sabato 31 ottobre 2015

Carlo Groppi

dalla Raccolta 
Viandante nella memoria
poesie e prose
2012


" ...tutto ciò che ho scritto è affidato alla forza o alla debolezza, forse alla mitezza, della parola, essa sola capace di suscitare un moto d'immersione interiore. Quando confesso che scrivo poesie, o che penso poesie non scritte (non dicendo che senza la poesia non potrei vivere), noto quasi sempre nei miei interlocutori un moto d'ironia, eccone un altro dei perditempo...infatti a me le poesie non sgorgano come sorgente perenne e copiosa d'acque purissime, già pronte per essere imbottigliate come "minerali", ma si aggregano intorno ad una parola, tre o quattro parole, e si formano e si completano attraverso una depurazione lunghissima, credo mai portata al limite estremo della purezza, attraverso un "lavoro", nella solitudine e nell'ansia di "partecipare alla vita di tutti". 

Da "Domande e riflessioni: sulla parola e sull'essere poeta".


Grazie Karl, per la meraviglia dei tuoi pensieri. Questa pagina per abbracciarti.

giovedì 29 ottobre 2015





I morti.

Le sepolture dei morti del Borgo di Castelnuovo sono avvenute in cinque luoghi diversi, e di quattro s’è perduta la memoria. Negli ultimi tre o quattro secoli, si seppellivano all’interno delle chiese i morti che avevano ricevuto il battesimo, poi sul prato di fronte alla Chiesa del SS. Salvatore, infine in un terreno confinante con detto prato. Con le Leggi Napoleoniche le ossa furono scavate e portate  in un cimitero fuori delle mura castellane da dove, alla fine dell’Ottocento, tale cimitero fu chiuso  per la vicinanza alle abitazioni e costruito in località La Colombaia, dov’è anche adesso.

Nel crescere della popolazione il gran numero dei morti imponeva una rotazione piuttosto breve nelle sepolture , 15-20 anni in terra, dopodiché le ossa venivano collocate, senza indicazione alcuna di età, sesso, titolo, nell’Ossario comune. Naturalmente ad ogni generale trasferimento delle salme, la più gran parte andava perduta. L’asta per l’appalto della costruzione del cimitero attuale in località “La Colombaia”, alla distanza di 980 metri dalla terra di Castelnuovo, in base al progetto e perizia redatti (“con i disegni e l’opera gratuita”), dall’ingegner Antonio Talanti per un ammontare di 11951 lire, fu vinta, il 24 luglio 1885, dal maestro muratore Giuseppe Cigni fu Michele, paesano, con l’offerta di 9618 lire. Il costo del terreno, di proprietà di Cammillo Fabbrini, ammontò a lire 700. Il nuovo cimitero fu inaugurato il 30 settembre 1888 con grande concorso della popolazione. Oratori della cerimonia furono 1888 - 30 settembre. Viene inaugurato il nuovo cimitero del paese di Castelnuovo progettato dall’architetto Antonio Talanti, uomo che “con i disegni e coll’opera sua gratuita” lo fece edificare. Oratori della cerimonia furono Achille Pierattini e Rodolfo Niccolini. La Banda Musicale suonò la marcia dedicata all’ing. Antonio Talanti, progettista dell’opera e Direttore della Società Fossi dove lavorano 70 e più operai del paese. La sorte di esservi sepolto per primo toccò ad un povero ed onesto operaio morto sabato 6 ottobre seguente. Il prete per non durar fatica ritornò indietro dal trasporto ed ebbe violente critiche. Nel corso di pochi mesi si susseguirono incessanti le esumazioni dal vecchio cimitero e l’inumazione nei posti distinti del nuovo di: parenti della vedova Amabile Serri, della vedova Teresa Bruscolini e dai signori Burchianti Basilio, Bruscolini Olinto, Pierattini Camillo. In particolare la salma di Ferdinando Bruscolini, nato a Castelnuovo il 31 dicembre 1830, morto l’11 luglio 1888, marito di Teresa Castroni e padre di Emilio,  per prima fu traslata nel nuovo cimitero. Vista la notevole distanza del nuovo cimitero dal paese la Confraternita di Misericordia chiese al Comune la costruzione di un carro funebre. Intorno ai lati del cimitero furono piantati i cipressi. La costruzione ha le cappelle gentilizie, un terrapieno per i posti “distinti” e la botola per l’ossario, un sotterraneo con le cellette, ed un vasto campo comune per le inumazioni. Nel campo non vi sono lapidi né tombe monumentali, ma solo croci di legno. Un muro perimetrale circondava tutto il campo.


