giovedì 30 novembre 2023




La poesia è un bene immateriale.

La poesia è un bene immateriale,
e durante la pandemia
e la solitudine che l’ha accompagnata,
l’ho avuta per quotidiana vicinanza:
la sua fiammella non s’è mai spenta.
Ne è stato testimone
il mio libriccino
“Non tutto morirò”, adesso esaurito,
nel quale la ricordanza ha tessuto
la sua tela.
Ma la sartina dalla gamba fine
chi mai la ricorderà?
Era davvero carina e gentile,
una viola d’aprile
nella sua timidezza.
Non poteva ballare
né il valzer, né la samba,
ma nel lento, nel lento,
ti portava su, in alto,
nel cielo, dove regna
l’amore.
Era nata zoppina,
ma tutto il resto
baciato dalla bellezza,
il suo alito caldo
bruciava il mio cuore
bambino.
La rivedo darmi il braccio,
per scendere dalle ripide scale,
e infine, sulla porta,
un timido bacio:
che custodisco con cura
nel Museo dell’Innocenza!
Tute le reazioni:

lunedì 27 novembre 2023

 TERME ANTICHE IN VIA DI ESTINZIONE.

Sulla rotabile che scende da Castelnuovo a Larderello, nell'agglomerato urbano di "La Fagianaia" e "Bagno al morbo", oggi in rapido degrado e, praticamente, quasi del tutto disabitato, c'è ancora una tenue sorgente termale, che ricorda in una lapide marmorea, antichi fasti dell'età di Roma. Negli anni sono andato tante volte in quel luogo "magico" e silenzioso, notando il continuo stato di degrado. Forse ciò si deve alle trasformazioni dell'industria geotermica e della sua "capitale" Larderello, che si accompagna a quella delle "Terme della Perla", della un tempo grande centrale geotermoelettrica, la famosa "Centrale Tre", ed anche al fatiscente fabbricato della "Pieve di Morba", un tempo Pieve Matrice di una vastissima area. Qui sostarono Lorenzo De Medici con la sua corte, per le acque termali, qui riparò Giuseppe Garibaldi in fuga verso le Maremme e l'imbarco per la Francia, qui sostò Enrico Fermi, in visita alla "Centrale Tre", un tempo la più potente del mondo, per valutare le possibilità di ubicazione di una Centrale Nucleare (e, questa volta, ci andò bene e il progetto fu accantonato). Vedere per credere!
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sabato 25 novembre 2023

OGGI BEL SOLE!

Oggi bel sole! Sul terrazzino esterno +8°C. nel mio studiolo +22°C. I nipoti pranzeranno da noi. La nostra casa ha già preso un'aria natalizia, con addobbi e presepi, la gatta dorme profondamente. Dei libriccini di poesie ne son rimasti 14 esemplari che consegnerò nei prossimi giorni. Ieri ho avuto due ospiti "importanti", un bel pomeriggio di grandi discussioni, mi hanno riportato tutto il materiale! Spero che gli sarà utile per celebrare l'80° anniversario della Resistenza che cadrà il prossimo anno. E' vero che son vecchio, che la memoria svanisce e così la forza fisica, tuttavia mi son costruito uno spazio di ricerca e studio nel quale le mie ore passano veloci! E briciole di creatività e di ricordi ancora mi sostengono! Adesso ascolto una antologia musicale di Violeta Parra, in due CD, che si concludono con la canzone Gracias a la vida. Si grazie alla vita! Buona giornata a tutti/e!

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sabato 11 novembre 2023





 Castelnuovo V.C.  8 novembre 2023.

 

Gentile e lontana amica, nello spazio e nel tempo, ho ricevuto la tua lettera e ti ringrazio. Son trascorsi molti anni da quando salimmo sulle “biancane” di Monterotondo Marittimo, ma oggi, con i miei 86 anni, non lo potrei ripetere! In primis è la mia memoria che svanisce, in secondo l’incapacità ad interessarmi di problemi sociali, il terzo di coltivare amicizie e a malapena mantengo quella dell’unico amico d’infanzia con il quale amo far quale breve passeggiata e, di seguito, anche la “creatività della poesia è venuta meno.

