lunedì 25 novembre 2019

IL DIAVOLO NON ABITA QUI.

E’ il titolo del settimo lavoro letterario di Simoni Giorgio, toscano, di Pomarance. E’ stato presentato sabato 23 novembre 2019 al Teatro de Larderel di Pomarance, di fronte ad un numerosissimo pubblico attento ed entusiasta. La presentazione è avvenuta con un prologo teatrale, messo in scena dal regista Mario Rossi e brillantemente recitato, accompagnato dalla musica della Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni. Ho avuto la fortuna di essere stato coinvolto in questa serata, come esperto di storia locale, insieme a Jader Spinelli (lui sì esperto di storia locale e Direttore della prestigiosa rivista trimestrale La Comunità di Pomarance), al sindaco di Pomarance Ilaria Bacci (che aveva concesso il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale) ed a Patrizia Pruneti rappresentate dell’Ass.ne “Officina Rolandi” in collaborazione con l’Ass.ne Turistica Pro Pomarance e l’Ass,ne Carte Blance. Naturalmente l’autore  ha intrattenuto il pubblico entrando nella trama del  libro, senza tuttavia mai rivelare la conclusione del “giallo”.
Tutti i volumi  disponibili sono andati esauriti! Un grande e meritato successo! Personalmente non ho potuto esaudire la richiesta di tratteggiare l’epoca storica nella quale, a cavallo tra l’800 ed il ‘900, si trovavano i territori geotermici della Toscana, tanto complesse e vaste sono le varianti, umane, politiche, sociali, industriali, internazionali che caratterizzavano il trapasso, dopo quasi un secolo, nella gestione della industria dell’acido borico toscano, dai De Larderel a colui che nel 1894 sposò la primogenita discendente in linea diretta dell’illustre famiglia, Adriana de Larderel,  cioè il principe Piero Ginori Conti.
Piero Ginori Conti sarebbe diventato prima Direttore Tecnico (nel 1904 e poi, dopo il 1912, quando riuscirà ad assorbire tutte le  Ditte esistenti nell’area, da Monterotondo Marittimo a Castelnuovo di Val di Cecina, Presidente  e Amministratore Delegato, dando vita alla “Società Boracifera Larderello”.
Mi sono perciò limitato a parlare in senso generale dell’argomento, e del libro, in una prolusione della quale riporto il testo.
A finire c’è stato anche un momento conviviale, offerto dall’autore ai suoi più stretti collaboratori e familiari, anch’esso molto significativo per i tanti contatti che si sono intrecciati.
“Gentili signore e signori, illustri ospiti, non  credo di poter aggiungere nulla al ricco palmares nazionale di Giorgio Simoni, scrittore e giallista di talento. Confesso di leggere ormai pochi libri, e, praticamente, sempre gli stessi. Ma questo libro di Giorgio l’ho divorato.
In primo luogo per la sua scrittura non affaticante, né per gli occhi, né per la mente; in secondo luogo perché parla di un “caso”, una “tragedia” avvenuta nel nostro territorio. Basti pensare che  due personaggi sono di castelnuovini, e così la residenza della vittima dell’omicidio ed anche la Fattoria di Vecchienne e sue pertinenze sono nel territorio del Comune di Castelnuovo! E Luigi Anzecchi, il principe, nel romanzo di Simoni, facilmente identificabile con il principe Piero Ginori Conti,  venne ad abitare, dopo il 1912, frequentemente, nella Villa  che porta ancora il suo nome, allora Sede della Società Boracifera Fossi che con l’altra Società esistente, la Belga,  costituiva il tessuto industriale della Comunità castelnuovina, i suoi rapporti con Pomarance, Monterotondo, e Castelnuovo erano giornalieri.
Io mi sono da sempre occupato di microstoria, soprattutto di quella legata al nostro territorio ed ho pubblicato molti lavori. Ma, adesso, essi mi sembrano aridi e soltanto pieni di nomi anonimi, numeri,  storie collettive, progressi industriali, difficoltà economiche, collusioni politiche…pur non dimenticando il benessere che in queste aree hanno portato.
Ma Giorgio, non solo fa rivivere l’epoca degli straordinari progressi  tecnologici, sia in campo chimico e poi, in quello anticipatore di quello elettrico, che farà di Larderello la Capitale Mondiale della Geotermia, ma che nel 1918 fu anche capace di richiamare a Pomarance, Larderello, Monterotondo, un gruppo di scienziati di fama mondiale, tra i quali spicca quello di Marie Curie, due volte premio Nobel, per  valutare le potenzialità della presenza del radio nei vapori e nelle acque geotermiche, per poterne valutare le possibilità di estrazione industriale! Gli esperimenti riuscirono positivi, ma i costi troppo elevati, sconsigliarono il Ginori Conti di proseguire. Egli aveva ormai compreso che il futuro della  energia geotermica sarebbe stato non più quello chimico, ma quello della produzione di energia elettrica!
Tuttavia la visita della Curie e degli altri scienziati e del Ministro della Guerra, nella successiva Conferenza  tenuta a San Remo, darà il via alla istituzione della Facoltà di Fisica dell’Università di Roma, quella dei ragazzi di Via Panisperna e di Enrico Fermi, anch’egli successivamente Premio Nobel, e che per due volte sarà ospite di Larderello e ammiratore dei suoi impianti.
No, Giorgio, descrive gli uomini, nei loro dolori e nel loro amori, nelle nefandezze e nella violenza, ma  non rendendoli macchiette, bensì esseri umani dotati di slanci morali e di valori sociali. E i personaggi romanzati di Giorgio riescono ad essere  talvolta più reali della realtà. Inoltre non sono personaggi appartenenti ad una massa indistinta, ma emergono con i loro personali drammi umani e sociali.