Dei miei avi ci sono soltanto alcuni morti della seconda metà del Novecento, alcuni sepolti nei loculi, altri con i resti nell’ossario: padre, nonni paterni, nonna materna, zie e zii, cugini e cugine. In più ci sono quelli di mia moglie: padre, madre, nonni paterni, zie, zii, ed altri parenti. Alle loro sepolture abbiamo portato i fiori, come segno di una memoria che ancora in noi è viva e ci accompagna  nel cammino della vita. Al dopo non penso, ma non ho paura.


Amo l’autunno.

Amo l’autunno, amico dei poeti e mio,
nelle sue danze variopinte e nelle nebbie sottili,
l’amo per la tenerezza dei ricordi
che mi stringono senza farmi male,
e per la dolcezza del commiato:
alla morte seguirà la vita,
alla vendemmia e all’appassir dei pampini

il Natale.

mercoledì 28 ottobre 2015


Larderello, zona residenziale e alcuni impianti chimici.


Larderello, le centrali 2 e 3 (nate con 8 turbine ed 8 refrigeranti; ad ognuna è stata abbattuta una delle torri refrigeranti e delle turbine è in efficienza soltanto una piccola, praticamente un giocattolo!).





Veduta est della  valle del Torrente Secolo.


Centrale "Valle Secolo": fabbricato macchine e refrigeranti.


Centrale "Valle Secolo" vista dalla Casanova, con rete di vapordotti.


Scorcio dei refrigeranti della centrale "Valle Secolo".


GEOTERMIA. LARDERELLO.

La centrale  geotermica “Valle Secolo”, ad ovest di Larderello,  entrata in servizio  nel 1991, si compone di due gruppi geotermoelettrici  Ansaldo, della potenza  di 60 MW ciascuno, a ciclo continuo con modulazione di carico, telecomandati,  installati in un edificio di 18x118 metri e 22 metri circa di altezza. Poco più distante, ad est di Larderello, è stata costruita, successivamente (1996), la centrale di “Farinello”, con un altro gruppo da 60 MW. Il campo geotermico  di Larderello, che alimenta “Valle Secolo”,  è costituito da 26 pozzi, collegati alla Centrale da  una rete di vapordotti  della lunghezza di 16 chilometri,per una portata di fluido di 800 tonnellate/ora, con una pressione variabile del “campo” tra 5 e 9 bar. La temperatura massima del vapore surriscaldato è di 260 °C. Il vapore condensato (per una portata di 160 metri cubi per ora),  viene reiniettato nei giacimenti d’origine attraverso 5  pozzi profondi, utilizzando una serie di acquedotti della lunghezza totale di 2,5 chilometri. Stamattina, un giorno di leggera pioggia, ho scattato alcune immagini dall’esterno dell’impianto (e altre alle vecchie Centrali n. 2 e n. 3): nessun odore di gas nell’aria, nessun uomo in vista, rumori ovattati. Naturalmente son già trascorsi quasi 25 anni dalla sua entrata in servizio…e, come sappiamo, la tecnologia fa passi da gigante, in meglio, non considerando l’inevitabile negativo effetto sulla diminuzione delle maestranze impiegate! Sono molto contento di essere stato presente dal 1951 al 1991 allo sviluppo di questa grande industria italiana, e di aver seguito (a distanza) fino ad oggi la sua evoluzione. Auguri Geotermia!

A Larderello, fabbrica amica. 