Non a caso quest’ultimo libriccino altro non è che una scelta di testi fatta da terze persone…Anche la struttura della mia famiglia è mutata in questi ultimi 20 anni! Adesso abbiamo i nipoti grandi, due laureati, un terzo iscritto quest’anno all’università e la ragazza al secondo anno delle superiori. E i nonni sono ancora utili! Anche Roccatederighi è lontana, e non mi turba il fatto dello stravolgimento della storia. Quando andai allo Yad Waschem a Gerusalemme portai molti documenti e non a caso sono stato iscritto fin dal 2004 ai Figli della Shoah. Ma, con la destra al potere, anche Israele è cambiato! Infine, non mi meravigliano recenti libercoli su Roccatederighi, né su Norma Parenti, e, addirittura, sulle tante menzogne che riguardano la Resistenza! Rimpiango il mio amato cane OTTO, morto di 19 anni e mi fa molta compagnia la mia gattina (“Pallina”) cieca. Non ho più interesse a leggere, di qualsiasi cosa si tratti, e, prima di addormentarmi faccio un po’ di parole incrociate! Infine a te e Gianluca mando tanti auguri di buona salute con la speranza che anche i piccoli problemi del momento si stiano superando. Il paese di Castelnuovo è un paese di vento e di ricordi, degli oltre 3500 abitanti di pochi anni or sono, restano poco più di 2000 abitanti, compresi 3-400 albanesi e marocchini, che ancora stentano ad integrarsi. Non parliamo della “vita politica”, inesistente. Tengo sempre a mente il tempo di quando c’era il PCI diciamo 1990, con oltre 500 iscritti, tra uomini e donne sui circa 4000 abitanti! Adesso in tutto il comune siamo meno di 30! Impossibile lo scambio delle idee e la comunicazione sociale. Anche questi elementi ci fanno più tristi! E’ per questo che amo andare solitario al Vado la Lepre, un’alta collina che guarda il mare, per fotografare i tramonti!

Un affettuoso saluto.

giovedì 9 novembre 2023

 


PROGRAMMA CULTURALE DI CARLO (Si fa per dire!).

 

Oggi pomeriggio, ore 17, terrò una piccola conferenza, parlando di POESIA! A Montecerboli. Si, qualcosa del mio ultimo libriccino “LA VITA E’ SOGNO!” con testo in italiano ed in tedesco; ma parlando anche di Goethe!

 

Il giorno 18 novembre, ore 17, terrò una piccola conferenza c/o l’Associazione Culturale del mio paesello, IL CHIASSINO, sempre sul tema della mia poesia e di Goethe!

 

Il 7 marzo 2024, terrò all’Università della Libera età di Pomarance, la commemorazione della Resistenza e della vicenda dei tre partigiani sardi: Gallistru, Vargiu e Piredda. Il primo caduto in combattimento a Monterotondo Marittimo e gli altri due fucilati dalle SS a pochi metri dalla mia casa a Castelnuovo.

 

In una data ancora da stabilire terrò una piccola conferenza organizzata dalle “Ragazze del Giovedì” di Castelnuovo V.C. Forse parlerò di “un giorno di vita  nel 1437 a Castrinovi de Montanea” e dello Statuto.

 

Hai Hai! Non andiamo troppo lontano! Terrò aggiornato il programma tenendo a mente il mio motto. “Camminando si fa il cammino”.

mercoledì 8 novembre 2023

  Novembre nel paesello.

