PARTITO DEMOCRATICO
CASTELNUOVO DI VAL DI CECINA, PISA,
TOSCANA.
Stagione di Congressi, di “primarie”, di elezioni politiche
in Italia. Nel mio Comune di circa 1800 italiani e 500 extracomunitari, ormai
da molti anni, non esistono più “partiti politici” organizzati con un forte
radicamento locale. I due residui attuali, il Partito Democratico e
Rifondazione Comunista, contano ognuno poche decine di iscritti. Il PD ne ha
28, dell’altro non ho i dati numerici, ma saranno di poco superiori se non
inferiori. Questi due partiti hanno ancora la loro visibilità, attraverso due “bacheche”
dove vengono affissi giornali, volantini, comunicati. Inoltre essi riescono ad
organizzare due grandi e tradizionali Feste politiche popolari, in agosto e
settembre, alle quali partecipano centinaia o migliaia di persone. Tali Feste
servono anche all’auto finanziamento, che impingua il magro contributo del
tesseramento. Altre entrate, né occulte, né palesi, esistono. Parlo del PD, che
conosco, perché è il mio partito. Dal 1961 fino alla sua dissoluzione, sono
stato dentro il PCI, con gioia, creatività e impegno. Sono stato inoltre l’ultimo
Sindaco comunista (1985-1990) e il primo sindaco di una Lista civica di sinistra (1990-1993).
Ho sempre avuto una tessera di partito: Ulivo, PDS, DS, e adesso PD, tessere
che conservo gelosamente, con amore e rispetto. Credo nel ruolo della politica
e dei partiti per governare ogni Nazione. In particolare nei partiti “democratici”
che perseguono obiettivi di solidarietà, equità sociale, pace e lavoro, cultura
e tendono all’elevazione delle “classi” meno abbienti, alla protezione degli
anziani, ed alla armonica crescita della gioventù, in un contesto di rispetto e
tutela dell’ambiente nel quale viviamo. Naturalmente do’ per scontata la “purezza”
personale e una politica virtuosa. Molti
di questi valori sono oggi disattesi, e il malaffare si insinua sempre nell’anima
umana. Non siamo adeguatamente immunizzati e il livello “etico” appare sempre
più basso. Avanzano populismo, xenofobia, violenza, incultura, egoismo ed
edonismo, mentre tutto o quasi si banalizza con la superficialità e l’abuso dei
nuovi strumenti tecnologici. La disaffezione allo stare insieme anche nelle
diversità, con rispetto e voglia di imparare e di fare per il bene comune,
sembra in questo tempo predominante. Anche il “partito liquido” teorizzato dai
guru manipolatori della comunicazione elettronica, non avrà futuro, perché se
questo “liquido”, cioè le persone che ne formano la composizione alla base, non
troveranno spazio in un contenitore, ma si disperderanno in bit, il meccanismo della trasmissione e
condivisione delle scelte dei vertici e dai vertici i suggerimenti e la
conoscenza della vita “reale” non saranno noti, ma solo artificiali, non ci potrà essere vera
democrazia, cioè partecipazione del popolo. E’ in corso una profonda fase di
disgregazione sociale in Italia, che attraversa con violenza anche il Partito
Democratico minacciando ingovernabilità e avventurismo. Ieri abbiamo votato
nelle elezioni primarie per la scelta del candidato Segretario Nazionale del
Partito Democratico. Tre erano i candidati, Renzi, Emiliano e Orlando. Ognuno
ha espresso il suo “programma”, e c’è stata successivamente una discussione e
infine la votazione segreta, che ha dato questi risultati: 28 iscritti a
votare, 20 votanti, nessuna scheda bianca o nulla. Hanno ottenuto voti: Renzi
12, Orlando 8, Emiliano 0. Numeri “ridicoli”, ma espressi con convinzione e
lealtà, con l’impegno di mantenere accesa la fiammella della speranza.
Nessun commento:
Posta un commento