domenica 26 giugno 2016
domenica 19 giugno 2016
Alberi.
Di quel platano stento
non son rimasti nel lussureggiante giardino,
che due tronchi anneriti dal tempo.
L’hanno lasciati a memoria,
come la stele dei morti partigiani,
perché il viandante si commuova
della vacuità del tempo,
che tutto rapidamente cancella:
giochi di fanciulli tra i rami,
avanzata e ritirata, sotto vesti leggere,
di mani, e qualche timido bacio
nella siepe di bosso; brama di libertà,
per l’alba della Patria nuova,
germogliante speranza di pace,
lavoro e fratellanza.
Fa ombra a quest’albero fossile
un giovane e maestoso
tiglio,
che orgoglioso sfida il cielo
e della luce il cammino:
ancora non conosce il suo destino,
né quello degli amanti che si stringono
con trattenuto ardore,
come se eterno durasse l’amore.
Non può sorridere il platano morto,
ma lo farebbe volentieri,
vedendo cadere le foglie del tiglio
ad ogni autunno,
come carezze bambine,
e quei baci, così leggeri,
smorte braci, poi cenere e vento.
domenica 12 giugno 2016
POESIA e LETTERE.
Ho scritto la mia prima poesia
quando avevo 12 anni. Veramente erano due, piuttosto tristi per quell’età: una
parlava delle macerie di una casa del Borgo distrutta dalle cannonate degli
americani, l’altra della morte del mio nonno. Scrivevo poesie perché ero molto
timido e non parlavo volentieri del mio “segreto dolore”. Non imitavo altri
poeti perché in casa non avevamo nemmeno un libro, ma usavo vocaboli difficili
perché nella malaugurata scoperta del mio quaderno, nessuno ci capisse. Oggi mi
piacerebbe scrivere poesie infantili, cantilene e filastrocche. D’altra parte
lo afferma anche il proverbio che i vecchi sono due volte bambini. Ho scritto:
900 poesie
17
racconti erotici
29 saggi storici
1 romanzo incompiuto
7600 proverbi e aforismi
licenziosi
97 sogni finti
47 sogni veri
e un imprecisato numero di
epitaffi e stornelli, forse 70
TOTALE 8761
e centinaia, forse migliaia, di lettere a TDB, RED, SRT, RL, EL, AG, CB,
LP, e anche cartoline.
Ci sono stati, nella mia vita,
lunghi periodi di aridità, ma uno fu particolarmente sofferto. Dall’estate 1985
al 1999. Tutto iniziò con la provocatoria proposta di Franco Fortini sull’Unità
del 14 giugno 1985, cioè di mettere in atto un black-out poetico per almeno 5
anni! Una moratoria o, meglio, un Decreto Legge per impedire la pubblicazione
di nuovi testi di poesia non anonimi. Secondo Fortini se ne sarebbero ricavati
innegabili vantaggi, tra i quali: riduzione drastica degli imperversanti
scrittori di versi di almeno l’80%, in modo da lasciar respirare gli editori
seri in grado di affrontare con maggior calma e discernimento la lettura (e la
valutazione) della montagna di manoscritti ricevuti. Si sarebbe ridotto così,
fin quasi a sparire, il “commercio” degli editori a pagamento che prosperavano
sull’ingenuità dei poeti decisi ad ogni costo, a stampare le proprie opere.
