lunedì 30 giugno 2014

CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.
Parte II.

            In questa scarna cronaca, talvolta di non semplice comprensione, manca qualsiasi accenno al ruolo svolto dalle bande partigiane, ritenute dagli americani di nessun peso militare. La testimonianza diretta di Doc, un ufficiale della V^ Armata, sentito nel 1989, uno dei primi americani ad entrare in Volterra, fornisce minime integrazioni: "...mi dispiace che ci sia poco da raccontare al Sindaco di Castelnuovo perchè ci furono pochissimi combattimenti nell'area compresa tra la SS. 1 e la SS. 2 a sud della SS.68. Dopo la caduta di Roma, il 4 giugno 1944, i tedeschi si ritirarono più velocemente di quanto noi potessimo avanzare al loro inseguimento con la V^ e l'VIII^ Armata. I nostri autocarri dovettero essere utilizzati per trasportare le provvigioni lungo tutto il tragitto da Anzio fino a Civitavecchia e massimamente a Piombino. La resistenza era limitata a piccole squadre, lasciate indietro dai tedeschi per rallentare la nostra avanzata, queste squadre sarebbero poi fuggite come meglio potevano. In alcuni luoghi furono lasciate unità più consistenti: a Cecina, per esempio, i tedeschi combatterono duramente al fine di guadagnare più tempo per distruggere il porto di Livorno. La nostra avanzata fu compiuta dalla 36^ Divisione sulla SS. 1, e dai francesi sulla SS. 2, l'area intermedia era coperta dalla Unità Operativa Howze, formata da diverse unità leggere. Il 21 giugno 1944 la 1^ Divisione corazzata, rinforzata dal 349° Reggimento di Fanteria della 91^ Divisione, assunse il controllo del centro. Questo deve essere accaduto quando Piombino venne conquistata e quando i paesi ai quali il Sindaco si riferisce furono sotto il controllo della 1^ Divisione corazzata e del 361° Reggimento. Da quanto posso vedere le uniche unità tedesche nel centro furono quelle impegnate a distruggere i ponti, le strade e gli impianti elettrici di Larderello. La 36^ Divisione e i francesi ripiegarono su Napoli per essere poi impiegati nella Francia del sud e furono rimpiazzati dalla 34^ Divisione e dal 6° Reggimento sudafricano. Ci furono forti combattimenti per le colline nelle vicinanze di Cecina e anche a Livorno. La resistenza nemica nel centro si manifestò dopo la caduta di Pomarance. Il 4 luglio 1944, l'88° Reggimento penetrò sulla linea tra Pomarance e Volterra e si preparò all'attacco per conquistare Volterra e altre terre del nord e spingersi verso il fiume Arno. La difesa tedesca svolse una azione di retroguardia su tutto il territorio: da Fondi, dove rompemmo la "linea Hitler", fino alla "linea Gotica". Essa aveva il compito di rallentare la nostra avanzata dando ai tedeschi più tempo possibile per fortificare il nord appenninico. I tedeschi combatterono duramente in diversi luoghi, ma non demmo loro la possibilità di fermarsi ed organizzarsi tra Roma e la linea di Volterra...".

            Anche in questo documento nessun accenno alla presenza, al ruolo, delle formazioni partigiane che nella mentalità di una guerra combattuta su vasta scala, con imponenti mezzi motorizzati e centinaia di migliaia di soldati, dovevano costituire più un impaccio che un valido aiuto alle truppe combattenti. Ne è infine la riprova il fatto che quando gli americani giunsero a Montieri (Gerfalco) ed ebbero il primo contatto con il comando della XXIII Brigata Garibaldi, nulla sapevano ancora della presenza in zona delle formazioni armate dei partigiani.



(continua)


CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.
Parte I.