Le ore del giorno e della luce si accorciano e tra un'ora sarà buio. Naturalmente i vecchi restano in casa. I contatti sociali son quasi inesistenti, e i programmi televisivi, oltre che affaticare gli occhi, offrono più pubblicità che film, musica e cultura. Ma, d'altra parte, non si può star sempre seduti di fronte allo schermo TV! Anche la mia gatta cieca non fa altro che sonnecchiare o dormire! nonostante che io la stia sempre a noiare! Ascolto a lungo la mia musica preferita, quella che alimenta i ricordi di giovinezze ormai lontane. Adesso ho 3 CD di Cesaria Evora e dopo metterò Marisa Monte, son regali di amiche che ormai non incontro da molto tempo. Ho la fortuna di avere qualche nipote vicino, e magari, la domenica a pranzo dai nonni! Ci vogliamo molto bene, ma le strade son diverse. Anche la poesia si inaridisce e langue, nonostante abbia praticamente esaurita l'intera tiratura del mio ultimo lavoro "La vita è sogno" e che domani sarò a Montecerboli per un incontro "tra noi"...ma il lumicino si fa sempre più sottile...
Stamattina, dopo molto tempo, sono sceso al Torrente Pavone, al guado, ma era in corso una caccia al cinghiale, poi son caduti radi goccioloni, e il torrente aveva poca acqua! OK! Domani è un altro giorno! Buona notte, buona salute!
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mercoledì 1 novembre 2023


LA LUNA NOVA.

4 novembre 2023 ore 17 c/o IL CHIASSINO DI CASTELNUOVO V.C.Presentazione del libro “LA VITA E’ SOGNO!

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Buonasera e grazie dell’invito per la presentazione del libriccino di poesie italiano-tedesco “LA VITA E’ SOGNO! DAS LEBEN IST EIN TRAUM!”) nell’ambito de LA LUNA NOVA, una manifestazione antica che forse  potremmo riprendere in futuro!

Esso è l’ultimo mio nato…e, credo, che nessun altro lo seguirà perché la vecchiaia porta aridità e smemoratezza. Ho avuto la fortuna di iniziare prestissimo a scrivere poesiole, nel 1952, all’età di 14 anni, e di conservare i testi, salvo un centinaio andati dispersi, oppure son serviti alla nonna per accendere il fuoco! Ma, praticamente, tutti gli altri sono stati conservati sotto il titolo di “TUTTE LA POESIE. VITA DI UN UOMO” 1952-2023). Esse ammontano a circa 1250 e sono raccolte in 24 volumi. La mia prima poesia pubblicata fu quella per la partecipazione ad un concorso nazionale dell’ENEL nel 1963, nel quale, dopo i tre vincitori, fui il primo dei tre segnalati! Fu stampato un libriccino, che devo avere da qualche parte! Dovranno trascorrere ben 33 anni per una nuova pubblicazione e si dovrà giungere al 1996-97, quando Piero Pistoia pubblicò sul Sillabario ben 5 poesie. Infine bisognerà arrivare al 2007 per vedere pubblicato il mio primo vero libriccino: “La cometa Swan”, un testo fondamentale nel mio percorso poetico.

 Da questa data ad oggi sono usciti altri 9 libri in piccolo formato, dei quali uno in lingua italiana-spagnola, un altro in lingua italiana-francese, e adesso questo ultimo in lingua italiana-tedesca.

La scelta dei testi e le traduzioni sono di due miei amici tedeschi di Monaco di Baviera, Doris e Wolfgang, che da  diversi decenni amano trascorrere gran tempo in Italia,in un casolare tra il Sasso e Bruciano. E Doris, tra l’altro, è una grande artista, scultrice e pittrice.

Nel corso della mia lunga attività letteraria ho avuto alcuni pareri da poeti ed artisti molto importanti che non citerò, ma che tengo molto cari!   