E poi, c’è un finale, che naturalmente non svelerò, veramente un capolavoro!  Ed è tanto realistico che nella sua immaginazione Giorgio lo fa credere vero! Sembra davvero incredibile che negli oltre cento anni dagli avvenimenti narrati, nessuno ci abbia pensato! Grazie ancora caro Giorgio per questo tuo bellissimo lavoro!



venerdì 22 novembre 2019


AUTUNNO

Un autunno poco scenografico, tra intense piogge e un pallido sole.
Ma per la prima volta ho visto un lupo!

giovedì 21 novembre 2019

Si scrive un po’ come non è

Portando di casa in casa e spedendo per posta l’ultimo libro POESIE, ho spiegato qualche volta che la poesia è come una sinfonia musicale, che  non parla alla ragione, ma all’anima.  E scrivendo, come è stato detto,  non si trova Dio più facilmente che non scrivendo di Dio. Faccio dunque mia una poesia di Jan Twardowski

scrivere

Gesù che non hai preso la penna in mano
non ti sei chinato su un foglio di carta
non hai scritto il vangelo

perché non si scrive come si parla
non si scrive come si ama
non si scrive come si soffre
non si scrive come si tace

si scrive un po’ come non è

venerdì 15 novembre 2019





Immagini di alcune "fabbriche" dell'acido borico, anno 1850 circa.

L’Assoluzione!

