia, di aver cambiato il colore della pelle, adesso di un giallo intenso! Mi viene a mente il l’incipit di Ernest Hemingway nel suo romanzo “Per chi suona la campana”: - Quando suona la campana, non domandare per chi suona, essa suona (anche) per te -! Non c’è da perdere tempo: parto subito per il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Siena (ed è la terza volta nella mia vita, anche in questo caso il proverbio “non c’è due senza tre”, mi si addice a pennello). La sera stessa sono già ricoverato in Chiurugia Generale 2, perché i parametri delle analisi, cresciuti di oltre 20 volte, mi fanno ritenere “soggetto a rischio”. Ma sono fortunato, sia per il Reparto, di alta specializzazione, sia per l’assistenza di gentili infermiere, sia per la chiarezza delle informazioni e per il buon rapporto che riesco a stabilire fin dall’inizio con tutti. In più ho costantemente vicini i miei familiari…Dopo alcuni giorni di “depurazione”, l’operazione e quindi ulteriore periodo di stabilizzazione e normalizzazione, fino alla definitiva dismissione il 13 giugno. In tutti questi giorni ho consumato soltanto tre “prime diete” e i pasti rimanenti sono stati 8-10 boccioni al giorno di liquidi in vena. Naturalmente tale “cura” m’ha fatto perdere  6 chilogrammi, che, sia detto per inciso, intendo recuperare, visto che mi sono stati tolti con violenza e non per libera scelta! Ho imparato molto vivendo in Ospedale, e sono “cresciuto” meditando sulla sofferenza, ma anche sulla sapienza e suoi progressi scientifici degli operatori sanitari del nostro sistema sanitario nazionale, che inciderà molto sul PIL, ma che assicura una servizio universalistico di alto livello a tutti…in più la gentilezza “senese” non si smentisce e tale virtù è senz’altro un potente aiuto per gli ammalati. Naturalmente, e lo dico a bassa voce, ho sempre confidato sulla protezione di una delle “mie tre Sante”, che anche questa volta m’ha mandato un segnale di amicizia. Dopo una breve convalescenza nella casa di mia figlia, a Siena, sono di nuovo a casa, ho il computer riparato,  inizio a riprendere il blog e stare insieme ai nipotini. Dovrò purtroppo continuare la dieta “in bianco” per almeno un altro mese, inserendo però, via via, gli alimenti abituali, con l’esclusivo divieto solo per due o tre. Dunque, cari amici e amiche, non mi resta che prendere slancio dai miei due sentieri: La vita larga e Grazie alla vita, per questo tratto di cammino ancora pieno di sorprese e, spero, di creatività!

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