Nei giorni immediatamente successivi all’eccidio dei minatori e dell’uccisione di altri 10 partigiani, sul territorio comunale (altri 3 saranno uccisi successivamente in territorio extracomunale), cioè fino alla data del 26 giugno, ormai nell’imminenza dell’arrivo dei soldati americani, i tedeschi operarono per ripristinare e proteggere la rotabile 439 Castelnuovo-Volterra, con il 162 Battaglione del Genio, un Battaglione dell’Est e da polizia militare. Si tratta di unità della XIV Armata di Von Senger che da Roma si ritira lungo la costa tirrenica e dalle trasversali  della Val di Cecina e della Val di Merse, tallonata dagli americani e di altre unità  della Wermacht inviate dalla Danimarca, dall’Olanda dalla Slovenia e dalla Russia. Anche il gruppo di armate del generale Von Zangen che presidia il Nord italia invia la 162^ Turkmene mentre dall’Ungheria arriva la 16^ Divisione panzer grenadier SS Reichfuhrer agli ordini di Walter Reader. Affluiscono inoltre dal sud della Francia i giganteschi carri armati Tigre del 504° Battaglione. In alcune di queste divisioni in ripiegamento in Toscana sono presenti soldati della RSI: La strategia è quella di ritirarsi gradualmente, per attestarsi, come sappiamo sulla linea Gotica appenninica.

Relativamente alle operazioni degli americani disponiamo di una memoria del Tenente Colonnello Chester G. Starr, che offre una succinta descrizione delle operazioni militari lungo la costa tirrenica in direzione di Cecina e lungo la strada 439 in direzione Massa Marittima-Volterra:


"...la battaglia di Cecina fu la più amara battaglia sino allora combattuta dagli americani a nord di Roma, in quanto costò alla 133^ Fanteria la perdita di 16 ufficiali e 388 soldati, tra uccisi, feriti e dispersi. Con gli altri reggimenti della 34^ Divisione, già al di là della S.S. 68, l'intera divisione era ormai pronta all'avanzata finale sul grande porto di Livorno, circa 20 miglia a nord sulla costa. Mentre la 34^ si stava spingendo a nord nella sua avanzata, il resto della 5^ Armata era ancora fermo sulla linea della S.S. 68 che fu raggiunta, lungo tutto il fronte, solo il 7 luglio 1944. Nella metà destra del IV° Corpo di Zona, la 1^ Divisione Corazzata si fece strada su un fronte vasto talvolta 20 miglia, in un territorio impervio e montuoso dove le strade erano scarse e tortuose. Inizialmente le truppe da combattimento "A", guidate dal Colonnello Daniel, e le truppe da combattimento "B", agli ordini del Generale Allen, stavano rispettivamente sulla destra e sulla sinistra della strada statale 439 Massa Marittima - Pomarance, ma il carattere morfologico accidentato dell'area suggerì l'impiego della divisione di riserva di zona, l'Unità Operativa Howze, al centro del settore. I comandanti approfittarono di ogni strada secondaria della zona per suddividere le loro unità in colonne più piccole e, a un dato momento, durante le prime tappe della avanzata, gli elementi della Divisione si muovevano verso nord lungo sette diverse strade e sentieri. Raramente più di due carri armati in testa a ogni colonna potevano trovare la posizione di tiro lontano dalla strada; l'avanzata dell'Unità corazzata fu caratterizzata principalmente da piccole scaramucce che duravano mezza giornata o anche meno. Alcuni soldati morirono, altri furono feriti, ma l'avanzata continuò. Agli inizi di giugno 1944 il fianco destro della Divisione era quello più avanzato, con la colonna sinistra delle truppe di combattimento "B" che controllava la strada statale 68, circa 7 miglia a sud-ovest di Volterra. Il resto delle truppe da combattimento "B", l'Unità operativa Howze e le truppe da combattimento "A", erano scaglionate sulla retroguardia destra. Durante i nove giorni precedenti la Divisione era avanzata di 33 miglia in linea d'aria e di quasi tre volte tanto sul percorso caratterizzato da strade strette e tortuose su terreno impervio. Nei nove giorni successivi furono guadagnate solo 6 miglia poichè il nemico si difendeva con ostinazione lungo la linea della S.S. 68. Ben lontano, sulla destra, le truppe da combattimento "A", trascorsero i giorni dal 1 al 4 luglio dinanzi alla cittadina di Casole d'Elsa, sulla cima di un colle, 10 miglia a sud-est di Volterra. Vi fu un primo tentativo nel quale si fece fuoco con due compagnie di fanteria: 6 carri armati medi, 8 carri armati leggeri e 2 carri armati anfibi nemici vennero distrutti. Il 4° giorno, di buon ora, dopo sette tentativi, la cittadina fu infine conquistata. Da allora la 1^ Divisione corazzata difese le proprie linee in attesa di rinforzi da parte dell'88^ Divisione e dell'Unità operativa Ramey...".  (continua)


domenica 29 giugno 2014

LA COMUNITA' DI POMARANCE.