Da questo antico muro cadente occhieggia
l’esile papavero, mesto ricordo di bandiere
ammainate, la pendula acacia riposa dopo
aver donato alla languida notte l’inebriante
profumo,

nello stagno, le rane, ubriache di sole,
inesauste cantano alla vita e c’è soltanto
questo vociare a rompere il perfetto silenzio,
e là, di fronte a me, dov’è adagiato il mio amore,
un fioco brusio accompagna il pigro
risveglio.

La vedo supina e discinta, i capelli arruffati,
le cosce spalancate, cambiata nel tempo
veloce, ma riconosco il suo viso, i seni
possenti, vene e arterie, slarghi e peluria,
                                                la bella dormiente.

Ma dove sono i suoi innumerevoli amanti?
gli uomini azzurri? dove il suono della calandra?
il trambusto del coccodrillo? l’affaccendarsi
nel Cover all’imbocco del ponte?

e il va e vieni in Piazza Leopolda
tra i Nuovi Uffici e la Sorveglianza?
e su, su, per la strada rossa del Poggione,
tra la Raffineria e l’Infustazione?

Vuoto il nostro nido d’amore,
dove abbiamo sognato la felicità del giorno nuovo,
oh! quante ore di amplessi con la storia,
innocenza tradita, memoria svanita,
là, ora c’è una gran pace, là tutto tace!


E’ il silenzio più doloroso.

giovedì 22 ottobre 2015


La materia oscura.


Adesso sto leggendo un libro molto difficile “La materia oscura. L’elemento più misterioso  dell’Universo”, di Alberto Casas, direttore dell’Istituto di Fisica Teorica e professore ricercatore preso il Consejo Superior de Investigaciones Cientificas (CSCI). Non capisco quasi niente, ma è un libro importante e bellissimo, anche per le esigue riflessioni che la lettura mi suggerisce. Non sapevo quasi nulla dell’argomento, ad esempio che la materia oscura e l’energia oscura costituiscono il 95% dell’universo, mentre soltanto il restante, cioè il 5% è costituito da materia ordinaria, di cui son fatte le stelle, i pianeti il gas, la polvere cosmica…e anche noi! E pensare che fino a non molto tempo fa credevamo che questa materia ordinaria fosse l’unica sostanza a costituire l’universo! La materia oscura è distribuita nell’universo in maniera disomogenea e forma gigantesche nubi di densità variabile all’intero e attorno alle galassie e, in misura minore, in altre aree apparentemente “vuote”, ove queste nubi si estendono come lembi di nebbia. Circa il 27% del contenuto totale dell’universo che conosciamo (ma ce ne potrebbero essere molti altri, all’infinito), è costituito dalla materia oscura. E’ possibile che essa sia costituita da qualche tipo di particelle elementari o quasi elementari e ancora sconosciute che, in questo stesso momento, stanno attraversando il mio e i nostri corpi con un flusso di migliaia di particelle al secondo, e forse anche di più. Ho appreso che il Big Bang, la grande esplosione che fu all’origine del nostro universo risale a 13,8 miliardi di anni fa, e che essa ha lasciato dietro di se resti ancora osservabili su cosa avvenne in quel periodo primordiale e violento. Soprattutto sulla formazione dei primi atomi e della LUCE, allorché l’universo diventò trasparente e pieno di luce. Quella luce sta arrivando, seppur più debole, fino a noi. Mi spingono a procedere in questa lettura tre pensieri: Leopardi, “In questa immensità s’annega il pensier mio e dolce m’è naufragar in questo mare”;  Shakespeare, “Non v’è altra tenebra che l’ignoranza” ed infine Isaac Newton, “Ciò che conosciamo è solo una goccia d’acqua; ciò che ignoriamo è l’oceano”. Per una strana combinazione, sabato prossimo 24 ottobre, ore 17, sotto la Voltola, nella sede dell’Associazione Il Chiassino di Castelnuovo di Val di Cecina, il professor Giorgio Cellai terrà una lezione, aperta a tutti, sulla fisica del XX secolo! Chiarendo e approfondendo molti interrogativi.