Adesso vi leggerò una breve considerazione che ho posto come prefazione all’intera raccolta di poesie:

Nel chiudere la raccolta dei miei testi poetici, scritti tra gli anni 1952 - 2023, ambirei poter spiegare il cammino della mia poesia, ma non oso, tanto insignificanti m’appaiono i miei disadorni componimenti. Posso soltanto dire che l’impulso ad utilizzare la “parola”, nella poesia, “Con le mani ricolme di fragili sogni”,  manifesta pienamente il filo conduttore,  il primitivo contatto con una ferita profonda e inguaribile, un “grande dolore”, a cui farà seguito un “grande amore” o, meglio, i grandi amori familiari, dei quali la vita non m’è stata avara.

         Come sappiamo, la storia della vita di un poeta è più o meno indissolubile dalla storia della sua opera. Vi possono essere degli sdoppiamenti, delle interferenze, ma tanto più ampia e duratura è l’opera d’arte, tanto più strettamente è legata alla vita.

         Altri elementi di approfondimento si potranno trovare nei diari, nelle lettere, nei racconti inediti: “La casa di legno ed altre storie dell’età fiorita” e nell’ “Autobiografia 1938-1963”, accolta  dal Centro Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (AR).

         Alcuni anni fa ho avuto modo di discutere alcuni testi della raccolta “El poeta canta por todos”, pubblicata nel 2008, con una intelligente amica, la quale, portandovi drastiche cesure, m’ha avvertito di essere con me “implacabile”, nel tentativo di farmi “crescere” ed “innalzarmi” alla poesia universale! A lei ho scritto una lettera, nel tentativo di spiegarle le “ragioni” della mia poesia, e ve la ripropongo.