E' il nome di una rivista trimestrale edita dalla "Associazione Turistica di Pomarance". Con questo numero siamo arrivati al 27° Anno di pubblicazione...è una fatto straordinario per una rivista "locale"! Gran merito di ciò si deve al suo attuale Direttore, l'infaticabile amico Jader Spinelli, ed anche ai suoi predecessori "storici", tra i quali Edmondo Mazzinghi e Giorgio Fanfani, che in cinquant'anni hanno costruito un archivio "storico-artistico-letterario" di primaria importanza per la Comunità. Si possono richiedere informazioni sulla disponibilità di numeri arretrati al direttore Jader Spinelli, Piazza Cavour, 5 56045 Pomarance (PI). Il prezzo di vendita di ogni numero è di 2,10 €., pp. 48, riccamente illustrate. Mi vanto di essere uno dei saltuari collaboratori. Su questo numero compare un mio articolo su Norma Parenti, che riproduco.





venerdì 27 giugno 2014



70° ANNIVERSARIO LIBERAZIONE DI CASTELNUOVO DI VAL DI CECINA DAL NAZIFASCISMO.

29 GIUGNO 1944 - 29 GIUGNO 2014.

Nel pomeriggio del 29 giugno 1944, giorno festivo per i SS. Pietro e Paolo, incontro agli esploratori della 1^ Divisione corazzata del 349° Reggimento di fanteria americana della V^ Armata del Generale Harmon, si avvia una delegazione del CLN composta dai principali esponenti del medesimo: Aldo Cascinelli, Gino Cascinelli, Ciro Francini, Arnolfo Frasconi, Giovani Giuseppe, Igino Serenari, Groppi Algeri ed altri antifascisti.

Rassicurati i soldati che il paese era stato completamente evacuato dai tedeschi, i militari americani vi entrarono la sera del 29 giugno accampandosi presso il Canale e presso il Tommi mentre i carri armati, scendendo dalla via della Serretta, di provenienza Bruciano-Poggio Pratone si ricongiungevano al grosso delle truppe in rapida avanzata.

Dal 5 al 7 luglio transitano per Castelnuovo gli uomini e i mezzi del 349 Reggimento della 88^ Divisione della V^ Armata al comando del colonnello Joseph B. Crawford provenienti da Tarquinia che vanno a sostituire le truppe della 1^ Divisione corazzata del Generale Harmon. Si tratta  della famosa Divisione denominata "I Diavoli Blù" una delle più prestigiose dell'esercito degli Stati Uniti d'America che darà il cambio ai soldati del Generale Harmon, stremati dalla lunga avanzata a nord di Roma su un fronte di oltre 30 chilometri. Sulla rotabile polverosa è un turbinio frenetico di mezzi e di uomini: demolite con la dinamite le case che ostruivano il passaggio ai grandi camions di trasporto alla "salita di "Genesio", compresa la fonte monumentale, previo avviso alla popolazione di mettersi in sicurezza, e non uscire di casa alle ore 22, l’ora dello scoppio, passano i bulldozer e gli autocarri, i carri armati, le jeep dalle quali soldati bianchi e neri offrono caramelle e cioccolata ai ragazzi e alle donne. Gli animali fuggono ovunque spauriti, quelli razziati dai tedeschi in ritirata vengono ritrovati qua e là, abbandonati, alcuni uccisi, anche in località molto lontane dai luoghi di origine. Il trapasso dalla dittatura e dalla guerra alla democrazia ed alla pace è rapido: il 4 luglio sarà nominato il Sindaco e il 10 luglio la Giunta comunale, il CLN si presenta alla luce del sole, si riorganizzano i partiti politici, si avvia la ricostruzione...mentre l'orchestrina jazz Stella d'Argento cerca di risollevare il morale della popolazione con grandiosi "veglioni" il cui incasso sarà devoluto ai partigiani del Nord Italia, dove la guerra durerà ancora per altri 10 interminabili mesi! Domenica 29 giugno 2014 il Sindaco Alberto Ferrini terrà la celebrazione ufficiale con un Concerto del Corpo Filarmonico di Fucecchio "A. Mariotti".

lunedì 23 giugno 2014

Export - Import.

