domenica 31 maggio 2015

Nostalgia di Gerusalemme
in 60 immagini sulle 600 scattate (XII, Fine).

Dieci misure di bellezza furono donate al mondo,
nove furono date a Gerusalemme
e una al resto del mondo.

E’ un proverbio molto antico che nella sua brevità dice tutto.  Venerata per le tre grandi religioni monoteiste, Gerusalemme, la tre volte Santa, mostra le tracce di ciascuna di esse: è un luogo di preghiera e pellegrinaggio, ma anche un mondo cosmopolita, di etnie e civiltà, di contrasti  e di passioni, di pace e di insicurezza, di gioia e di tristezza.  E’ una città di roccia, non ha fiumi, non ha il mare, e nemmeno grandi foreste la circondano, distesa sulle alte colline, le case bianche un misto di bunker e bugni d’alveare, la sua fama è legata soltanto alla memoria dei grandi avvenimenti religiosi che vi si sono svolti, e per i resti che rimangono, dopo distruzioni e ricostruzioni, lungo gli ultimi tremila anni di storia. Essa custodisce le tre “pietre sante”: il sepolcro di Cristo per i cristiani; il Muro occidentale per gli ebrei;  la Roccia di Maometto per i Mussulmani. La città è molto estesa, ma il cuore pulsante è racchiuso nel quadrato magico della città vecchia, stretta dentro  un chilometro quadrato, quello definito “il centro dell’Universo”, dove sono, appunto, le tre pietre sacre. Conta circa un milione di abitanti, la maggior parte di religione ebraica; circa 200.000 sono i musulmani e poco meno di trentamila i cristiani. Il “quadrilatero” stretto dalle antiche mura è diviso in quattro quartieri, nettamente caratterizzati, il Quartiere cristiano; il Quartiere ebraico; il Quartiere armeno; il Quartiere musulmano.

Ho soggiornato in due strutture d’ospitalità cristiana, nei pressi della Porta di Jaffa, non lontane dal Santo Sepolcro.  E, praticamente, salvo in una o due occasioni, non sono più uscito dalle mura della città vecchia! Una per la visita all’Israel Museum  ed al vasto complesso dello Yad Vashem a memoria dei 6 milioni di ebrei sterminati dai nazifascisti nella Shoah, un complesso di  molti Musei e parchi , tra i quali il Giardino dei Giusti, a memoria dei non ebrei che a rischio della loro vita hanno tratto in salvo ebrei durante l’Olocausto. Anche molti italiani vi sono  ricordati. Un’altra volta  è stata quando ho effettuato il percorso della “Via dolorosa” che partendo dal Monte degli ulivi entra nella città vecchia per giungere al Golgota ed al santo Sepolcro. E’ la via percorsa da Gesù verso il Calvario fatta di 14 stazioni, delle quali 9 sono lungo il cammino  di Gesù nella città, e 5 sono concentrate all’interno del Santo Sepolcro. E’ un “cammino” che va fatto con l’anima, più che con i sensi visibili. Altrimenti si rischia di essere attratti solo dagli eventi esteriori, ed anche dal grande “mercato” che cerca di spillare al pellegrino-turista un po’ di denaro per gli oggetti-souvenir-talismano, di una fede superficiale che poco ha in comune con la parola e l’esempio di Cristo. Sono andato più volte al Muro del pianto, ed ho messo nella fessura tra due enormi pietre il mio bigliettino, il ricordo di un mio grande amico ebreo, mai dimenticato; ma non sono potuto andare, perché adesso proibito ai non musulmani, alla Mosquée el-Acsa, sulla spianata  del tempio Dome de la Roche. Ho invece esplorato i luoghi che le Comunità cristiane hanno eretto attorno al santo Sepolcro, dalla Basilica della Resurrezione, a molte chiese greche, copte, ethiopi,  siriane e latine, ed ai loro conventi, luoghi che sono stati aspramente contesi tra gli stessi cristiani;  e soltanto gli Armeni hanno costruito dopo il 4° secolo un quartiere a loro stessi riservato, anche se, oggigiorno, tale comunità è ridotta a poche centinaia di persone. I cristiani e cattolici venerano molti importanti  luoghi della “passione di Cristo”: dal cenacolo, dov’è anche la leggendaria tomba di David, sul Monte Sion; i Gethsemani, il luogo dell’agonia, nella Valle del Cédron; la tomba di Maria, la Basilica di S. Anna e il Convento dei francescani, luogo della flagellazione.
In queste sessanta immagini ho tentato di riassumere queste emozioni, ed anche i contrasti. Spero di ritornarci ancora.


Ed ecco le ultime 4 immagini.





NOSTALGIA DI GERUSALEMME (XI).







venerdì 29 maggio 2015

70° LIBERAZIONE D'ITALIA DAL NAZIFASCISMO.


Percorso di guerra per immagini: da Grosseto a Pisa e Firenze.
70° anniversario della Liberazione d’Italia dal nazifascismo.

In poco più di 100 immagini fotografiche, sulle 350 reperite, abbiamo rappresentato gli eventi più importanti ed emblematici della seconda guerra mondiale relativamente al territorio toscano, da Grosseto a Pisa, Livorno, Firenze ed alle Colline Metallifere. Sono per lo più fotografie originali ed inedite provenienti dagli Archivi degli Stati Uniti ed altre tratte da importanti saggi di storici, nazionali e locali. Esse mostrano la deportazione degli ebrei rinchiusi nel Campo di Internamento di Roccatederighi (GR), l’uccisione di Norma Parenti, l’eccidio degli 83 minatori di Niccioleta da parte dei nazifascisti, l’entrata in azione dei partigiani, gli effetti dei bombardamenti degli anglo-americani sugli impianti industriali di Larderello e sulle città di Pontedera, Livorno e Pisa, e molte delle fasi dell’avanzata delle truppe della V Armata USA dopo la liberazione di Grosseto (15/6/1944) e delle altre città toscane: Siena (3/7/1944), Arezzo (16/7/1944), Livorno (19/7/1944), Firenze (11/8/1944), Lucca (5/9/1944) e Pistoia (8/9/1944), fino alla soglia della linea di difesa della Wermacht sugli Appennini, la “Linea Gotica”, che bloccherà l’avanzata degli anglo-americani e ritarderà la Liberazione dell’Italia (la provincia di Massa-Carrara, rimasta al di là della “linea gotica”, sarà liberata il 10-11 aprile 1945). Un prolungamento della guerra che costerà altri 8 mesi di sofferenze, eccidi e distruzioni per il popolo italiano, fino alla resa generale della Germania l’8 maggio 1945 a Berlino, da parte dell’Alto Comando Tedesco, Von Friedeburg Keitel, nelle mani di A.W.Tedder, Comando Supremo Alleato; G. Zhukov, Comando Supremo dell’Armata Rossa; F. De Lattre-Tassigny, Comando Generale dell’Esercito Francese e di Carl Spaatz, Comandante Generale delle Forze Strategiche degli Stati Uniti d’America. La Seconda Guerra Mondiale, in Europa è finita. La guerra proseguirà ancora in Asia contro il Giappone ed i suoi alleati, fino allo sganciamento di due “bombe atomiche” sulle città di Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 agosto 1945), che causeranno circa 300.000 morti e porteranno alla resa incondizionata del Giappone il 15 agosto 1945. I morti complessivi del tremendo conflitto mondiale assommeranno ad una cifra imprecisata tra i 50 ed i 60 milioni di soldati e di civili.


(Nota dei curatori della Mostra).

mercoledì 27 maggio 2015

martedì 26 maggio 2015

domenica 24 maggio 2015

sabato 23 maggio 2015