TRILUSSA
Anche se, come fu detto, alle
signore ed ai poeti non si chiedono mai gli anni”, sappiamo per certa la data
di nascita di un grande poeta italiano: Carlo Alberto Salustri che nacque a
Roma il 26 ottobre1871. Nel 1889 pubblicò il suo primo volumetto di versi
romaneschi “Le stelle di Roma” con lo pseudonimo di Trilussa, che poi gli
resterà per sempre. Fu brillante
giornalista e il 1° dicembre 1950 fu
nominato Senatore a vita dal presidente della Repubblica Einaudi. Tre settimane dopo il poeta moriva nello studio di via Maria Adelaide. E
agli innumerevoli ammiratori ed amici che si erano rallegrati con lui della
nomina giungeva postumo il biglietto col facsimile della sua scrittura:
“Trilussa ringrazia”. Le sue poesie e sonetti son poco meno di mille e furono raccolte
in volume a cura di Pietro Pancrazi, nel
1951 da Arnoldo Mondadori. Anche se la
lingua di Trilussa è il romanesco, esso è così vicino alla lingua comune che può essere facilmente inteso dagli
italiani d’ogni regione. Dalla raccolta
“Le Storie, 1923”, riporto la poesia
La Fede.
Una vorta un
Banchiere amico mio
vidde le
casse-forte tanto piene
che disse a
l’azzionisti: - E’ annata bene:
bisognerà
che ringrazziamo Iddio.
Tantoppiù
che la fede è necessaria
ne
l’azzienda bancaria.
Anzi, su
questo, - dice – ciò l’idea
da stabbilì
una spesa
pe’ rifà la
facciata d’una Chiesa
e ripulì
l’interno a ‘na Moschea.
Davanti a
l’interesse e a li guadagni
er Vangelo o
er Corano so’ compagni:
fintanto che ce cresce er capitale
ce sia
Cristo o Maometto è tale e quale:
credo in
Dio-Padre-Onnipotente, ma…
un
pochettino credo pure a Allàh! -
E
soddisfatto disse un’orazzione
mezzo in
ginocchio e mezzo a pecorone!
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