martedì 20 ottobre 2015



In primo piano, dietro al piccolo campanile a vela della Chiesa del Borgo, c'è ancora, proprio senza alcuna modifica, la mia casa! Si scorgono, da destra a sinistra, tre finestre e l'apertura dell'abbaino che portava in soffitta. La prima è la finestra della camera dei nonni Dario e Enélida; la seconda è quella della cucina e la terza di una stanzina di "passo" che dalla cucina portava alla camera del mio babbo. E' da questa terza finestra che uscivo sul tetto della Chiesa, dove con tegole ed embrici avevo costruito un piccolo sedile, una specie di "trono", sul quale stavo molto tempo a guardare l'orizzonte ed a fantasticare! Si scorge infine sulla parete a destra, sopra il tettino basso coperto di neve, una finestrella: era quella della "stanza della legna" e del carbone, praticamente una stanza buia, ma molto utile.

Via del Borgo 26.

In Via del Borgo 26 non mancava
pena, né il silenzio, coi suonatori
che da una camera all’altra duellavano
con il quartino e la fisarmonica,
padre e figlio, mentr’io bambino aiutavo
la nonna a preparar la sobria cena.

Mancavano invece la mamma - e la sorella -
per brutti affari amorosi, si mormorava,
rei, entrambi i genitori; ma già
in cuor mio avevo scelto il babbo,
che m’aveva messo dolce il nome.

Carlo - mi disse una volta -
vuol dire uomo libero, così
speravo che tu fossi, quando
sconfitta la nera dittatura
avremmo allontanato la paura.

Venne la guerra, non ci portò lutti,
la vita riprese stenta, ma ardente
di passione, anche se, rimasti in tre,
chiuso del nonno il banchetto
del calzolaio, la miseria ci sfiorava.

Naturalmente
ero un bambino intelligente, pur
avendo ripetuto la prima elementare;
la maestra diceva sempre:
<Renzo, fallo studiare>!

Diceva bene, però già lo sapevo,
il futuro, per me, d’alloro non era
una corona, era il lavoro.

Il lavoro! S’ha un bel dire,
aveva le gambe lunghe,
e noi comunisti non eravam
sicuri di poterlo avere,
col ritorno delle cappe nere.

Quando la malinconia
m’assaliva – anche se al lavoro
non davo allora importanza –
il babbo mi rassicurava:

<Andremo in giro per il mondo,
tra la gente, io con la fisarmonica
e tu con la gabbietta del pappagallino, 
leggendo la fortuna alle ragazze
e dando il terno al lotto,
per un ventino…diventeremo
ricchi senza rischiar niente
né cambiar bandiera!>

Questo lui mi diceva e a lui credevo,

come mai più ho creduto nella vita.

domenica 18 ottobre 2015

Gemellaggio tra Castelnuovo di Val di Cecina (Italia) e Les Vans (Francia).

Sono molto felice  che la mia piccola Comunità, abbia finalmente trovato la strada per realizzare il suo primo gemellaggio, aprendosi all’Europa, alla nostra sorella Francia ed alla Comunità di Les Vans, situata nel cuore delle Cévennes e del Ardèche Meridionale, un territorio di eccezionale bellezza paesaggistica, di folklore e tradizioni. Ieri sera i sindaci dei due Comuni hanno sottoscritto l’atto solenne di fronte ad una Sala Consiliare gremita e calorosamente partecipe. Adesso l’atto è diventato operante ed oggi una rappresentanza di cinquanta ospiti “levansesi” ha allestito due piccoli stand nel nostro Piazzone, in occasione della festa “Castagnalandia”, il frutto che caratterizza le due Comunità! Persone gentili, curiose e vogliose, come noi di conoscerci più approfonditamente e di scambiare esperienze, storie e aspirazioni.

Ricordo i miei due tentativi di “gemellare” Castelnuovo, al tempo della mia carica a sindaco, tra il 1987 ed il 1993,  purtroppo allora non riusciti, uno con la comunità di un’isola greca, e l’altra con quella della Germania, ambedue con il filo conduttore della “geotermia e termalismo”. Non eravamo ancora pronti, né economicamente, né psicologicamente. Adesso, dopo venti anni, le cose sono cambiate, ci sono risorse economiche e volontà. Ora si tratta di mettere in pratica gli intendimenti sottoscritti. Con tenacia e gradualità. Abbiamo molto da offrire ed anche molto da ricevere…intanto anche noi adulti mettiamoci a studiare un po’ di lingua francese e tra Associazioni a prendere contatto. Ad esempio tra il nostro Gruppo Fotografico e quello di Les Vans, e poi avanti con l’arte, con la musica, le corali, il volontariato, le scuole, i prodotti, le tradizioni…e soprattutto con l’ospitalità tra gruppi e famiglie partecipando, anche se per infinitesima parte, a costruire l’Europa dei cittadini, dell’accoglienza e della pace. 




