FONTE DEL LATTE.
Ieri sera alla Leccia alla ricerca della “Fonte del latte”. La Leccia, oggi piccolo borgo antico, quasi del tutto spopolato, ha una origine remota, intorno al Mille, della quale restano numerosi documenti storici negli Archivi. Sappiamo comunque che ancora ai nostri giorni vi sono testimonianze architettoniche nel Castello, che nella Chiesa vi sono il celebre quadro de “La madonna del libro” e una pregevole acquasantiera, e che proprio di fronte al suo piccolo cimitero c’è un Oratorio con porticato in stile spagnolesco-latino americano, eretto nel ‘600 da Matteo Godi da Leccia. La Leccia, nella sua selva, è stata anche il luogo di una delle “apparizioni” della Madonna, ben documentata e con processo ancora in corso, dal 1487. Senza farla troppo lunga mostro le copertine di miei due lavori “cronologici” dei fatti accaduti nella Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina, nella quale la Leccia è adesso compresa. Si potranno consultare nelle Biblioteche Comunali locali. Della Fonte del Latte restano pochi sassi a secco entro i quali è stata inserita una gomma con rubinetto che porta un piccolo getto d’acqua. Si trova difficilmente, lungo il fiume Cornia, sulla strada che da Collidodoli porta alle Mulina, con sentiero a sinistra non appena termina la discesa e inizia il tratto pianeggiante. Un tratturo agevole, dopo due o trecento metri vi porterà alla Fonte. Il suo “mito” nasce dal prodigio che l’acqua di questa “fonte” facesse ritornare il latte alle puerpere e che l’avevano perduto. C’era da seguire un rituale, sia per i percorsi, che per l’orazione e si doveva lasciare un piccolo obolo…Tuttavia, il fatto che si sia mantenuto il ricordo a 600 anni di distanza, vorrà dire certo qualcosa.
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