Importiamo: extracomunitari.
Esportiano: giovani cervelli, energia geotermica, ricchezza.

In 50 anni la popolazione è passata da 5000 residenti a 2100 in tutto il Comune di Castelnuovo di Val di Cecina. Apparentemente sembra che non si possa far nulla. Adesso siamo quasi isolati per le frane...Certo, abbiamo un ex sindaco di Pontedera (Pisa, nostro vicino) Presidente della Regione Toscana, un pisano ex Presidente del Consiglio dei Ministri, un fiorentino Presidente del Consiglio dei Ministri, un castelnuovino, al Parlamento, responsabile Nazionale Sanità del Gruppo PD...e si potrebbe continuare. Ma chi l'ha visti? Sono un po' depresso, non c'è che dire.


domenica 22 giugno 2014

Norma Parenti, Monterotondo Marittimo.


Al grazioso “Teatro del Ciliegio” del piccolo Comune dell’Alta Maremma è stato bello l’incontro con amici ed amiche  per la presentazione del libro “Norma Parenti. Testimonianze e memorie”, Effigi, 2014, sapientemente elaborato da tre studiose di Massa Marittima: Antonella Cocolli, Nadia Pagni e Anna Rita Tiezzi. Circa cinquanta presenti, molto interessati  e attenti, hanno seguito tutti gli interventi: del sottoscritto, del partigiano combattente Cesare Lipparini, classe 1926, lucidissimo ed ancora emotivamente coinvolto, di Lorenzo Centenari, presidente provinciale di Grosseto dello SPI-Cgil, del sindaco di Monterotondo Marittimo, il giovanissimo Giacomo Termine, pronipote di uno dei minatori di Niccioleta uccisi dai nazifascisti, dell’ex. sindaco Alessandro Giannetti, da sempre attento custode delle memorie della Resistenza, nonché di Graziano Pacini, coordinatore del Tavolo della Pace della Val di Cecina e, in chiusura, delle tre autrici dell’opera. Erano presenti il figlio di Norma Parenti, Alberto Mario e la nipote del comandante della Banda “Camicia Bianca” della III Brigata Garibaldi, Renato Piccioli, deceduto da poco. Se consideriamo il giorno (21 giugno), l’orario (cinque della sera), le condizioni meteo (bellissima giornata di sole, invitante al mare che si intravedeva all’orizzonte)…possiamo considerare l’evento, seguito da circa cinquanta persone, come un meritato successo! Grazie per avermi offerto questa splendida opportunità.


sabato 21 giugno 2014




Monterotondo Marittimo, 21 giugno 2014
presentazione del saggio: "NORMA PARENTI. Testimonianze e memorie". A cura di Antonella Cocolli, Nadia Pagni e Anna Rita Tiezzi.

21 giugno 2014, Teatro del Ciliegio, Monterotondo Marittimo, ore 17.

NORMA PARENTI

Buonasera a tutti. Sono stato invitato a presentare un libro che, a mio avviso, non ha bisogno di presentazioni! Ha solo un desiderio questo libro, di essere acquistato, letto, serbato, per i nostri figli e nipoti. Costa soltanto 14 €. Molto meno dei reclamizzati best-seller spazzatura, che vengono scritti su commissione, da scrittori e scrittrici professioniste, nella maggior parte non utilizzando più di 400 parole! Una miseria, uno squallore.

Ma nel libro “NORMA PARENTI, Testimonianze e memorie” pensato e coordinato da tre donne, Antonella Cocolli, Nadia Pagni e Anna Rita Tiezzi, che tuttavia non annullano la propria personalità sotto un unico denominatore, ma, agendo da angolazioni differenti, ci danno, ciascuna di loro, spunti di riflessione originali.

Il volume di 264 pagine con 36 testimonianze (15 donne e 21 uomini) raccolte in più di un intenso anno di lavoro per ben 23 ore di registrazione orale di quella specie eccezionale di uomini e donne, purtroppo in via di estinzione, ci offre la “memoria” popolare del Novecento, il secolo crudele della storia moderna.

D’ora in poi  questi umili ma umanissimi e colti testimoni non ci saranno più e solo i pochi archivi dei quali per nostra fortuna e sapienza non è priva la Toscana, metteranno a disposizione del popolo i diari, le lettere, le immagini ed i suoni, ma tuttavia senza i “protagonisti”, le voci narranti.

