venerdì 28 settembre 2012



UN BEL LIBRO!

L' ho letto in due sere, un libro interessante, c'è l'Italia che desidero e amo, quella migliore. C'è una donna combattiva, intelligente, ispirata...in prima linea. Una Magistrata, una Giudice, una donna, col suo privato da conquistarsi giorno per giorno, senza cedere a intimidazioni e paure ataviche. Una donna che combatte non solo per l'affrancamento della "donna", ma di tutte le persone (soprattutto di noi "uomini" che ne abbiamo tanto bisogno).

Paola Di Nicola: la giudice

Che cosa significa essere una donna in magistratura oggi? Una giudice del Tribunale penale di Roma lo rivela per la prima volta in un libro. E a Leiweb

Paola Di Nicola Paola Di Nicola
In anteprima, per Leiweb, alcuni passaggi di La giudice. Una donna in magistratura (Ghena), libro d'esordio di Paola Di Nicola, giudice presso il Tribunale penale di Roma, in libreria dal 24 settembre.

Gennaro voleva vincere a tutti i costi, facendo prevalere il mio essere donna e il suo essere uomo, sul mio essere giudice e lui "il mio detenuto", come se questo avesse potuto fargli guadagnare la vittoria e quindi la libertà.

Sentivo che il mio sguardo si stava per abbassare. No, non lo potevo consentire in alcun modo. Bastava ancora qualche secondo e sarei crollata, sentendo solo il peso della mia collana di perle e della mia prepotente femminilità e non la loro evedente e insopprimibile diversità.
”.
(...)

Oggi io, davanti a Gennaro, invece, decidevo per me e per lui.
Di fronte a quell'uomo sentivo di essere l'ultimo anello di questa storia famigliare, comune a tante altre che l'avevano preceduta. Proprio adesso mi sentivo, più che mai, la figlia di mia madre e di tutte le donne inghiottite dal buio.
Su questa strada potevo solo perdere il nostro duello e far perdere l'universo femminile, oltre che l'istituzione che in quel momento rappresentavo. La posta in gioco era troppo alta
”.
(...)

lunedì 17 settembre 2012


Ancora sulla Poesia e sull’essere Poeta.

L’articolo sul Sole24 Ore di domenica 9 settembre, pagina 26, “Poeti italiani all’estero”, …per il prestigio dell’editore, la cospicuità dell’impresa e l’abilità di chi l’ha compiuta, The Farrar Strauss Giroux Book of Twentieth-Century Italian Poetry, uscito a New York e allestito dal poeta e traduttore Geoffrey Brock, è veramente uno specchio formidabile che consente di ricalibrare la poesia italiana del periodo d’oro 1900-1965, in un contesto internazionale. La sovrabbondanza dei poeti selezionati nell’antologia, ben settantatre, mi aveva fatto sperare che anche il mio nome vi fosse compreso, dato che i miei esordi poetici risalgono al 1952, l’anno in cui feci dono di un piccolo manoscritto rilegato con cura alla cugina Eleonora, contenente, oltre ai soliti testi romantici giovanili, per lo più lamenti di amori solitari, anche poesie significative che lasceranno addirittura il segno nei secoli a venire, come, ad esempio: Pimpindoro, La gatta mammona, Ghiacciao in fiamme, All’ombra di una canna, Quando il sughero pesava, Una notte sul vaso, La morte di Maria Angiolona…poesie veramente nello “stil novo” della modernità, in avvicinamento al Terzo millennio della rivoluzione gergale ed elettronica. Invece, niente! Annullato, non esistito! Lì per lì ho pensato di bruciare libri, quaderni, moleskine…cancellare ogni traccia e tacere per sempre. A tale proposito m’è venuta in mente una lettura lontana, la prefazione di Montale ad un volumetto di “liriche cinesi (1753 a. C. – 1278 d.C.), nella quale il grande poeta si sofferma a parlare dell’essenza della poesia facendo riferimento al poeta Po Chu-i, vissuto tra il 772 e l’846 d.C.  Egli fu, oltre che innovatore, un formidabile “amico” e un uomo più che umano nella inestinguibile passione del suo canto. La poesia e l’amicizia sono le forze ispiratrici di questo illuminato che ha conosciuto il favore e il disfavore dei potenti, senza legarsi mai a nessun bene di quaggiù. Cantava per tutti, e pur vedetelo quando Yuan Chen scopre la poesia da lui scritta sul muro di una locanda!

Il mio goffo poema sul muro della locanda
nessuno finora s’era curato di leggere.
Muschio e tracce d’uccelli ne avean cancellato i caratteri.
Poi giunse un avventore dal cuore così traboccante,
che benché fosse Paggio al trono dell’Imperatore,
si degnò con un lembo del suo ricamato mantello
di spazzar via la polvere e di leggere.

Così l’opera è giunta a destinazione, ha trovato finalmente il suo lettore. Un lettore!  Dunque, mi chiedo, perché disperarsi? Io ho ben più numerosi lettori del Paggio Yuan Chen! A due amiche ho fatto leggere la bozza del poema Agnes e Martin. L’amore, il dolore. Una storia romantica, e le loro risposte mi consolano e mi spronano a non abbandonarmi alla sterile disperazione, ma a proseguire, finché le forze mi sosterranno, nell’esaltante cammino alla ricerca della bellezza e dell’armonia:

L.

