VISITA AL PICCOLO
CIMITERO DELLA BORGATA “LA LECCIA”.
Il piccolo cimitero si trova
adiacente al “Santuario della Madonna del Libro”, dal titolo di una tela
dipinta da Matteo Godi da Leccia, pittore del ‘600, dalla vita avventurosa tra Europa
e America meridionale. La borgata della Leccia si ricorda anche per una “fonte”
prodigiosa, detta “del latte”, perché le sue acque facevano ritornare o mantenere il latte alle puerpere.
Oggi tale fonte è scomparsa. Ma l’evento più prodigioso che richiama il nome
della Leccia è una apparizione della Madonna, nella “selva lecciatina”, il
bosco tra La Leccia e il villaggio del Sasso. Su questa apparizione miracolosa
ad una giovinetta, non è stata ancora pronunciata la parola “inesistente”, ed
il processo canonico risulta ancora aperto, a 500 anni di distanza!
Oggi La Leccia, un tempo fiorente
comunità agrosilvopastorale, è praticamente disabitata e le vecchie case, solo
in parte, sono state restaurate per residenze saltuarie e di vacanza
estiva. Ci sono andato, dopo molti anni
di assenza, ieri 12 settembre, per documentare il piccolo cimitero. Dei miei
parenti ci ho trovato soltanto il primo
marito di una sorella della mia mamma, morto per un tragico incidente stradale
nel 1935.
La moglie si risposò e nella sua
casa abitarono una mia sorella che fece alla Leccia le scuole elementari ed anche una mia zia,
allora bambina e ragazza. Ma io non ho praticamente avuto alcun rapporto con
questa zia, che incontrai una sola volta nel 1954 o 1955 al matrimonio di un
mio cugino nella Chiesa del Castello di Fosini.
Ma alla Leccia ho avuto alcuni
amici, con i quali ho condiviso momenti piacevoli. Alcuni sono nel piccolo
cimitero, altri sono emigrati.
Dunque metto la foto del mio zio
morto nel 1935; la foto di una ragazzina tedesca che frequentava le scuole
medie a Castelnuovo e morì schiacciata dai tronchi degli alberi che caddero, sull’auto
dove viaggiava, da un camion mentre ritornava a casa dalla scuola; la foto di
un giovane soldato morto in guerra nel
1945; quella dello storico parroco don Orlandini, ed anche quella di Enzo Battaglini,
dato che quando la sua famiglia abitava a Castelnuovo al podere Possera, andavo
a giornate intere con mia nonna, che rammendava e cuciva per questi mezzadri.
Tornavamo ogni sera con preziosi viveri
e frutti.
Sono andato a far due passi nel piccolo borgo, non ho trovato un’anima, soltanto da una finestra usciva la voce di un televisore, parlava di un incidente stradale con alcuni morti…e sul vialone, il Circolo Bar che non c’è più, e poco discosto il fontanile con il lavatoio dove in un pomeriggio d’estate vidi una schiera di giovani e ragazze che si lanciavano l’acqua e ridevano coi denti bianchi nell’innocenza della sera.
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