Fin da ragazzo sono sempre andato a farmi i capelli da Sorge Groppi. Sorge  si faceva affiancare da un altro barbiere, Lando. Credo che  loro fossero parenti. E, alla lontana, erano entrambi miei parenti. A metà dell’800 i Groppi erano assai numerosi nel paese di Castelnuovo, ne ho contati ben 58! I più erano calzolai, altri boscaioli, altri operai delle Ditte che  producevano il borace, come La Fossi, la Belga e la Larderello.  Molti di questi Groppi, partirono negli anni della “grande emigrazione” verso il Sud ed il Nord America, negli anni a cavallo del 1900 e soltanto una parte rientrò in Italia subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. Molte ragazze sposarono uomini di Siena, Massa Marittima, Grosseto e si trasferirono; e con loro qualche maschio, come il “Socio”, fratello del mio nonno, che mise famiglia a Siena, dove i Groppi sono ancora presenti. Non si sa bene come siano giunti a Castelnuovo e in altre località minerarie delle Colline Metallifere Toscane, come Gerfalco, Massa Marittima, Abbadia San Salvatore. Qualche anno fa ero a Parma in una officina per ordinare delle attrezzature. Quel’tecnico mi disse che sua moglie aveva il cognome Groppi! E aggiunse che in quella provincia ed in quelle vicine i Groppi erano abbastanza numerosi. Mi disse anche che questo cognome deriva  da una località dell’Appennino parmense, il Monte Groppo, sul quale abitavano contadini e boscaioli ritenuti assai sempliciotti (io pensai ad una sorta di “montierini”) e quando scendevano a Parma per  fiere e mercati i parmigiani  dicevano “Sono arrivati i Groppi!”, prendendoli in giro! E probabilmente i primi Groppi arrivati agli inizi dell’800 a Castelnuovo altri non erano se non quei rozzi montanari che Francesco Larderel assoldò a buon mercato per l’avvio dello sfruttamento delle acque boriche dei  lagoni di Montecerboli! In questo mi conforta sapere che io, mio padre, mio nonno, e mio bisnonno ed anche suo padre Abramo, siamo stati dipendenti della grande "industria" fondata dai De Larderel!

Ma torniamo al tema! Con l’aumento della popolazione la clientela aumentò, Lando e Sorge, stavano stretti in quella piccola stanza, così si separarono.  Io mi feci cliente di Lando. Andavo a farmi i capelli una volta al mese, mentre,  da quando cominciò a crescermi la barba, me la son sempre fatta da me. 

Lando, dopo la caduta del fascismo e nei primi anni che seguirono, si fece comunista, ma la sua militanza durò poco. Io, invece, crescendo simpatizzavo per il PCI al quale era iscritto mio padre, mentre mio nonno paterno era iscritto al PSI. Mi iscrissi  al PCI  nel 1961, mentre mio padre lo aveva lasciato nel 1957 a seguito dei “fatti ungheresi”.
Anche Lando era diventato un convinto anticomunista e non  mancava di punzecchiare alcuni dei suoi clienti coi quali aveva particolare confidenza. Uno di questi ero io! E d’altra parte non potevo reagire dato che lui aveva la macchinetta ed il rasoio in mano sulla mia testa! Ma tutto so svolgeva “bonariamente” e, non solo perché avevamo lo stesso cognome, ma perché Lando era un virtuoso musicista, batterista e suonava con mio padre nel complesso jazz “Stella d’argento”,  che si era fatto onore coi soldati americani e, nel dopoguerra, a Castelnuovo e dintorni! La musica univa allora tante persone.

Ma, quando fui eletto vicesindaco, poi sindaco ed ancora sindaco, sempre   nella lista del PCI, Lando attenuò un po’ il suo sarcasmo verso i comunisti castelnuovini. Devo dire che abitava in una casa fredda, e la sua piccola bottega era ancora più fredda con la porta a vetri sulla piazzetta dietro i ruderi della antica porta medievale.  Ma cosa era avvenuto, proprio in quegli anni? Mi aiuta la lettura del “Giornalino” locale del PCI del dicembre 1981. Scriveva il “cronista”: “Il 21 dicembre 1979 l’amministrazione Comunale costituisce “la Consulta” comunale per il “teleriscaldamento geotermico” alla quale  partecipano le forze politiche e sindacali del Comune, nonché quadri tecnici qualificati della nostra zona, operanti sia all’interno che all’esterno dell’Enel.  Ci si serve di tre commissioni: giuridico-politica; tecnico-scientifica; raccolta dati e informazioni.  Il 24 dicembre 1979 parte la prima lettera di richiesta verso il Compartimento Enel di Firenze. Ci si mette tutti al lavoro. A fine febbraio 1980 parte la richiesta ufficiale, formale e documentata, di calore all’Enel Compartimentale e si entra in contatto operativo con l’Unità Nazionale Geotermica di Larderelllo. Si affida il 29 aprile  la stesura del progetto esecutivo all’Azienda Municipalizzata del gas di Pisa. L’Enel si dichiara disponibile a fornire la quantità di calore necessaria al teleriscaldamento degli abitati di Castelnuovo di Val di Cecina e Sasso Pisano.
Anche in Italia il problema energetico non appare più come problema elettrico esclusivamente, la questione più importante riguarda invece la produzione di calore a bassa temperatura che è anche il problema geotermico. Si coinvolge anche la CEE e la Regione Toscana.