Seduta sotto un faggio,
sulla sommità di una collina da cui si vede
e si respira il mare,
ho letto il meraviglioso duetto poetico fra
Agnes e Martin.
Leggere…non spiega 
ciò che  è stato immergermi in questi versi.
Sono stata catturata, rapita
dalle emozioni incontrate ad ogni riga,
dal ritmo dolce e sommesso
di questo dialogo d'amore....
fino all'ultima pagina, travolgente.
Sono turbata da quello che ho vissuto
grazie al gentile dono
e il turbamento è così profondo
da impedirmi di esprimere chiaramente
la gratitudine per ciò che sento fiorire in me.
Tornerò fra le righe
di questo dialogo, ancora e ancora.....
cercherò nuovamente
il contatto con la perfezione di questi amanti....
Perdonami sin d'ora, se scriverò
ancora delle emozioni che provo
spinta dal desiderio di condividere
la gioia che procurano al mio spirito.
Grazie infine mio adorato poeta
per la premura, la delicatezza ,
la timida presenza nella mia vita
e la considerazione, davvero immeritata,
in cui tieni la mia capacità
di comprendere i l tuo splendido cuore.

A.
   
Ho timore, con le mie parole, di spezzare il dolce incanto
che sussurra la “donna gentile”. Lei, 
nella freschezza della sua gioventù,
m’ha rubato ogni frase, ed io non ho letto
Agnes e Martin, in una atmosfera romantica sulla sommità
di una collina a cui arriva il respiro del mare,
ma nell’angusta stanzetta che è  il mio rifugio.
Ciò nondimeno ho provato una forte emozione
e un sottile turbamento, come se in quella stanza
si respirasse l’amore che la tua penna e la tua fantasia
fa uscire dalle bocche dei due amanti.
Agnes…Martin, m’hanno riportato indietro nel tempo,
quando con la passione della giovinezza
si sogna e si crede a un amore così forte e profondo
che fonda il corpo e l’anima in un’unica entità
e viva in eterno, nella vita e oltre la morte.
Il mio cuore ha battuto forte per il miracolo
di questi amanti: catturare
 e riempire di emozione un corpo in declino, come il mio.
Eppure, l’emozione e una dolce malinconia sono
i sentimenti che hanno fatto vibrare di nuovo il mio cuore.
E tu, mio caro, con la chiarezza della parola,
m’hai regalato, ancora una volta, la dolcezza
d’antichi , perduti,  palpiti.

martedì 11 settembre 2012


Memorie lontane, storie di gente comune per non dimenticare...




Premessa

            La “Cronologia della Comunità di Castelnuovo” è un’opera che doveva abbracciare, in forma di brevi dati, appunto, cronologici, la storia, dalle lontanissime origini fino ai giorni nostri, e della quale, sono soltanto usciti due volumi, il primo nel 1996, “Né latino né tedesco né lombardo né francesco. La Comunità di Castelnuovo dalle origini alla fine del XIII secolo” ed il secondo, nel 2000, “Sopra le tombe vecchie è passato l’aratro. La Comunità di Castelnuovo dall’inizio del XIV secolo alla morte di Michele Marullo (1500)”.
           
            Essa doveva raccogliere anche saggi storici e materiale documentario eterogeneo, si da costituire una summa delle conoscenze del passato della nostra piccola Comunità. Così sono usciti gli altri volumi e saggi sparsi: 1997, “Dare qualcosa in cambio di niente. Storia di congreghe, compagnie e confraternite di Misericordia”; 1998, “Fabbrica amica. Sindacato e lotta politica a Larderello (1944-1956)”; 1998, “Dina Ferri: antologia lirica”; 1999, “Il maldocchio ai maialini. Lotta politica e vita quotidiana dei mezzadri nelle Colline Metallifere (1944-1955)”; 1999, Fiorin di cacio, facciamo finta di chiamare il micio...Proverbi e modi di dire sulla pastorizia delle alte valli del Cecina e del Cornia”; 2003, “La piccola banda di Ariano. Storie di guerra e di Resistenza nelle Colline Metallifere Toscane (1940-1945)”; 2004, Castel del Sasso in Val di Cornia: 2000 anni di santità; 2005, Stella d’argento. Un’orchestrina jazz a Castelnuovo (1944-1951); 2006, Larderello, geotermia: dagli Etruschi al 2004; 2007, La cometa Swan, poesie; 2007, In questi fummacchi risiede un grandissimo tesoro…Dalla scoperta dell’acido borico nei lagoni toscani, alle soglie del terzo millennio. Cronologia, 1702-2004; 2008, El poeta canta por todos, poesie; 2009, Di passere e d’altri uccelli…proverbi licenziosi; 2010, La vita larga. Zibaldone di pensieri poetici di un blogger ai margini (2007-2009); 2012, Viandante nella memoria. Poesie e prose, (2010-2011).
           
            Ai volumi e saggi editi si accompagnano numerosi più brevi articoli apparsi su riviste locali, che molte volte integrano e aggiornano le opere maggiori, e numerosi inediti autobiografici stesi sotto forma di racconti, o post apparsi, fin dal 2007 nei blog “La vita larga” e “Grazie alla vita”.
           