Castelnuovo e l’arte figurativa (III).

Claudio Bruni, cinque opere.






Castelnuovo e l’arte figurativa (II).

Rosalia Dell'Agnello, tre opere.




Castelnuovo e l’arte figurativa (I).

Poesia, musica ed arte plastica e figurativa fanno parte del DNA della Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina, in Toscana. Forse un po’ come accade in tutte le altre piccole Comunità della nostra regione, definita, a  livello mondiale, come la magica terra della creatività e della bellezza. Anche adesso vi abitano musicisti, pittori, scultori e poeti, alcuni ormai di fama internazionale, altri, più appartati, fanno parte di quel tessuto invidiabile che contribuisce a caratterizzare l’anima dei castelnuovini e di coloro che, arrivati da lontano,  hanno scelto di viverci e di operare, trovandovi l’ambiente adatto per realizzare le loro opere.

E’ in occasione della tradizionale festa annuale della “castagna” (frutto del quale sono ricchi i vasti castagneti che caratterizzano l’intero territorio comunale), che i due pittori, marito e moglie, Rosalia Dell’Agnello e Claudio Bruni, aprono il loro vasto salone in via della Repubblica, mostrando al pubblico le più recenti opere create, “sensazioni che si trasformano in colore, ma che devono dare senzasazioni  a chi le guarda”, come dichiarano gli artisti. I temi sono quelli che da molti anni li caratterizzano, fiori, paesaggi, nature morte, in una forma che va dal cubismo al figurativo, su tele ad olio di grandi dimensioni.


Non so se vendono le loro opere, né quanto possano valere, so solo che producono bellezza, che da sempre hanno condiviso con tutti i castelnuovini e forestieri e che finalmente, quest’anno, sono stati inseriti nelle manifestazioni che hanno caratterizzato il 17 e 18 ottobre, unitamente alle molteplici iniziative messe in cantiere dalle Associazioni Locali e dal Comune, in occasione del nostro primo gemellaggio, firmato ieri solennemente dai Sindaci di Castelnuovo (I) e di Les Vans (F). Evento che ha contribuito a fare della festa una delle più partecipate degli ultimi anni. In tre post pubblico alcune immagini del Salone e delle opere di Rosalia e Claudio.  




sabato 17 ottobre 2015

A questi, di cui pur siamo padroni,
facciam da servi; e benché siano muti,
ascoltarli dobbiam, ed ubbidirli.

E così, di pagina in pagina sono arrivato alla 685 del volume II° delle Vite Parallele di Plutarco, la Vita di Agide, primo re dei lacedemoni, che si snoda  intorno alla metà degli anni 200 a.C.  Le prime due pagine sono una lucida e amara riflessione sull’ambizione umana, sulla politica e sui politici. A più di due millenni di distanza queste riflessioni non perdono la loro “attualità”.

“Alcuni suppongono che la favola d’Issione (quello che invece di Era abbracciò la nuvola, procreando i Centauri) sia stata composta contro gli ambiziosi. E la supposizione non è affatto assurda né sciocca. Quando infatti si congiungono con la gloria, che della virtù è come un simulacro, gli ambiziosi non creano alcuna cosa genuina e legittima, ma molte mostruose e spurie, trascinati come sono or qua or là dalla violenza delle loro bramosie e passioni, al pari di quei mandriani di Sofocle che dicono dei loro armenti:

A questi, di cui pur siamo padroni,
facciam da servi; e benché siano muti,
ascoltarli dobbiam, ed ubbidirli.