Fortini consigliava ai poeti di non pubblicare alcuna poesia che non sia
“stagionata” di almeno 4 anni (ma si poteva arrivare a 10 anni e più). I versi
vanno lasciati invecchiare, non in un cassetto ma in una botte di rovere, come
un buon cognac! Si intendeva vietare di leggere i propri versi a meno di un
conveniente compenso, in tal caso però sarebbe stato pagato il lettore e non il
poeta. Fortini concludeva: fuggite come la peste chiunque vi proponga di fare
della scrittura letteraria la meta suprema della vostra vita. I grandi editori
pubblicano raramente libri di poesia. Suppliscono uno stuolo di editori minori,
sempre a pagamento, che anche in Toscana, ma maggiormente al Sud, hanno
impiantato vere e proprie industrie per lo sfruttamento sistematico dei poeti
in cerca di una gloria assai improbabile, sfornando volumetti, anche
graficamente assai sgradevoli, intascando un milione o due per qualche centinaio
di copie di un testo che è difficilissimo perfino regalare! Non ci
dimentichiamo che in quelle settimane il poeta Eugenio Montale si apprestava a
ricevere il Premio Nobel della Letteratura. Il vate dell’italietta del
centro-sinistra che aveva lanciato una estrosa scomunica contro i poeti
recitanti nei vari festival in voga nei tardi anni settanta. Il poeta recitante
nelle spiagge e nelle piazze deve essere apparso a Montale più che orribile,
mostruoso; il culmine, forse, dove si consumava la sua infinita desolazione. Ed
oggi, che i “poeti” viventi con almeno un volume pubblicato in Italia sono
oltre trecentomila? Il mio ammutolimento durò oltre 15 anni, poi, di nascosto,
pubblicai qualcosa sulla rivista trimestrale La Comunità di Pomarance, ed
infine mi decisi a fare tutto da solo: stampa privata non in commercio per i
soli amici ed amiche che preventivamente aderivano all’iniziativa dietro il
semplice rimborso delle spese vive di stampa, non più di 5 €! 250-350 copie,
proprio come le prime edizioni del mio amato Saba!
La margherita
Poesia per Bereket
La margherita saluta la primavera
dalla proda del campo,
al sole brilla nella sua umiltà,
a tutti sorride.
Si possono strappare i suoi petali
giocando a m’ama non m’ama,
la margherita non sente alcun male
per la corolla sdentata,
e il vento mai spezza il suo stelo.
Quando scende la notte e il gelo
manda un ultimo sguardo alla luna,
chiudendo il suo calice d’oro
s’addormenta nella sua bellezza.
giovedì 2 giugno 2016
Carlo Lazzeri, artista
volterrano.
Due giorni fa, a Siena, sono
ritornato alla Libreria-Caffetteria “CARTAZUCCHERO”, in Via di Camollia 92-94,
gestita con gentilezza e sapienza dalle figlie del compianto professor Franco Belli,
prestigiosa figura del panorama culturale senese, per comprare un libriccino
sulla tecnica fotografica stampato a Milano nel 1935 che avevo fatto mettere da
parte precedentemente. Curiosando negli scaffali ho notato un bel volume di
grande formato (23x33) “Carlo Lazzeri. Volterra vista da un volterrano. Pacini
Editore Pisa”. Un libro perfetto. L’ho aperto, sono 80 disegni, in nero, presentato da Renato Galli. Prima edizione
fuori commercio riservata alla Cassa di Risparmio di Volterra, 1980. Ogni
disegno ed ogni pagina sono sottolineati da un cenno letterario di storici,
artisti, viaggiatori, come, ad esempio, Borchardt, Ricci, Bourget, D’Annunzio,
Battistini, Pestellini, Pilastri, Cassola, Cavallini, Fiumi…Il volume l’ho
acquistato per 18 €.. Ho conosciuto personalmente Carlo Lazzeri, del quale mi
consideravo amico, frequentando l’Accademia dei Sepolti, e le molte
manifestazioni artistiche e culturali di Volterra, la nostra amata. Sono stato
felice. A casa ho trovato l’invito dell’Accademia dei Sepolti, Accademia
istituita nel 1597, per partecipare alla Festa delle Sante Attinia e
Greciniana, le sue Patrone, che si svolgerà a Volterra il 16 giugno di
quest’anno. La festa avrà due momenti: uno culturale ed uno celebrativo. Alle
ore 17 sarà inaugurata la
Mostra di pittura e scultura di Carlo Lazzeri, nella Saletta
del Giudice Conciliatore di Palazzo dei Priori, e al termine, alle ore 18 SE
Monsignor Vescovo presiederà la
Messa in onore delle Sante, in suffragio di tutti soci
defunti, tra i quali il compianto Carlo Lazzeri morto da pochi anni. Il libro, la Mostra : una interessante coincidenza!
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