            Inoltre, si  può aggiungere il materiale raccolto in lunghi decenni di studio e ricerca e  parzialmente ordinato, conservato inedito. Di quest’ultimo materiale i fascicoli più significativi sono: La casa di legno ed altre storie, Racconti;  Urbanistica&Gastronomia; L’età fiorita; Il gioco nel Comune di Castelnuovo Val di Cecina. Prospettive di ricerca; Analisi del voto nelle elezioni politiche, regionali e nei referendum svoltesi nel Comune di Castelnuovo di Val di Cecina dal 1946 al 1979, con alcune considerazioni e dati sul voto politico in Italia dal 1861 al 1929; La Primavera di Praga; Su Fratelli! Su compagni! Note di storia del movimento operaio nella Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina, attraverso i suoi protagonisti (1902– 1910); Faville, prose sparse; La grande illusione. Per una storia del periodo fascista, della Resistenza e dell’attività del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) nel territorio della Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina (1919-1946); Il sogno negato. Storia del Partito Socialista Italiano (PSI) in un centro operaio della provincia di Pisa: Castelnuovo di Val di Cecina; 29 giugno 1944 - 7 giugno 1953: dalla guerriglia partigiana, all’esperienza del CLN ed alla ripresa della vita democratica. La sconfitta del “Fronte Popolare” il 18 aprile 1948 e il tentativo di “colpo di stato” messo in atto dalla Democrazia cristiana nel giugno 1953, con un cenno alle vicende dei protagonisti e delle battaglie proletarie, dal primo “Circolo Socialista” alla conquista del Comune, prima dell’avvento del fascismo e tra gli operai della “Boracifera”; Il lungo sonno di Castelnuovo sotto i granduchi di Toscana e il Marchesato degli Albizzi, (1501-1859); Italia bella mostrati gentile. La Comunità di Castelnuovo, dalla fuga del Granduca Leopoldo II di Lorena da Firenze al “regicidio” (1859-1900); Passioni, speranze, illusioni. Antologia di scritti politici e sindacali (1964-1985); Canzoniere, poesie, 1952-2008;  Soprannomi castelnuovini; Piangono i cieli stille di rugiada.Dina Ferri (1908-1930), una singolare esperienza di donna e di poetessa che non cessa di stupirci..
             A tali scritti inediti si unisce  il presente lavoro, che raccoglie testimonianze ed interviste degli abitanti della Comunità, consentendo in tal modo di disporre di un filo conduttore unitario che ci accompagna per quasi due secoli (le memorie storiche iniziano nel 1823 e terminano, praticamente, nel 1998).
           
            Purtroppo i testimoni, per gli eventi che vanno dall'Unità d'Italia agli anni ’20 del Novecento, non ci sono più. Alcuni potenziali testimoni ancora in vita, quasi centenari, hanno perduto la memoria, altri ricordano solo minimi e particolari e troppo gravoso sarebbe stato un lavoro di registrazione, per un singolo ricercatore. Perciò ho cercato di selezionare i soggetti in base a parametri oggettivi: età, sesso, qualità della memoria, appartenenza sociale e politica, aver svolto funzioni importanti nella vita della Comunità (sindacalisti, soldati, prigionieri di guerra, fascisti, partigiani, possidenti, sindaci, donne, dirigenti del movimento cooperativo...), non trascurando i legami con la mia famiglia, per avere un'immagine più nitida dei rapporti di parentela nello scorrere del tempo. Si tratta, in sostanza, di un lavoro "aperto", perché esso potrà arricchirsi di nuovi filoni di ricerca se andranno avanti le biografie.

            Si deve inoltre tener conto che l'intervista orale ha le sue regole, di lunghezza, di impostazione, di approccio psicologico con l’intervistato e che, pertanto, nell’intervista possono andare perduti molti dettagli, cioè i particolari che il soggetto, nel raccontarsi,  ritiene non essenziale sia tramandato e conosciuto della sua vita: le stagioni, il cibo, il sesso, l'amore per gli animali, le avventure giovanili, le feste, le vacanze, le malattie, "i pensieri" e le tristezze o le gioie di ogni giorno, ed anche il contesto urbano o contadino può apparire, il più delle volte, come sfocato nella sequenza interminabile di date, nomi, fatti. Tuttavia, pur con tali limiti, queste “memorie di gente comune” riescono ad umanizzare l’insieme della “Cronologia Storica” portando il soffio della vita vissuta più vicino ai nostri sentimenti, ed anche, in larga misura, ai nostri ricordi. Ci fa sentire che, "nelle cucine della storia", ci siamo, o ci siamo stati, anche noi.

Infine permettetemi qualche citazione. Mi preme, in primo luogo, sottolineare il ricordo affettuoso dei miei nonni Enélida e Filiberto, intervistati nel 1972, quando ormai la loro memoria, un tempo vivissima, si era appannata, pur restando sempre commovente. Al di là di questo ricordo personale voglio esprimere la più grande gratitudine per la disponibilità, la sensibilità e il costante stimolo a seguire la ricerca nel tempo, da parte di un numero molto grande di persone - che per me ha costituito uno dei motivi principali per proseguire il lavoro, – come  importante testimonianza di civiltà e di cultura. Perciò sono fiero di aver tentato di dar volto e voce a uomini e donne della nostra terra, a quelli che hanno fatto la storia ed a quelli che ancora, per molti versi, ne costituiscono i saldi punti di riferimento. Le biografie riportate in questo testo sono 65, selezionate tra le centinaia di registrazioni effettuate a partire dal 1970 ma, per la maggior parte, raccolte tra il 1994 ed il 1999. Ad esse si affiancano le ricerche storiche: le vicende della famiglia di “briganti” Moriani; la costruzione del “Piazzone”; le note di storia del movimento operaio nella Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina; il “Diario” di Geo Desi; le storie legate alla guerra ed alla Resistenza; alla rinascita della musica a Castelnuovo attraverso i protagonisti della band “Stella d’Argento”; ai mezzadri e mezzadre protagonisti delle lotte per la “terra” fino al declino irreversibile della mezzadria, ed infine, alla mia autobiografia, un diario, che iniziato nel 1952, si chiude con l’anno 1963. Ho infine inserito il testo di una conferenza tenuta nella Chiesa del Borgo, rievocando una giornata di vita qualunque di un borghigiano nell’anno di Nostro Signore 1474, cioè all’entrata in vigore dello Statuto della Comunità, per valutare il percorso effettuato a quattro-cinquecento anni di distanza dalle storie “moderne”.

