domenica 21 novembre 2021








QUALCOSA SULLA MIA POESIA.

Nel chiudere la raccolta dei miei testi poetici, scritti tra gli anni 1952 - 2021 (La sartina), ambirei poter spiegare, come il poeta Ungaretti, le “ragioni d’una poesia”, ma non oso, tanto insignificanti m’appaiono i miei disadorni componimenti. Di Ungaretti però faccio mi  a e ripropongo quella che a me sembra la summa delle sue riflessioni, o quella che più mi s’attaglia:

           “…oggi il poeta è tornato a sapere, ad avere gli occhi per vedere e, deliberatamente, vede e vuole vedere l’invisibile nel visibile. Oh, egli non cerca di violare il segreto dei cuori. Sa che spetta solo a Dio di leggere infallibilmente nell’abisso dei singoli perché ne conosce il passato, il presente e l’avvenire. Il poeta sa che nel cuore dell’uomo non si troverebbe che debolezza e ansia e la paura, povero cuore, di vedersi scoperto. Ed è per questo che ogni poesia nasconde un   mistero”.

          Ed è proprio ispirandomi ad Ungaretti che titolo la raccolta delle mie poesie “Vita d’un uomo. Tutte le poesie”, perché non c’è, praticamente, una singola tessera policroma, che non sia parte dell’intero mosaico.

 La sartina

 La sartina dalla gamba fine,

chi mai la ricorderà?

Era davvero carina

e gentile, una viola

d’aprile nella sua timidezza.

Non poteva ballare

né il valzer, né la samba,

ma nel lento, nel lento,

ti portava su, in alto,

nel cielo, dove regna

                        l’amore.

Era nata zoppina,

ma tutto il resto

baciato dalla bellezza,

e il suo alito

scaldava il mio cuore

                        bambino.

La vedo darmi il braccio

per scendere dalle ripide scale,

e infine, sulla porta,

un timido bacio

che custodisco con cura

nel Museo dell’Innocenza.



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