Ecco, in questo libro, non c’è solo Norma, non ci sono solo il ricordo, la memoria, ma bensì, le persone in carne ed ossa che, a distanza di 70 anni non hanno dimenticato né Norma Parenti né l’epoca precedente in cui ella visse la sua breve intensa vicenda umana.

Il libro è anche un invito a tutti noi a non dimenticare. Non solo a non dimenticare, bensì a fare “scienza” del ricordo, cioè a conservarlo e tramandarlo, come ben disse Dante Alighieri: “Non fa scienza, sanza lo ritener avere inteso”. Noi gente del popolo pecchiamo di timidezza di subalternità, eppure sarà grazie alle nostre testimonianze, scritte, orali, artistiche, ed ai piccoli oggetti che ci sono appartenuti, che gli storici tra due o trecento anni, potranno scrivere la Storia, con la lettera maiuscola, delle loro Patrie e dei loro Popoli, e non solo delle elites, dei principi e dei re, dei generali e dei presidenti, o dei miliardari capitalisti.

Dunque, se questo libro che ci fa vedere, da molte angolazioni, la vicenda di Norma Parenti, non fosse stato scritto, credo che anche le nostre Comunità Locali, che alla sua figura son legate, Volterra, Suvereto, Monterotondo, Massa Marittima, sarebbero immensamente più povere e con una identità più labile, soggetta ai mutamenti della smemoratezza. Ci aiuteranno in ciò le ultime cinquanta pagine, le impropriamente dette APPENDICI, cioè la riproduzione dei documenti fondamentali, l’analisi di grafologia, la bibliografia, le 28 fotografie, quasi tutte inedite dell’album di famiglia di Norma Parenti e perché no? anche i brevi ma corposi curriculum delle tre autrici.

Dobbiamo perciò essere grati ad Antonella, Nadia, Rita e ai tanti altri che alla ricerca hanno contribuito, e che da essa non trarranno tesori né beni materiali, di averci fatto questo dono che rimarrà come una pietra miliare per chiunque vorrà interessarsi a Norma Parenti. Ed è per questo che mi capita di essere molto arrabbiato di fronte al disinteresse, più o meno manifesto, che Autorità, Enti, Istituzioni ed Associazioni, manifestano, molte volte, per simili imprese.

La mia metà femminile è stata da sempre attratta da storie di donne. Avrei voluto rappresentare in un progetto di scrittura-teatro il tema della violenza, visto attraverso la violenza sulla donna. Norma è stata la prima figura che incontrai proprio 50 anni fa, alla inaugurazione del Cippo ai Minatori di Niccioleta assassinati dai nazifascisti, eretto sul Poggio di Massa Marittima. Il figlio, Alberto Mario scoprì il monumento. Norma era già una icona in quella città, ma le notizie che la riguardavano assai scarse, lacunose, e le persone non ne parlavano volentieri. La chiesa l’aveva del tutto consegnata ai comunisti, ai quali bastava già come simbolo e poco più ed anche la Resistenza si esauriva in vuote rappresentazioni formali.

Bisogna arrivare alla fine degli anni ’90 del secolo scorso per l’avvio di ricerche storiche e testimonianze più accurate su Norma.

Da queste ricerche partirono alcuni progetti, quasi tutti realizzati: opuscolo per le scuole, canzone, teatro, cinema…conferenze, ed anche una raccolta di testimonianze e memorie, QUI, LONTANO, uscita nel 2102 a cura di Nadia Pagni, che avrebbe meritato una più marcata valorizzazione stante l’accuratezza, la freschezza e l’ampiezza del materiale raccolto in area massetana. Finalmente, il libro che le autrici vi illustreranno stasera. Un libro, come ho già detto, che ho letto purtroppo superficialmente, dato che l’ho avuto soltanto da circa dieci giorni, ma che affronterò non solo per il piacere della lettura e della scoperta, ma con la metodologia dello studioso per cavarne nuovi elementi di conoscenza e, forse, stimoli per qualche approfondimento, in particolare partendo dai dettagli di altri morti per mano dei tedeschi in quei tragici giorni alla vigilia della Liberazione di Massa Marittima, come i Molendi, Fratti, Moschini ed anche di Guido Radi che Antonella, Nadia e Rita hanno riportato alla luce.