Insieme ai ringraziamenti per tutti coloro che mi hanno concesso il privilegio di ascoltare – viva voce –  in indimenticabili incontri, le storie delle loro vite, non posso tacere i ringraziamenti per: Susanna Mattiangeli, per il completamento della vita della nonna Elisa; Elmanno Benini per avermi messo a disposizione il “Diario” di Geo Desi e le altre carte del suo archivio privato; Adelmo Fanetti per il materiale su Emilo Fanetti, il “contadino della Leccia”; Lidio Milani, per avermi ricostruito la biografia minima del padre, il poeta Fortunato, ed avermi fornito i testi dei poemi riprodotti; Alba Costantini e Paola Gigli per la disponibilità a tratteggiare la vita e la personalità di Costantino Costantini, notevole figura di antifascista, confinato politico e dirigente il PCI di Montecastelli; l'amico Paolo per avermi fornito il manoscritto con la biografia di suo padre, Gino Cascinelli, notevole figura di uomo politico e presidente del CLN comunale. Dal volume di R. Wagner “Mein Leben”, Torino, 1954, ho tratto la citazione che compare nell'intervista a Franz Wesendonck e dal vecchio testo di A. Ribera, “Riccardo Wagner, la vita e le opere”, e dal saggio di Gustavo Macchi "Wagner", alcuni elementi di dettaglio. I riferimenti al lager di Vorkuta sono tratti da L'Araldo, del 22 maggio 1955. L'intervista a Eugenio Rossi è stata completata con i testi delle poesie della zia Giannina, nata nel 1902 a Sasso Pisano e la cui vita interessantissima non è potuta  entrare che di sfuggita in questo lavoro. Alcuni dati relativi alle vicende del fascismo a Radicondoli, che compaiono nella testimonianza di Alba Costantini, sono  tratti dal testo di G. A. Chiurco "Fascismo senese. Martirologio toscano dalla nascita alla gloria di Roma", Siena, 1922 e da “Storia della rivoluzione fascista”, I-V, Firenze, Vallecchi, 1929.

Ho inserito la mia "autobiografia" 1938-1963, che contiene poesie di varie epoche, nella versione, con piccole varianti, depositata nell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (AR) e, quindi, a disposizione di tutti, che dedico, in particolare, alle mie figlie e nipoti: loro non sanno di quel tempo lontano mille anni luce nel quale ho vissuto e mi sono formato: forse svelandomi li aiuterò a costruirsi una più salda identità, come vorrei fare con tutti gli uomini della "Comunità", nel raccontare le loro “Storie". Ho aggiungo infine alla Premessa un piccolo saggio storico, “Un giorno di vita nel Borgo di “Castrinovi de Montanea”, A.D. 1474”, plausibilmente ricostruito sulla base dello Statuto entrato in vigore in quel tempo.

lunedì 10 settembre 2012





Elegia Volterrana

Ecco la bozza della copertina di uno smilzo “quadernino” di tredici poesie dedicate alla città di Volterra nel momento del commiato. Infatti, dopo dodici anni di ininterrotta attività nell’Organo di Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, nel quale ho svolto, nei sei anni del primo mandato, oltre al ruolo di consigliere, anche quello di vicepresidente e, per quasi due mesi, di presidente della Fondazione, uscirò definitivamente di scena in applicazione di una norma statutaria che pone il limite massimo di presenza in non più di due mandati consecutivi. Un bella esperienza, irripetibile, piena di soddisfazioni e di realizzazioni. Ne stamperò, oppure le produrrò in fotocopia con spillatura, senza rilegatura, non più di venti copie, per farne dono agli amici più cari, soprattutto a quelli volterrani. Segno e ricordo di una presenza e di un amore ben più antichi, che non si esaurirà, lo spero, con la rarefazione della mia presenza lassù, su quel colle-astronave, dal quale son decollati molti sogni ed hanno preso corpo tenere passioni, l’alimento fiammeggiante di una creatività che ancora m’accompagna in questi anni che volgono al tramonto. Grazie dunque Volterra, all’intera città ed ai tanti che m’hanno voluto bene.

sabato 8 settembre 2012







Geotermia, mio primo e grande amore!

