E’ morto il
mio amico Mario Nati (“Marione”!)
24 luglio 2013, nelle prime ore
del mattino, al termine di una passeggiata insieme alla moglie nell’ombrosa
strada di Sasso Pisano, è morto fulmineamente il mio amico Mario Nati, fu
Agostino, di anni 67. Mario, soprannominato “Marione” per la sua corporatura
massiccia, era da sempre uno sportivo, non un “tifoso” (anche se il suo amore
per la Juventus
era immenso), ma un praticante. Da giovane calciatore, poi allenatore, poi
ciclista, poi podista, poi marciatore e camminatore…ci incontravamo abbastanza
di frequente sulle strade intorno a Castelnuovo, incontri rapidi, perché il suo
passo era assai più veloce del mio, ma tuttavia trovavamo il tempo per
scambiarci il saluto e qualche informazione. Una delle ultime volte, qualche
settimana fa, lo vedemmo da lontano con sua moglie, sembrava che spingessero il
passeggino di un bimbo piccino e commentammo: “Ma chi spinge Mario? Il suo
nipote è grande…”. La sorpresa fu presto svelata: dentro il passeggino avevano
il loro cane! Ma, Mario? Che fate? E’ stanco o l’ha pinzato una vipera? No, non
ha niente, ci alleniamo perché tra qualche giorno andremo a fare una camminata
nel Parco della Pace tra Serbia e Croazia e lo porteremo con noi! Lui e la
moglie hanno sempre amato gli animali e la loro casa è stata abitata da cani e
da gatti, forse anche da pappagalli, criceti ecc. ecc. Anzi, posso affermare
che eravamo diventati “parenti” in quanto il mio cane Otto innamoratissimo di
una delle sua cagnette ungheresi ci s’era unito in matrimonio mettendo al mondo
cinque deliziosi cagnolini! Tutti felicemente sistemati presso amici. Lì per lì
Mario non c’era rimasto bene. Desiderava una discendenza più nobile che un
incrocio con un bastardino, anche se il bastardino era il cane più bello del
mondo! Ma ci facemmo tante risate. Conoscevo Mario da quasi mezzo secolo. Anzi,
conoscevo sua sorella e i suoi genitori, e ricordo bene di essere andato, nel
1975, al funerale del suo babbo, Gosto, che allora abitava in un appartamento
soprastante l’Albergo La Perla. Ciò
vuol rimarcare la nostra antica amicizia. Poi siamo stati compagni nel Partito
Comunista Italiano e nella Cgil-Fidae, poi Fnle, nella Fabbrica di Larderello.
Era un collaboratore del giornalino mensile, curando specialmente i commenti e
le riflessioni sugli avvenimenti internazionali e dell’America Latina, come il
Cile, la Bolivia ,
Cuba…lo affascinavano le figure dei grandi rivoluzionari moderni. Dopo che io lasciai
gli incarichi sindacali (1984) per “incompatibilità” con nuovi incarichi
amministrativi nel Consiglio comunale di Castelnuovo, Mario entrò a far parte
del Direttivo della Fnle-Cgil. Gli anni successivi al 1989 non valgono più per
il ricordo. Mario era una persona allegra, scherzosa, chiacchierona…il suo
impegno nel sociale lo trasfondeva come volontario della Confraternita di
Misericordia, della quale era un membro attivo. Era anche un bell’uomo, amante
dei viaggi, delle vacanze in Grecia, e a tal proposito “invidiava” moltissimo
le mie magliette estive, tutte provenienti da paesi lontani, sia dell’Asia, che
dell’Africa, o delle Americhe, anche se lo tranquillizzavo dicendogli,“Mario,
queste me le ha portate mia figlia di regalo!” Tifosissimo della Juventus
riuscì a portarmi per due volte a vederla giocare, una volta a Torino e un’altra
a Basilea! Giorni indimenticabili. Insomma Mario era un personaggio del nostro
piccolo paese autoctono, che mancherà moltissimo a tutti. Stamani sono andato a
rendergli l’ultimo saluto nella Chiesina di San Rocco, prima del suo
trasferimento a Siena per la cremazione; generalmente non voglio vedere i
morti, preferisco ricordarli da vivi, ma per Mario ho fatto una eccezione:
sapevo che non mi avrebbe impressionato, la sua morte era stata velocissima,
senza soffrimento, ed infatti il suo volto era quello di sempre, disteso, quasi
sorridente. Non so bene se fosse religioso, cattolico o no perché la Chiesina di San Rocco
viene adibita dalla Misericordia all’ospitalità, in taluni casi, ma mi ha fatto riflettere la simmetria della
bara rispetto al grande quadro del Daddi appeso alle sue spalle: la
purificazione di Maria a quaranta giorni dalla nascita del figlio, come
prescriveva la legge di Mosè, con la presentazione di Gesù a Simeone nel
Tempio. In tale occasione venivano accese sette candele. Ho pensato alla morte
come ad un passaggio ed a una purificazione, non al Nulla. Forse anche la
nostra anima sarà accolta con gioia, così com’è, in un’altra dimensione, a noi
imperscrutabile, in una eternità ancora ricca d’incontri, di passioni e amore. Dunque, arrivederci Mario!
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