mercoledì 29 marzo 2017



PARTITO DEMOCRATICO
CASTELNUOVO DI VAL DI CECINA, PISA, TOSCANA.


Stagione di Congressi, di “primarie”, di elezioni politiche in Italia. Nel mio Comune di circa 1800 italiani e 500 extracomunitari, ormai da molti anni, non esistono più “partiti politici” organizzati con un forte radicamento locale. I due residui attuali, il Partito Democratico e Rifondazione Comunista, contano ognuno poche decine di iscritti. Il PD ne ha 28, dell’altro non ho i dati numerici, ma saranno di poco superiori se non inferiori. Questi due partiti hanno ancora la loro visibilità, attraverso due “bacheche” dove vengono affissi giornali, volantini, comunicati. Inoltre essi riescono ad organizzare due grandi e tradizionali Feste politiche popolari, in agosto e settembre, alle quali partecipano centinaia o migliaia di persone. Tali Feste servono anche all’auto finanziamento, che impingua il magro contributo del tesseramento. Altre entrate, né occulte, né palesi, esistono. Parlo del PD, che conosco, perché è il mio partito. Dal 1961 fino alla sua dissoluzione, sono stato dentro il PCI, con gioia, creatività e impegno. Sono stato inoltre l’ultimo Sindaco comunista (1985-1990) e il primo sindaco  di una Lista civica di sinistra (1990-1993). Ho sempre avuto una tessera di partito: Ulivo, PDS, DS, e adesso PD, tessere che conservo gelosamente, con amore e rispetto. Credo nel ruolo della politica e dei partiti per governare ogni Nazione. In particolare nei partiti “democratici” che perseguono obiettivi di solidarietà, equità sociale, pace e lavoro, cultura e tendono all’elevazione delle “classi” meno abbienti, alla protezione degli anziani, ed alla armonica crescita della gioventù, in un contesto di rispetto e tutela dell’ambiente nel quale viviamo. Naturalmente do’ per scontata la “purezza” personale e una politica  virtuosa. Molti di questi valori sono oggi disattesi, e il malaffare si insinua sempre nell’anima umana. Non siamo adeguatamente immunizzati e il livello “etico” appare sempre più basso. Avanzano populismo, xenofobia, violenza, incultura, egoismo ed edonismo, mentre tutto o quasi si banalizza con la superficialità e l’abuso dei nuovi strumenti tecnologici. La disaffezione allo stare insieme anche nelle diversità, con rispetto e voglia di imparare e di fare per il bene comune, sembra in questo tempo predominante. Anche il “partito liquido” teorizzato dai guru manipolatori della comunicazione elettronica, non avrà futuro, perché se questo “liquido”, cioè le persone che ne formano la composizione alla base, non troveranno spazio in un contenitore, ma si disperderanno in bit,  il meccanismo della trasmissione e condivisione delle scelte dei vertici e dai vertici i suggerimenti e la conoscenza della vita “reale” non saranno noti, ma solo   artificiali, non ci potrà essere vera democrazia, cioè partecipazione del popolo. E’ in corso una profonda fase di disgregazione sociale in Italia, che attraversa con violenza anche il Partito Democratico minacciando ingovernabilità e avventurismo. Ieri abbiamo votato nelle elezioni primarie per la scelta del candidato Segretario Nazionale del Partito Democratico. Tre erano i candidati, Renzi, Emiliano e Orlando. Ognuno ha espresso il suo “programma”, e c’è stata successivamente una discussione e infine la votazione segreta, che ha dato questi risultati: 28 iscritti a votare, 20 votanti, nessuna scheda bianca o nulla. Hanno ottenuto voti: Renzi 12, Orlando 8, Emiliano 0. Numeri “ridicoli”, ma espressi con convinzione e lealtà, con l’impegno di mantenere accesa la fiammella della speranza.   

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