Le notizie dell’avvio esecutivo del “teleriscaldamento geotermico”del centro abitato di Montieri (GR) e del bando di gara del primo lotto dei lavori per il “teleriscaldamento geotermico” di Radicondoli e Belforte (SI), e di Chiusdino (SI), mi hanno riempito di gioia e di speranza. Gioia perché mi considero tra coloro che hanno sempre creduto e lottato per la valorizzazione dell’energia geotermica, speranza perché finalmente l’umanità intera s’è resa consapevole che la salvezza del nostro pianeta passa attraverso modelli di vita alternativi al saccheggiamento delle risorse “fossili” per uso energetico, affidandosi quindi alle risorse “rinnovabili” ed ecosostenibili: sole, vento, geotermia, biomasse…tra le principali. Ho studiato e lavorato all’interno del settore geotermico dal 1951 al 1991. Ho partecipato nella CGIL e nel Partito Comunista Italiano alla creazione di un ampio movimento di lotte e di proposte per la piena valorizzazione della geotermia, prima per la sua “nazionalizzazione”, poi per l’aumento della produzione e la diversificazione nell’utilizzo, dal tradizionale chimico-elettrico, agli usi agricoli e civili, infine per l’accelerazione dell’innovazione tecnologica, anche se, in questo caso, l’impatto sociale sull’occupazione è stato devastante per l’area geotermica tradizionale della Toscana, con una contrazione del numero dei lavoratori non compensata ancora da una altrettanto massiccia espansione dell’indotto o diversificato. Ho anche il privilegio di abitare a Castelnuovo di Val di Cecina, il luogo nel quale, alla fine del ‘700, gli scienziati Hoefer e Mascagni, scoprendo l’acido borico nelle acque dei “lagoni”, aprirono la strada al successivo sviluppo industriale della geoetermia, del quale fu principale protagonista l’esule francese, Francesco Larderel. E proprio alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, l’Amministrazione comunale di Castelnuovo di Val di Cecina  avviò il progetto e la realizzazione del “teleriscaldamento geotermico urbano”, adesso esteso alle principali frazioni dello stesso, Sasso Pisano e Montecastelli Pisano mentre è in corso per quella di Leccia. Altri Comuni ne hanno poi seguito l’esempio ed altri, finalmente, stanno seguendo il medesimo percorso virtuoso. In più, applicando il calore geotermico in sostituzione del gasolio, anche il Caseificio San Martino, presso Monterotondo Marittimo (GR), di proprietà del marito di mia figlia, Ricci Massimo, si è convertito alle energie rinnovabili ricevendo nel 2005 il premio della Regione Toscana per l’ecoefficienza con il 100% di utilizzazione dell’energia “verde” e ZERO EMISSIONE di CO2 nell’ambiente! Mi sia concessa quindi un po’ di autogratificazione, nel proporre tre lavori, dei quali, quello del 1979, riguarda proprio le problematiche del territorio di Radicondoli, Montieri, Chiusdino, mentre gli altri due, pubblicati sulla rivista Rassegna Volterrana nel 2006 e nel 2007, ripercorrono in forma sintetica la storia della geotermia in Toscana dai tempi antichi ad oggi. Credo che essi mantengano una soddisfacente attualità “culturale”. L’altra foto che allego, a colori, riproduce la retrocopertina della Domenica del Corriere del 1931, in occasione dell’esplosione del primo “Soffionissimo” nella storia della Larderello SpA. In questo caso, trattandosi di una risorsa nazionale e “autarchica”, il regime fascista, favorì l’espansione industriale e il connubio con le Ferrovie dello Stato della Società, nella quale erano azionisti di maggioranza gli eredi dei De Larderel e il principe Piero Ginori Conti, quest’ultimo, politico, imprenditore e scienziato, uomo del “regime”. Ma questa è un’altra storia. 

venerdì 7 settembre 2012


Teleriscaldamento: al via anche Radicondoli

Teleriscaldamento: al via anche Radicondoli
Una veduta aerea di Radicondoli in provincia di Siena
Pubblicato sul sito del piccolo Comune toscano il bando per l'affidamento dei lavori di realizzazione dell'impianto di teleriscaldamento per Radicondoli e la frazione di Belforte
GeotermiaNews
Redazione
07/09/2012
Mentre prosegue senza sosta il percorso del teleriscaldamento di Montieri, dove è stato aperto un ufficio per fornire informazioni ai cittadini e per la stipula dei contratti di allacciamento ed è imminente l'inizio dei lavori, un altro impianto incomincia a profilarsi nell'orizzonte delle aree geotermiche.
È stato infatti pubblicato proprio in questi giorni sul sito del Comune di Radicondoli, il bando per l'affidamento dei lavori di realizzazione della rete di teleriscaldamento che dovrà servire sia il capoluogo comunale che la frazione di Belforte.
L'appalto (relativo al Lotto1) ha come oggetto lavori per una base di gara di poco inferiore ai 5 milioni e mezzo di euro (IVA esclusa) e prevede, oltre ai lavori strettamente connessi all'impianto di teleriscaldamento, anche le opere accessorie necessarie.
Il complesso dell'opera corrisponderà ad un importo complessivo di 7.162.080,00 di euro finanziati tramite contributi ENEL sull'accordo di programma dei fondi sulla geotermia (anni 2009-2010-2011 e parte 2012), contributi regionali sui fondi sulla geotermia (anno 2010), fondi propri dell'Ente (avanzo di amministrazione e maggiori entrate tributarie anni 2010 e 2011) e con il contributo della Regione Toscana su finanziamento POR CREO FERS 2007/2013.
Alla gara d'appalto saranno ammessi a partecipare tutti i soggetti individuati all'art.34 del Decreto Legislativo 163/2006 nonché le imprese concorrenti con sede in altri Stati membri dell’Unione Europea ai sensi e per gli effetti dell’art. 47 del D.Lgs. 163/2006, in possesso dei requisiti come previsti dal Disciplinare di gara, anch'esso pubblicato sul sito del Comune.
Il sistema di aggiudicazione si baserà su un duplice criterio, ovvero di offerta economica più vantaggiosa e di punteggio, in modo da, per usare le stesse parole del bando, “garantire il raggiungimento di un ottimo equilibrio tra qualità dei lavori eseguiti e prezzo di esecuzione degli stessi, introducendo, per mezzo delle proposte progettuali presentate dai partecipanti in fase di gara, alcune migliorie e/o integrazioni inerenti le finiture e/o gli aspetti funzionali ed organizzativi di alcune lavorazioni previste nel progetto, nel rispetto di quanto indicato e prescritto nel presente bando”. È prevista a questo riguardo quella che il bando stesso chiama “clausola di sbarramento”, ovvero la possibilità di escludere dalla fase di apertura delle buste contenenti le offerte economiche quei soggetti che non abbiano raggiunto un punteggio minimo (36/100) in sede di valutazione dell'offerta tecnica, che inciderà per 70/100).
I punteggi saranno assegnati esaminando con attenzione le offerte relative alle opere di riqualificazione, gli interventi di mitigazione delle stazioni e sottostazioni, l'organizzazione del cantiere, delle macchine e del personale.
All'offerta economica e al relativo ribasso saranno assegnati i restanti 30 punti.
Il termine per il ricevimento delle offerte è fissato per Venerdì 26 Ottobre 2012, alle ore 12, mentre l'apertura delle offerte è fissata per le ore 10 di Lunedì 5 Novembre 2012 presso la Sala Consiliare del Municipio di Radicondoli, in Via Tiberio Gazzei 89.
Per maggiori informazioni e per prendere visione del bando e delle eventuali modifiche direttamente si invitano a visitare il sito del Comune di Radicondoli.  