E tale davvero è la condizione di quei politici che si muovono secondo i desideri e gli impulsi della folla: si fanno servi pedissequi per esser chiamati capi e governanti. Come infatti le vedette prodiere scorgono prima dei piloti ciò che sta innanzi, e tuttavia volgono lo sguardo verso i piloti per eseguire ciò che quelli comandano; così gli uomini politici che guardano alla gloria non sono che ciurma agli ordini di una moltitudine, anche se hanno nome di governanti.

L’uomo assolutamente e compiutamente buono, in verità, non ha bisogno affatto di gloria, o solo di quel tanto che gli apra la strada alle grandi imprese grazie al credito acquistato tra gli uomini. Ma all’uomo ancor giovane e desideroso di lodi si può anche concedere di compiacersi e  vantarsi un poco della gloria stessa, quando questa gli provenga da nobili azioni. Come infatti osserva Teofrasto, le virtù, che nel giovane germinano e sbocciano, trovano nelle lodi una garanzia di retto sviluppo, e nell’orgoglio una spinta alla maturazione. Ogni eccesso però è dannoso, e quello d’ambizione politica addirittura fatale: perché l’uomo assetato di potenza verrà in tanto furore, in follia così manifesta, da non stimare più che le azioni nobili siano gloriose,  ma che le gloriose siano nobili. Come dunque rispose Focione ad Antipatro, che gli chiedeva un favore poco onesto: “Non potrai avere in Focione, nello stesso tempo, un adulatore e un amico”; così, o press’a poco così, risponderemo alla moltitudine: “Non potrete avere lo stesso uomo come reggitore e come servo”.


Qui poi viene a taglio anche la favola della coda del serpente, che si ribellò alla testa e pretese di guidare a turno anche lei, anziché sempre seguire. Ma quando prese il comando, procedette così pazzamente, da finir male essa stessa e da lacerare la testa, costretta contro natura a seguire le parti cieche e sorde dell’organismo. Lo stesso vediamo capitare sovente in politica a quanti fanno di tutto pur di guadagnarsi il favore del pubblico: s’accodano alla folla, che si muove a casaccio, e poi non sono più in grado di ritirarsi né di arrestare il disordine”.

venerdì 16 ottobre 2015

PLUTARCO, VITE PARALLELE, II°.

Anno 86. “…Gaio Mario fu dunque eletto console per la settima volta. Egli entrò in carica esattamente alle Calende di Gennaio, cioè all’inizio dell’anno, e fece gettare giù dalla rocca Tarpea un certo Sesto Lucino: il che parve un grandissimo segno dei mali che si sarebbero di nuovo abbattuti sui cittadini e sulla città di Roma. Ma Mario stesso, ormai, stremato dalle fatiche, sommerso, quasi, dalla piena delle ansie, e affranto, non poté più sorreggere l’animo suo, che tremò al pensiero di una nuova guerra e di fresche lotte, di paure terribili per chi ne aveva esperienza, e di travagli. Considerò che non lo minacciava un Ottavio né un Merula, generali di una folla sediziosa raccolta da ogni cantone; ma veniva contro di lui quel Silla, che l’aveva una volta cacciato dalla patria e ora aveva rinchiuso Mitridate nel Ponto Eusino. Lacerato da questi ragionamenti, e facendo passare davanti agli occhi il suo lungo vagabondare, le fughe, i pericoli che aveva corso quando era perseguitato per terra e per mare, cadde in disperazioni atroci; terrori notturni e sogni sconvolgenti lo assalirono: gli pareva continuamente di udire una voce che gli diceva:

Terribile è il covile, anche se lungi è il leone.

