Era l’unico
modo
Più rapidamente del previsto ho letto per intero il secondo
libro di un anno! Lo confesso, in parte per problemi della vista, in parte per
l’affievolirsi della memoria, non riesco più a leggere, né giornali, riviste e
libri! Ma non potevo ignorare il “giallo” di un caro amico, no, l’amicizia non è
stato l’elemento principale, semmai la curiosità, dato che la vicenda si
sviluppa in luoghi riconducibili sulla costa Tirrenica, a me vicina. Inoltre, l’altro
libro che ho letto in precedenza, un romanzo di Pamuk, ruota sulla misteriosa
uccisione di un grande scienziato turco, inviato dal Sultano su un’isola per
accertarsi e combattere una epidemia di peste, non si sa bene da chi sia stata
propagata. E i richiami di questo altro romanzo mi hanno un po’ sbloccato e
riavvicinato alla letteratura “gialla” di Giorgio Simoni, l’autore dell’altro
libro letto qualche anno fa: “Il diavolo non abita qui”, un vero piccolo
capolavoro, a mio avviso. Ma anche questo nuovo libro gli si affianca! In più
il testo è suddiviso in capitoli brevi, in caratteri grandi, con una sapiente
partitura e molti dialoghi che alleggeriscono la narrazione dei fatti. C’è
anche quella lieve aria di erotismo, di ammiccamenti, senza indulgere nella
pornografia. Inoltre i capitoli si susseguono come i pezzi di un puzzle, fino ad
arrivare al completamento. Una scrittura moderna di un dramma che, purtroppo,
si nutre di avvenimenti reali. Ho colto anche, con piacere, l’indulgente
umanizzazione dei “tutori dell’ordine”, l’Arma dei Carabinieri, e la loro
umanità nonostante la tragedia. Grazie Giorgio, spero che di Ettore Spada, Dora
Panerai e di tutta la squadra, ne risentiremo parlare presto!
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