martedì 4 settembre 2012





Libri editi ed inediti.

Credo che nessuno dei casuali visitatori del mio blog GRAZIEALLAVITA (navigatori di internet sulla traccia musicale del film “Le fate ignoranti” oppure delle canzoni di Violeta Parra), sia a conoscenza che nella città di Volterra esista una Fondazione bancaria che si occupa principalmente di filantropia e cofinanziamento di iniziative culturali, scolastiche e di alta formazione, sanitarie, sportive, nonché di mostre d’arte, sia attingendo al proprio patrimonio, sia organizzando eventi di carattere nazionale ed internazionale. Da circa otto anni la Fondazione pubblica un trimestrale di sedici pagine “Fondazione&Volterra”, della cui redazione fa parte il sottoscritto, che cura, in modo diretto, sia l’ultima pagina con ritratti di personaggi locali e cenni storici, sia la pagina delle “news”, segnalazioni editoriali d’interesse locale. L’11 novembre 2012 si insedieranno i nuovi Organi dirigenti della Fondazione, dei quali, dopo dodici anni di ininterrotta attività, non farò parte per una tassativa norma statutaria che prevede un massimo di due mandati consecutivi di sei anni ciascuno. Al momento non so’ se il trimestrale resterà in vita, né come sarà impostato, e, se resterà in vita, se rimarranno in essere le rubriche tradizionali, come, ad esempio, le news editoriali. Perciò ho deciso di utilizzare direttamente il blog per news “personali”, segnalando le mie letture o le recensioni che più mi hanno colpito desunte da supplementi letterari o dalla frequentazione, come volontario, della biblioteca comunale di Castelnuovo di Val di Cecina. In questi ultimi giorni ho letto i seguenti libri:

1)      Chagall, I classici dell’arte – Il Novecento, Rizzoli/Skira, Edizione speciale per Il Corriere della Sera, Milano, pp. 200, 2004. Libro aggiornato, che ripercorre, criticamente e visivamente, il lungo percorso di vita del grande artista. Stampato in Italia. Lo accosto allo Chagall di Garzanti, 1955, stampato in Olanda e alla monumentale opera Chagall di Taschen, 2008, stampato in Cina. Amo Chagall sopra a tutti, le sue opere sono una fonte perenne d’ispirazione, a lui ho dedicato una poesia “Il sogno di Chagall” sull’emozione dell’opera “Gli amanti tra i lilla” del 1931, ho il multiplo originale della litografia “Le plafond de l’Opera”, e, infine, utilizzerò un particolare del “Sogno di una notte d’estate” per la copertina di un libricino di poesie.

2)      Marzio Mambrini, a cura di, Una Montagna di proverbi, Rassegna dei detti popolari nell’area amiatina nella Toscana meridionale, Ed. Effegi, Arcidosso, pg. 104, 2008. I proverbi che da secoli si tramandano oralmente, sono lo specchio della vita ed un’altra faccia dei microcosmi in cui spontaneamente si creano. Da queste pagine scaturisce l’umorismo toscano spesso salace e forte, mai volgare. Anche se oggi i proverbi sono decisamente in disuso e fanno parte del passato, ingombranti residui di quella civiltà contadina ormai scomparsa, noi li ricordiamo con la bella definizione del Manzoni, il quale riteneva…”che i proverbi sono la sapienza del genere umano”.