E poiché più di tutto temeva le notti insonni, si diede a bere e a ubriacarsi fuori tempo e più di quanto non tollerasse l’età sua, costruendosi il sonno come  rifugio dei suoi pensieri. Alla fine giunse qualcuno dal mare con notizie precise. Aggiungendosi così nuove paure, un po’ il timore che aveva del futuro, un po’ il peso e quasi il disgusto che provava del presente,  bastò un piccolo colpo per farlo cadere in una pleurite, come riferisce il filosofo Posidonio. Un certo Gaio Pisone, scrittore di storia, riferisce che Mario, mentre passeggiava con gli amici dopo pranzo, si mise a discorrere delle sue vicissitudini, incominciando dalle più lontane, e narrando le frequenti alternative che aveva subito, di bene e di male. E concluse che non avrebbe agito da uomo assennato fidandosi oltre della fortuna. Detto ciò, salutò i presenti; e si mise a letto per sette giorni consecutivi, quindi morì, diciassette giorni dopo essere entrato nel suo settimo consolato. Aveva l’età di settant’anni. Subito una grande gioia invase Roma, che confidò di essersi liberata di una dura tirannide. Ma non passarono che pochi giorni, e i Romani si accorsero di aver scambiato col vecchio un nuovo vigoroso padrone.



giovedì 15 ottobre 2015

Charles Darwin.

"Vi è qualcosa di grandioso in questa visione della vita".

Mistery Man. A trove of fossils found deep in a South African cave adds a baffing new branch to the human family tree. Creazionismo? Evoluzionismo?  Ecco l'Homo Features.







lunedì 12 ottobre 2015

CARTOLINE DA CASTELNUOVO (III).





Purtroppo abbiamo anche questo "veleno", sebbene silente: l'amianto, che ha fatto ammalare, avendo inalato le sue microfibre, ed anche morire,. molti lavoratori, tra i quali mio padre. Adesso, finalmente, quasi tutti i siti industriali e gli impianti sono stati bonificati, anche se rimane ancora molto da fare! Soprattutto le Autorità preposte ai controlli siano vigili!


CARTOLINE DA CASTELNUOVO (II).


I nostri "giganti buoni", ma uno è addormentato.


Paesaggio a ridosso di Castelnuovo, a N-W, con il "Monte".




La nostra terra serba la sacra memoria del sangue di 85 partigiani trucidati dai nazifascisti nel giugno 1944 e l'eroismo della XXIII Briga Garibaldi "Boscaglia".


15 CARTOLINE DEL MIO PAESE. (I)


La fontana luminosa di Piazzale Roma.





Larderello: Valle Secolo e una grande centrale geotermoelettrica.



La nostra ricchezza: la geotermia. La produzione totale della "Regione Boracifera" copre il 25% dei consumi dell'elettricità della Regione Toscana.

sabato 10 ottobre 2015




Statistiche del Comune di Castelnuovo di Val di Cecina..

Questi dati sono noti agli specialisti, ma possono essere utili a molti amici del  “paesello”.

Anno                  Nati                          Morti   Matrimoni             Emigrazione                       
            Legittimi           Illegittimi                                              Estero              Italia

1891    148                  43                    103      45                    -                      176
1892    179                  26                    135      52                    -                      158
1893    162                  31                    158      61                    -                      207
1894    153                  17                    106      57                    -                      147
1895    182                  12                    104      41                    -                      154
1896    172                  13                      95      30                    -                      130
1897    173                  14                    108      41                    -                      156
1898    165                    9                      96      35                    -                      194
1899    187                    6                      94      46                    -                      129
1900    156                    9                      91      44                    -                      163
1901    158                    7                      93      49                      2                    192
1902    126                  20                      94      44                      6                    185
1903    140                  12                      95      35                    38                    206
1904    146                  10                      70      45                      9                    210
1905    135                    7                      95      57                    31                    160
1906    130                  10                      96      50                    77                    240
1907    144                  11                      82      54                    19                    261
1908    167                  10                      67      57                    12                    216
1909    198                  11                    105      43                    22                    277
1910    156                  12                      61      40                      5                    235
Anno    Immigrazione               Leva
                                   Abili     Riformati
           
1891                           39        12
1892                           27        17
1893                           31        14
1894                           35        17
1895                           57        20
1896                           50        28
1897                           60        19
1898                           34        14
1899                           40        24
1900                           47        22
1901                           55        18
1902                           45        25
1903                           38        20
1904                           29        22
1905                           38        17
1906                           31        14
1907                           34        26
1908                           37        26
1909                           34        17
1910                           35        13

Popolazione totale: anno 1881 = 4804; anno 1901 = 5502.