Ci sarà una unica centrale con scambiatori modulari; distribuiremo acqua calda con due tubazioni per sette-otto chilometri; il primo lotto per 500 famiglie costerà circa 1 miliardo di lire; saranno prodotti 7 milioni  di Kcal/h e saranno pienamente riutilizzati gli impianti esistenti nelle abitazioni; si risparmieranno circa 4.000 litri di gasolio al giorno.

Si spera nell’appalto dei primi lavori entro il 1982. L’Amministrazione comunale  intende costruire un’Azienda Comunale capace di distribuire acqua-calore-energia elettrica, dando l’esempio a tutta l’area geotermica degli usi plurimi della fonte geotermica.”

E così dopo qualche anno le aree di nuova urbanizzazione, le scuole, il Centro Anziani, il Poliambulatorio ecc. furono riscaldate con la geotermia, senza alcuna emissione di gas nocivi in atmosfera; e dopo altri pochi anni l’impianto si estese al Borgo Medievale, arrivando a riscaldare la fredda casa e bottega del piccola barbiere Lando Groppi! E ci fu un giorno memorabile. Mentre Lando mi tagliava i capelli, sempre dicendomi negli orecchi male del comunismo e dei comunisti e del male che avevamo fatto nel mondo a interi popoli…dopo una pausa mi disse: “però, Carlo, voi avete realizzato un’opera gigantesca, al pari delle Piramidi, il teleriscaldamento geotermico  senza gravare di  nuove imposte le famiglie, e con un costo per  i sette mesi della fornitura nemmeno paragonabile ai costi di legna e gasolio, lo sai come chiamano quest’opera? “ “No, dimmelo!” “La chiamano l’Assoluzione!” E’ con quest’opera che vi sono state perdonate tutte le vostre malefatte”. E giù, una bella risata!
Sono passati gli anni, il riscaldamento geotermico è in tutti i paesi dell’area e potrebbe espandersi ancora.

Da noi, a Castelnuovo di Val di Cecina, il Comune manda il calore il 15 di ottobre, assicurando  con – 10°C  esterni +20°C. interni , e lo cessa il 15 maggio seguente. Ognuno può regolare  il flusso e l’apertura  a proprio volere. Si paga la tariffa ogni 3,5 mesi, sempre posticipata, misurata e calcolata a forfait per metro cubo riscaldato, oppure a contatore, per chi vuole adottare tale sistema. Con il calore geotermico si può anche alimentare i boiler per acqua sanitaria. Il mio appartamento è al 2° piano, è freddo, le stanze sono 3,10 metri alte, si sono calcolati 322 metri cubi di superficie. La spesa complessiva  dell’ultimo anno 2018-2019 è stata di 6.766,17  €. 

E’ questo il terzo mandato di un sindaco e di unA MAGGIORANZA CONSILIARE  APPARTENENTI  AD UNA lista civica di orieNtamento centrista, MENTRE LA LISTA DI SINISTRA RAPPRESENTA L’ESIGUA MINORANZA. il tempo delle amministrazioni “ROSSE” e’ finito da un pezzo e dopo 1l 1989 il PCI ha cessato di ESISTERE. CREDO DI ESSERE STATO IO, NEL 1990,  L’ULTIMO COMUNISTA AD ESSERE ELETTO  SINDACO SUPERANDO  DI CIRCA 40 VOTI L’ALTRA LISTA.  PER SUCCESSIVI TRE MANDATI, LA LISTA CIVICA DI CENTROSINISTRA GOVERNO’ IL COMUNE PORTANDO  ATERMINE IL GRANDIOSO PROGETTO DEL RISCALDAMENTO GEOTERMICO IN TUTTI I CENTRI ABITATI.

quest’opera non deve essere dimenticata! L’abbiamo REALIZZATA quando tutti  ERAVAMO  CONCORDI SULLE OPERE CHE ANDAVANO A VANTAGGIO DELL’INTERA COMUNITA’. eravamo amici, ed anche nemici, ma ci si rispettava e si collaborava per il bene comune della nostra “Comunita”. ADESSO, PURTROPPO,  SEMPRE PIU’ DIFFICILMENTE QUESTO AVVIENE.