“..., come ti dissi, un po’ accalorato, continuo a metter ordine tra le mie cose, e adesso sono a buon punto con l’indice dei titoli e dei capoversi (sono arrivato abbastanza avanti). Naturalmente mi soffermo di tanto in tanto su qualche testo…pensando a quello che mi hai detto ed anche alla lima di Leopardi, ossia al fuoco purificatore. Infatti la maggior parte delle mie poesie non si debbon ritener tali e per ora le conservo come gli aghi e i rocchetti del filo e gli spilli della nonna, inutili, ma a me cari. Mi parlavi di “crescita”: ormai non è più possibile, anche le vertebre si schiacciano e negli ultimi anni la mia statura s’è abbassata di due o tre centimetri, altro che crescere! E poi io non scrivo poesie, ma storie! Una specie di interminabile diario, difficile strappare una pagina senza perdere il filo dell’ordito. Non voglio, con questo, intendere, che quel che racconto sia vero. Come il cantastorie Ashanti,  vorrei ripetere ciò che egli diceva alla fine delle sue storie: “Quella che ho raccontato è la mia storia, dolce o amara che vi sia sembrata, qualcosa portatela con voi, qualcosa lasciate che torni a me”.  Raccontare e scrivere: c’è il problema degli ascoltatori e dei “lettori”, è vero: quantità e qualità dei medesimi. Oppure nessuno, dato che considero le mie poesie-storie in modo assolutamente affettivo. Dunque, ad essere sincero, le poesie sono il mio specchio segreto, uno specchio magico, che annulla il tempo e me lo fa rivivere e da’ speranza d’esser rivissuto. La “poesia”, forse non quella scritta, ma quella che danza nel mio sistema cerebrale, è stata la preziosa ambasciatrice verso il mondo esterno, lo spazio vitale nel quale mi sono immerso ogni giorno. Stringo i fili del destino. Quando mi trovo a tirarli ecco apparire sul proscenio, a distanze variabili,  le mie bandiere, i miei compagni, la mia fabbrica “amica”, i miei cari parenti e familiari, i miei sogni e ideali…i miei incubi e tormenti: a tutti mi lega la poesia! Come disfarmene? Ad esempio, la raccolta di poesie, scritte per la maggior parte negli ultimi anni s’è intrecciata con la stesura e l’incessante “limatura” del più vasto poemetto “Agnes e Martin: l’amore, il dolore. Una storia romantica” e con l’assemblaggio di testi dedicati alla città di Volterra, sotto il titolo “Elegia Volterrana”. La rivisitazione del passato ha attinto abbondantemente suggestioni dai più amati “maestri”, Leopardi, Saba, Montale, Machado, Seifert, Brecht, Goethe, Caproni, oltre che dal soggettivo vissuto, anch’esso, se posso dirlo, intimamente esaltante. In questi ultimi anni non sono mancate “riflessioni” sulla poesia e sull’essere poeta, delle quali ne riproporrò due, una, relativa all’essenza della poesia in Leopardi, l’altra al perché insisto a scrivere poesie. Per Leopardi la poesia canta ciò che non esiste, ciò che è altrove, ciò che si colloca al di fuori del cerchio della terra o, comunque, della storia: i giorni primevi; la quiete inorganica; la “donna che non si trova”; il fanciullo; il selvaggio; la greggia ignara della noia; la beata, misteriosa indifferenza della luna. Illusione suprema, errore divino, è l’amore, che sembra capace di dischiudere, come la bellezza e la musica, “alto mistero d’ignorati Elisi”. E Leopardi ne ha cantato il miracoloso potere in più luoghi della sua opera. Ma il vero e la noia (ossia il sentimento della vacuità universale) accompagnano come un’ombra funerea il sogno dell’evasione. L’articolo sul “Sole24Ore” di domenica 9 settembre 2012, pagina 26, “Poeti italiani all’estero”, per il prestigio dell’editore, la cospicuità dell’impresa e l’abilità di chi l’ha compiuta, The Farrar Strauss Giroux Book of Twentieth-Century Italian Poetry, uscito a New York e allestito dal poeta e traduttore Geoffrey Brock, è veramente uno specchio formidabile che consente di ricalibrare la poesia italiana del periodo d’oro 1900-1965, in un contesto internazionale, ed anche di meditare, in forma surrealistica, sulla mia personale collocazione, nell’infinito coro poetante nazionale. La sovrabbondanza dei poeti selezionati nell’antologia, ben settantatre, è di gran lunga superiore al magico numero preconizzato da Saba, che reputava felice un popolo se in un secolo vedeva nascere quattro o cinque poeti! Ma è, allo stesso tempo, infinitamente esigua, rispetto, ad esempio, all’Italia che annovera oltre centomila persone viventi che hanno pubblicato almeno un volume di poesie! Naturalmente io non compaio tra i settantatre, anche se non son più un adolescente contaminato dal sacro fuoco della poesia, ma un vecchio e solitario cantore, i cui esordi risalgono al 1952, l’anno in cui feci dono di un piccolo manoscritto, rilegato con cura, alle amatissime cugine Jolanda ed Eleonora, contenente, oltre ai soliti testi romantici giovanili, per lo più lamenti di amori solitari, anche poesie civili, alcune preveggenti, come il risveglio dell’Asia e la fine del colonialismo in Africa. Tante volte ho pensato di bruciare libri, quaderni, moleskine…cancellare ogni traccia e tacere per sempre. Mi ha dissuaso il ricordo di una lettura lontana, la prefazione di Montale ad un volumetto di “liriche cinesi (1753 a.C. – 1278 d.C.), nella quale il grande poeta si sofferma a parlare dell’essenza della poesia facendo riferimento al poeta Po Chu-i, vissuto tra il 772 e l’846 d.C.  Po Chu-i fu, oltre che innovatore, un uomo più che umano nella inestinguibile passione del canto. Il rinnovamento della parola e l’amicizia furono le forze ispiratrici di questo illuminato che conobbe il favore e il disfavore dei potenti, senza legarsi mai a nessun bene di quaggiù. El poeta canta por todos…cantava per tutti, e pur vedetelo quando scopre la poesia da lui scritta sul muro di una locanda!

Il mio goffo poema sul muro della locanda

nessuno finora s’era curato di leggere.