3)      Carlo Cassola, La ragazza di Bube, Einaudi, Torino, pg. 270, 1963, 14^ edizione. Libro del mio incontro con Cassola, insieme a Il taglio del bosco e Fausto e Anna,  e lettura formativa del neorealismo romantico imbevuto di ideali e conflitti sbocciati nella Resistenza. Questi tre scritti di Cassola hanno per teatro, in larga misura, i luoghi dove vivo, tra Volterra, Monteguidi, Gerfalco, Colle, Massa Marittima, i luoghi che videro l’autore partigiano nella XXIII Brigata Garibaldi con nome di battaglia “Vipera”. Oggi il romanzo verista appare datato, nella struttura formale e nella trama, senza però dimenticare che da esso è stato tratto il film “La ragazza di Bube” con la splendida Claudia Cardinale. Poco importa se la verità storica di Mara e Bube è diversa da quella del romanzo e la “Mara” vera ha dato luogo ad una rilettura polemica dell’opera, essa resterà per una generazione di giovani adolescenti nel secondo dopoguerra l’opera cult alla quale non possono fare a meno di ritornare con nostalgia e amore. Questa edizione l’ho comprata per 2 € su una bancarella di libri usati.

4)      Alice Munro, Il ponte galleggiante e Ortiche, in Racconti d’autore, Il Sole 24 Ore, n. 53, Torino, pg. 80, 2012. Tutta la serie dei volumetti che escono, al prezzo di 2 €, allegati al Sole 24 Ore della domenica, sono deliziosi! Da quando l’ho scoperti corro di primo mattino in edicola, dato che del giornale, il più delle volte, ne arriva una sola copia. Ma questo contiene due racconti stupendi della Munro, scrittrice canadese nata nel 1931, vincitrice di prestigiosi premi letterari e nota in Italia per il libro “Nemico, amico, amante…”, pubblicato da Einaudi nel 2003. In questo volume si parla di due donne. Sulle spalle dell’una il fardello della malattia, su quelle dell’altra il peso di un matrimonio fallito. Un giorno qualunque, un incontro a sorpresa illumina le loro solitudini e trasforma il vuoto e il dolore in un’imprevista ilare leggerezza. Dalla penna dell’autrice che Jonathan Franzen ha definito “la più grande narratrice vivente del Nord America”, due racconti indimenticabili che mettono a nudo le emozioni.

5)      Carlo Groppi, Agnes e Martin: l’amore, il dolore. Una storia romantica ed altre poesie, manoscritto inedito, pg. 96, 2012. Ormai il libro è pronto, scritto, letto e riletto, corretto…contiene 41 poesie e 11 canzoni nel poemetto Agnes e Martin; alle quali si aggiungono 37 poesie scritte tra il 2011 ed il 2012. E’ stato Rilke a farmi incontrare con il poeta danese Jacobsen e, quindi, con Tove e Waldemar e, di riflesso, con Schönberg, i suoi Gurrelieder e con il Cantico dei Cantici. Dalla meraviglia di questi incontri è nato il duetto d’amore tra Agnes e Martin. Le rimanenti poesie sono la testimonianza di un vecchio che si ostina ad ultimare il “cammino camminando”, verso le colline inondate di luce.


E, per finire: cercate ed ascoltate i 6 French Suites BWV 812-817, di Johann Sebastian Bach, se possibile nell’edizione Collins, London, 1993, con l’interpretazione della pianista Joanna MacGregor.  

lunedì 3 settembre 2012



Questo fresco mi fa bene…

Dopo quattro, forse cinque mesi di caldo torrido, senza una nube nel cielo e uno scroscio di pioggia, senza la messa in scena dell’abituale passeggera burrasca nei giorni della tradizionale “Festa dell’Unità” nel castagneto di Doccioli, a due chilometri dal paese, tre giorni fa mi sono svegliato per andare in bagno e, come faccio sempre, ho guardato la sveglia fosforescente, posta un po’ di sghembo sul comodino all’altro lato del letto, ho visto il numero 7 e qualcosa dietro e mia moglie ha detto “Stamani c’è una strana oscurità, per quest’ora!” E’, si  alle sette ci dovrebbe essere il sole abbastanza alto…e poi non si sentono rumori nella strada…”. Son tornato a letto, ma non riuscivo più a dormire. Ho pensato di alzarmi e mettermi a lavorare, con la mente riposata, all’indice dei nomi di un libro che, iniziato molti anni fa, compensa in questa fase la mia abulia e aridità creativa. Ma poi, la pigrizia ha avuto la meglio e mi son rimesso sotto il lenzuolo, immergendomi delle consuete fantasticherie. Ma ecco il primo segnale d’allarme: una luce accecante è penetrata nella camera da “malchiuse imposte” (avrebbe detto Montale)  e subito appresso il rumore del tuono, una vera e propria cannonata! al quale ha fatto seguito un tambureggiare assordante, il tremare dei vetri e lo scroscio di tre elementi, quasi dimenticati: il fulmine, la grandine e la pioggia! Mi sono alzato di nuovo per chiudere bene le finestre, calare le serrande, aprire la porta dello stanzino dove dorme la gatta, agitatissima e impaurita, staccare le televisioni e il computer…ho dato anche un’occhiata all’orologio a pile che è in cucina e con sorpresa ho notato che erano le 5 e mezzo del mattino! L’orologio digitale di camera era stato rimesso male, spostato in avanti di 12 ore esatte! Con queste due ore guadagnate, tra l’infuriare del temporale, mi sono finalmente riaddormentato. Intermezzo d’autunno al declinar dell’estate. Fa presto da noi a venir freddo, dato che il paese, a mezza costa di un monte boscoso, è ubicato tra i 500 ed i 650 metri sul livello del mare. La mia casa è proprio a 600 metri di quota e aperta a nord ed est, cioè ai venti più freddi. Adesso il tempo è variabile, la temperatura interna è di 20 °C e quella esterna di 17°C. Ogni giorno piove un po’, ma ci vorranno mesi di pioggia per ripristinare il livello delle falde acquifere, dalle quali attingiamo il prezioso liquido per uso potabile e ridar vita al corso del torrente Pavone. Quest’anno avremo un magro raccolto di castagne, mentre per la raccolta dei funghi c’è ancora speranza. Questo fresco mi fa bene. Mi godo la casa, il cibo, la lettura ed anche il lavoro. Oggi, ad esempio, ho praticamente messo la parola fine alla bozza della seconda edizione dei proverbi licenziosi, che è passata dai 1200 ai 1800 proverbi! La vorrei chiamare “TIRA PIU’ UN PELO DI TOPA,
CHE CENTO PAIA DI BOVI…Proverbi licenziosi ed altri motti spiritosi della cultura orale nelle Colline Metallifere e in Maremma, tra i fiumi Magra e Fiora, in Toscana, con l’aggiunta di alcune espressioni proverbiali, latine, italiane e straniere”. C’è più poesia in questi proverbi che nelle mie raccolte poetiche di sessant’anni di scrittura! Vi voglio anticipare la premessa:

