DINA FERRI A 110 ANNI
DALLA SUA NASCITA.
28 settembre 2018.
Circolo ARCI, Palazzetto di Chiusdino (SI)
Gentili signore e signori, familiari di Dina, giovani
studenti, insegnanti, Autorità, sono molto contento di essere qui per
commemorare il 110° anniversario della nascita della poetessa Dina Ferri. Da
quasi mezzo secolo mi occupo di lei, ed in ciò devo ringraziare, tra i tanti, i
suoi familiari che dal 1973 mi hanno accolto come amico nelle loro case,
mettendomi a disposizione le carte di Dina e raccontandomi le vicende della sua
giovane vita. Ho perciò raccolto e conservato molto materiale, cercando di
divulgarlo e di valorizzare la sua memoria. Non è la prima volta che partecipo
ai laboratori delle scuole, anzi, vorrei ricordare che una nelle prime ricerche
la effettuo proprio una maestra delle scuole elementari di Chiusdino, Luisella
Vagaggini, facendo intervistare nel 1974, dagli scolari, lo zio di Dina Ferri,
Amilcare Ferri. Intervista molto interessante! Da pochi mesi è uscito infine su
una importate RIVISTA un mio breve saggio su Dina Ferri. Si tratta,
praticamente, di un riassunto della vicenda umana della poetessa, vostra
compaesana, in quanto all’età di 9 anni la sua famiglia si trasferì dal Comune
di Radicondoli a quello di Chiusdino,
nelle vicinanze del Borgo di Ciciano, al podere allora denominato I
Trogoli.
Il saggio suscitò un vivo interesse nelle molte personalità
presenti, tra i quali il Vescovo di Volterra. Lo presentai con queste parole:
“Le poche pagine che ho dedicato alla vicenda di Dina Ferri (Nata a Radicondoli
nel 1908 e morta a Siena nel 1930), rispettano, in sostanza il titolo che la
poetessa aveva dato al suo unico e primo capolavoro, il libro “Quaderno del
nulla”, libro che ella mai vide, perché la sua pubblicazione avvenne pochi mesi
dopo la sua immatura morte”.
Ma, invece, anziché una nullità, questo libro si rivelerà
un’opera di grande sostanza, sfidando la dimenticanza del mondo, e ancora oggi
esso è ristampato e ricercato non solo in Italia.
Il libro di Dina Ferri, Quaderno del nulla, è dunque un’opera
ancora viva, non solo tra la gente dei territori nei quali si svolse e terminò la sua esistenza umana, ma
il suo nome è risuonato anche recentemente, in alcune sedi Universitarie e tra
illustri studiosi.
Il perché di questa sfida al tempo, quando voci di ben più
celebrati poeti del mondo si sono affievolite o sono completamente dimenticate,
si deve ricercare, secondo me, in quell’anelito
che infuocava l’anima di Dina: innalzarsi
dalle sue umili origini fino alla comprensione del mistero della vita e di Dio,
alla ricerca della suprema bellezza, e all’amore per gli esseri più miti, come
miti, sono i suoi versi, che mantengono una musicalità sorprendente e
facilmente si imparano a memoria e dalla memoria sempre ritorneranno a farci
compagnia.
Io stesso li avevo ascoltati, già all’età di 6 – 7 anni,
dalla mia nonna materna, che me li recitava quando l’accompagnavo a “parare” le
pecore sui poggi di Castelnuovo, e non l’ho più dimenticati. Successivamente li
ascoltai da una mia vicina di casa, nei primi anni ’60, Gelsia Moschini, un
tempo mezzadra al podere Tre Colli, sul versante opposto al podere Prativigne,
dove li aveva sentiti dalla sua zia Errita, parente della poetessa.
Praticamente da quasi 50 anni mi occupo di Dina Ferri, siamo diventati molto
amici, e spero, tra non molto, di
incontrarla in Paradiso!
Spero anche che tutti voi, ragazzi e ragazze, continuerete a
mantenere accesa la fiaccola della vostra poetessa, Dina Ferri, e mi congratulo
per i vostri bei disegni, le vostre poesie e pensieri che rendono bello questo
giorno, ed anche per la sapienza dei vostri insegnanti e di tutte le persone che
vi hanno guidati. Metterò anche io i vostri lavori tra le cose più preziose che
conservo della memoria di Dina e spero che anche voi non la dimentichiate.
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