Muschio e tracce d’uccelli ne avean cancellato i caratteri.

Poi giunse un avventore dal cuore così traboccante,

che benché fosse Paggio al trono dell’Imperatore,

si degnò con un lembo del suo ricamato mantello

di spazzar via la polvere e di leggere.

Così l’opera giunse a destinazione, trovando finalmente il suo lettore. Un solo lettore!  Perciò mi chiedo, perché disperarsi? Io ho ben più numerosi lettori del Paggio Yuan Chen! A due amiche ho fatto leggere la bozza del poema “Agnes e Martin” e le risposte mi consolano e mi spronano a non abbandonarmi alla sterile disperazione, ma a proseguire, finché le forze mi sosterranno, nell’esaltante cammino della ricerca e del godimento della felicità, della bellezza e dell’armonia. Ti ringrazio per il tempo che mi hai concesso, per la passione delle tue parole nel prendere in seria considerazione i sentimenti di un quasi sconosciuto, parole che mi portano a riflettere ed anche a rileggere i testi in modo “critico”, fin dove sarà possibile, usando lima e accetta, e qualche volta il fuoco”.

Termino questa forse troppo lunga presentazione, e prima di leggervi quattro poesie, con un accenno ad un grande poeta universale, Johann Wolfgang Goethe, nato in Germania, a Francoforte sul Meno, il 28 agosto 1749 e morto il 22 marzo 1832 a Weimar, del quale ho riportato in incipit questo verso: “Davanti a Dio ogni cosa resta eterna”!

Amante dell’Italia vi soggiornò per tre anni interi e vi ritornò per un periodo più breve una seconda volta. Non cito i suoi romanzi, né le sue 2000 lettere all’amante Charlotte Von Stein, purtroppo mancanti di quelle di lei, distrutte da Goethe, ma mi sono stupito della quantità delle sue opere poetiche tra cui oltre duemila liriche. Un repertorio sbalorditivo che basterebbe da solo a fare di Goethe uno degli autori più grandi e più prolifici mai esistiti. Tra i tanti, piccoli episodi della sua vita mi ha colpito  un ultimo sussulto di Goethe, quando  ormai vecchio e vedovo, conosce a Marienbad (l’odierna stazione termale  della Cechia: Marianske Lazne), una giovanissima ragazza di nome Ulrike, e a poco a poco l’amicizia tra loro si trasforma in una ardente passione! Già ultrasettantenne (mentre Ulriche ha appena 19 anni) chiede alla madre di lei di poterla sposare ottenendo un fermo immodificabile diniego. Di ritorno in carrozza dalle terme, dov’è avvenuto l’ultimo incontro con Ulriche, scopre di nuovo una delle più struggenti liriche del suo immenso “canzoniere” conosciuta universalmente sotto il titolo  “Elegia di Marienbad”. Infatti, nel viaggio, si ferma ad una capanna, ritrovando scolpiti sulla parete di legno, alcuni versi della maturità:

Ampio mondo e vasta vita,

onesto tendere di lunghi anni,

sempre indagato, sempre più a fondo

ma mai concluso, spesso emendato,

con fedeltà conservato l’antico,

compreso il nuovo benevolmente,

mente serena e puri intenti:

ecco si è fatto un buon tratto di strada.

Mi dice lo specchio che io sono bello!

Voi dite: anche il mio destino sarà

d’invecchiare.

Davanti a Dio ogni cosa resta eterna,

in me, amate Lui, per questo istante.

 

Ed io non oso scrivere sulla corteccia di un grande albero, né sulle tavole di una capanna ma sulla tastiera di uno strumento elettronico, i miei versi senili e, sulla carta, le mie oltre 1200 poesie!

Adesso ne leggerò quattro in italiano, con la speranza che siano bene accolte!

La terra desolata.

Al Caffè dei Fornelli.

Dopo anni di lontananza

Cosetta, Cosetta…

Grazie per la vostra attenzione e pazienza!