 Credo, come dicono le autrici, che nella vicenda di Norma manchi solo l’ultimo importante chiarimento: chi fu e per quale motivo, il mandante e/o l’esecutore della sua condanna a morte? Fu, come si sussurra, Giovanni Nardulli, capo della GNR di Massa Marittima, nato ad Orbetello, sparito dalla città il 9 giugno 1944, riapparso ad Asti, accusato di 11 delitti in Maremma, processato e condannato a morte dopo la Liberazione nell’autunno 1945 con sentenza eseguita a mezzo fucilazione? Ci sarebbe da andare ad Asti, consultare gli atti di quel processo, nel quale, da una testimonianza reperita tra le carte di Elvezio Cerboni, Nardulli viene descritto con tendenze sessualmente deviate, e poi verificare se fu davvero fucilato, sepolto ecc. ecc. con una indagine ad Orbetello…Non credo che a me sarà possibile, ma vorrei farlo; oppure spero che qualcuno o qualcuna lo faccia!

Se ciò avverrà sarà un altro dei meriti di quest’opera unica e irripetibile delle tre autrici massetane, che hanno scandagliato con una speciale sensibilità, ed anche rispetto, la vicenda; non solo di Norma, ma della sua famiglia, di Mario Pratelli, di suo figlio Alberto Mario e di altri protagonisti, mettendo in luce quelle caratteristiche che già sono riassunte nella motivazione della Medaglia d’Oro a lei conferita assai precocemente, a caldo, come si direbbe, senza i successivi dosaggi col bilancino dell’appartenenza ideologica o di partito.

Del resto, non dimenticando la sua giovane età, Norma era già, come si sussurrava a Massa, una nuova Giovanna d’Arco, una santa che non solo sfidava la morte per affermare i valori più alti dell’uomo, ma anche per andare, spirito e carne oltre il tempo, affidandosi alla storia, e all’amore, come magistralmente Antonella, Nadia e Rita ci hanno dimostrato con la loro opera.

Con l’augurio che questo libro possa entrare in ogni famiglia, circolo, scuola, biblioteca…che sia letto e diffuso, approfondito ed offra una nuova sorgente storica a cui abbeverarsi, vi ringrazio per l’attenzione.


Carlo Groppi

giovedì 19 giugno 2014

Gerusalemme.

Luoghi santi delle tre religioni monoteiste ed altre immagini nei vicoli della "città vecchia". Un resoconto di questa eccezionale esperienza non è ancora stato elaborato. Ci vorrà del tempo.


Notte di primavera dal tetto della Casa dei Maroniti,  risplende la Cupola della Roccia (VII sec.) nella quale si conservano in un'urna i peli della barba di Maometto. Luogo Santo dell'Islam.
 

Mattino, dal terrazzo sul tetto della Casa dei Maroniti: le due grandi cupole con la croce latina coprono il vasto spazio del Golgota, la pietra dell'unzione, del S. Sepolcro di Gesù, e della Resurrezione. Luogo Santo per eccellenza dei cristiani.
 

Il Muro del Pianto, luogo simbolo dell'ebraismo e Sinagoga a cielo aperto. Méta di pellegrinaggi da tutto il mondo, il Muro, diviso tra parte maschile e parte femminile, è accessibile a tutti 24 ore al giorno, superando  gli speciali controlli. I biglietti che le persone mettono tra le fessure delle enormi pietre collocate da Erode il Grande, nel 20 a. C., contengono intenzioni di preghiera: ho scritto la mia intenzione per Rudolf, Edmund, Elie e Gigliola.


Il cortile da cui si accede, dalla porta a sinistra, alla basilica del S. Sepolcro. Il turismo di massa fa perdere molta concentrazione e raccoglimento. Forse l'ora migliore per la visita sarebbe all'apertura, ore 4 del mattino per la visita ed ore 4,30 per la prima Messa. Ma, nonostante lo scampanio, gli altoparlanti dei minareti e il canto dei galli. a quell'ora si dorme...


Ebrei ortodossi si recano al Muro, attraverso uno dei vicoli del Suq.


Lungo il vicolo musulmano di Ha  Gay si arriva alla Porta di Damasco, dove termina l'immenso mercato in modo un po' civettuolo.