Si, fu l’assoluzione!

domenica 10 novembre 2019





POESIE DI LUCIANA E CARLO, 2019.

Iniziata l’operazione della distribuzione del nostro libriccino! Alcuni li dobbiamo inviare per posta all’estero ed in Italia, con spese postali non indifferenti! In Italia le cose vanno meglio perché possiamo spedire i plichi come “PIEGO DI LIBRI” ad una tariffa  abbastanza contenuta; ma il bello viene per tutti gli altri paesi europei  e, soprattutto, per  gli USA e Canada, dove, ad esempio la tariffa è circa 5 volte maggiore che non per l’Italia. Ma le soddisfazioni sono tante e l’importante è stato per noi pareggiare le spese, grazie  alle 300 prenotazioni complessive, compresi  5 “mecenati” che ne hanno acquistate ben 10 copie!  Inoltre, andare nelle case, consegnare il libro al mercato, o in negozio, o alla COOP , e così scambiare qualche commento sul testo ed anche sulla poesia e sul perché si scrive, ci gratifica moltissimo.  Ci fa anche vedere che ci sono tante persone  miti, cordiali, accoglienti, generose, nei nostri piccoli Comuni, che hanno dentro dei “valori” e dei ricordi, storie, anche, da raccontare. Non faccio nomi, sono troppe! Ma tutte le ringraziamo!   

lunedì 4 novembre 2019

POESIE
Ecco dunque il neonato! 80 paginette, arricchite da una piccola opera d’arte di Samuele Calosi che racchiude il mistero della parola. Due anziani, un uomo ed una donna, di modesta condizione, hanno messo nella terra un piccolo alberello, quello della poesia. Adesso pregano per farlo crescere forte e fruttuoso.
Ancora grazie a chi ci ha sostenuto in questa nuova avventura. E dal poeta Frost un incitamento:

Un uccelletto.

Proprio ho sperato che volasse via,
e non cantasse sempre davanti a casa mia;
gli ho battuto le mani dal limitare
quando non l’ho potuto più sopportare.
Mio in parte il torto dev’essere stato.
L’uccelletto non era stonato.
E qualcosa non va, qualcosa manca
In chi vuol far tacere uno che canta.
E per le mie parenti in USA, per Richard in Canada, e gli amici in Francia e Germania, Brasile e Australia, Russia e Ucraina e per quelli che seguono il blog GRAZIEALLAVITA, la versione originale in lingua inglese:

A Minor Bird
I have wished a bird would fly away,
And not sing by my house all day;

Have clapped my hands ati him from the door
When it seemed as if I could bear no more.

The fault must partly have been in me.
The bird wasnot to blame for his key.

And of course there must be something wrong
In wanting to silence any song.

sabato 2 novembre 2019







2 NOVEMBRE 2019.

In questo giorno della memoria dei nostri cari avi, genitori, parenti e amici, ed anche di tutti i defunti sconosciuti, ho fatto soltanto una piccola sosta alla tomba di un artista, poeta e pittore mio amico, Franco Barca, sistemando la sua tomba e lasciando un piccolo fiore rosso.

Ma non ho dimenticato tutti gli altri! Anzi tra il 2018 ed il 2019 ho visitato  48 camposanti delle Colline Metallifere, dei circa 54 che ne costituiscono l’intero patrimonio, scattando oltre 1500 fotografie di lapidi e sacelli. Come ebbi a dire ad una gentile signora che vedendomi aggirare tra loculi s’era incuriosita, non effettuavo queste visite per cavarne un album o un documento, ma stavo cercando soltanto delle emozioni! Che non mancarono!

In questo girovagare mi soffermai più a lungo sulla tomba di Asia Castellini, perché il distico che ella fece scolpire sulla sua lapide, rispecchia anche il senso della mia vita: “Amai la poesia, amai la vita”.

Ad Asia ed altri sconosciuti, dedicai una poesia.

Tombe, ricordi e un dubbio [i]

Il corbezzolo rosseggia tra il verde smeraldo                      
eppure l’autunno tarda i suoi ritmi freddi e nebbiosi,                              
il castagno stanco della lunga attesa apre finalmente
i ricci spinosi, come una sposa il suo grembo, mostrando                      
il frutto saporito, un frutto dolcissimo, mentre  nel cielo
che s’incurva al degradar della collina al mare,
stridono le avanguardie degli uccelli in partenza
verso una terra solatia e lontana…Indeciso se salire
alla camera dell’amica in attesa, che s’è fatta
bella nel buio della vita che d’assedio la serra,
- oh! potessi mandare un tenue raggio oltre l’insondabile
tenebra! – m’inoltro nel bosco stillante brume
al piccolo camposanto dove riposano antichi
amici aggirandomi tra pietre consunte,
evanescente memoria.

Rodolfo veniva
a scuola con me e Lino mi vendeva i primi giornali
dove incontrai la storia, un grande amore a prima vista,
- il Partito Comunista - e talvolta, fingendo,
quando il denaro mancava, si ritirava nel piccolo
ripostiglio per farmeli rubare! Maria mi portava
nelle magre pasture con in mano la vetta del salcio,
stupito imparavo che forze sconosciute legano l’uomo
al mistero dell’Universo, e intanto invocava con ardore
Gesù e la Vergine benedetta; insieme a lei
un’anima eletta mi commuove in un distico:
amai la poesia, amai la vita, così rivedo quegli
occhi penetranti che leggevano le ansie del
                                               nostro cammino…[ii]

Tutto è silenzio tra il lieve mormorio
delle foglie e lo squittire dei topi campagnoli
nelle scope, tutti i morti a me che m’avvicino
ora si stringono salutando con sbiaditi biglietti
da visita: anima mite e buona, spargi gemme
e fiori su questa pietra che mi grava
dopo lunga e penosa malattia;
ed io che lasciai la terra per donare la vita,
fulmineamente rapita alla ridente giovinezza,
di rivolgere un pensiero al sorriso che non vidi
soltanto ti chiedo, e una preghiera
a quell’ignoto Dio;
qui giace, ormai polvere e vermi, un giovane pio
e laborioso,  che trovò inattesa morte sul lavoro
nello stabilimento boracifero a ventinove anni;
m’è compagno silente un povero fante
che si coprì di gloria sui campi di battaglia
e nella pace cadde vittima
delle bollenti acque dei lagoni,
infine un’orazione ti rammento
per me che non potei invocare l’Altissimo
nel tragico incidente che mi tolse la vita…

Oh! come grondano dolore due lastre
neglette e scure dimenticate da tutti addossate
al vecchio muro! Folle gelosia  ed un rimpianto
spezzarono i nostri cuori innocenti, noi non abbiamo
croci per piangere in questo luogo santo,
ma dolcissimi baci ci scambiamo
in paradiso, tra lacrime pure. 

Il cancello cigola, geme la stanghetta arrugginita;
il tempo inghiottirà polvere e memoria
di noi tutti, non resterà niente se non qualche
pallida lettera e immagini fredde
su dischi indecifrabili, come lamine
etrusche o alieni enigmi sui campi di grano.
E allora?

Forse è un bene la dimenticanza, un bene il nulla?
un male l’eterno ritorno, un male la passiva beatitudine?

E’ solo un dubbio che improvviso m’è
entrato in quella che viene chiamata “anima”.


[i]  La lirica è suggerita da una passeggiata tra le tombe del piccolo cimitero del borgo di Serrazzano.

[ii] Asia Olinda Castellini, la delicata poetessa di Serrazzano, che mi fu amica (1912 – 2004).