“Durante la raccolta dei proverbi sulla pastorizia, iniziata più di venti anni fa, della quale ho pubblicato (1999), con l’amica Claudia, un primo libricino, dal titolo “Fiorin di cacio, facciamo finta di chiamare il micio…”, ho appuntato diligentemente tutti i motti, i modi di dire, i proverbi, e modi proverbiali, relativi all’immaginario della sfera dell’eros che via via mi capitavano sotto gli occhi: dall’innamoramento all’amore, al matrimonio, alla voluttà, agli eccessi, al tradimento ed alla fiducia, alla fisicità del corpo umano, alla trivialità dell’invettiva, così come sono stati tramandati, molte volte soltanto oralmente, nel territorio compreso tra i fiumi Magra e Fiora, nelle Colline Metallifere e in Maremma, in Toscana, con l’aggiunta di alcune espressioni proverbiali, latine, italiane e straniere. Vi ho inserito qualche proverbio più leggermente allusivo, qualche indovinello, stornello e filastrocca, tra quelli che mi sono parsi nostrali e originali, lasciando, in tal modo, aperto un ulteriore spazio di ricerca in questo meraviglioso settore della cultura popolare. Successivamente all’uscita della prima stampa privata (marzo 2009, tirata in 350 copie e contenente 1200 proverbi), molte persone mi hanno segnalato proverbi, modi di dire, stornelli, canzoni…da poter aggiungere al testo. Inoltre, man mano che lentamente procedevo nella raccolta, mi sono avvalso, oltre alle fonti orali, di innumerevoli testi di autori antichi e moderni italiani, toscani e locali, fino a quando il materiale raccolto non è diventato così consistente  che ho dovuto ridurlo ai circa 1800 proverbi, per renderlo leggibile, scegliendo tra i modi proverbiali, motti, detti sentenziosi,  aforismi e indovinelli., iscrizioni funerarie, sortilegi e pronostici.
Ritengo tuttavia che la raccolta di questa rinnovata edizione, abbia soltanto aperto una finestra sul grande universo de “li vulgari proverbi”, del quale il lettore potrà facilmente intuire la vastità, in particolare per i proverbi regionali e per una più attenta comparazione tra quelli dei paesi europei di cultura neolatina e germanica ed i nostri, provenienti da un’area assai più limitata, dalla quale siamo usciti raramente per raccogliere soprattutto proverbi e aforismi latini, francesi, inglesi, sardi, lombardi e spagnoli, a tema generico “licenziosità”.
Rinunciando ad ogni commento, tanto m’è sembrato evidente il significato, manifesto o allusivo, ho omesso l’indice delle fonti, scritte e orali, e la bibliografia, quest’ultima davvero imponente. Mi limito pertanto a citare: il biblico Re Salomone, figliolo di David, re d’Israele; il greco Esiodo, il divino Marco Valerio Marziale e i due grandi del ‘500 toscano, Cinthio de li Fabrizi e Antonio Vignali; i deliziosi detti di Bertoldo, toccando il veronese Pescetti, per giungere ai “moderni” Giuseppe Giusti, Antonio Gotti, Gino Capponi, Augusto Alfani, Arrigo Pecchioli ed ai contemporanei, tra i quali “nonna Zoe”, originaria di Belforte, Siena, che ha raccolto circa duemilacinquecento proverbi. A chi volesse effettuare confronti e verifiche, nonché approfondimenti, segnalo: l’interessante opera di G. Pitrè, voce Proverbi, della Bibliografia delle Tradizioni Popolari d’Italia, Torino-Palermo, 1894, vol. V, pp. 177-257 e 464-475, ristampa CDL, Cosenza, 1965, nonché il volume “Dizionario Letterario del Lessico Amoroso: Metafore, Eufemismi, Trivialismi”, Utet, Torino, 2000; i lemmi specifici del Grande Dizionario della Lingua Italiana, Utet, Torino, 1961-2004; i 5000 proverbi e motti latini raccolti da L. De Mauri, Hoepli, 1926 e 1990, ed infine Il Grande Dizionario dei proverbi italiani in Cd-rom di Paola Guazzotti e Maria Federica Oddera, Zanichelli, 2006, che contiene 11.000 proverbi con esclusione di quelli dialettali. Inoltre un ringraziamento speciale lo devo a Wilma Banchi, per la quantità di proverbi, stornelli e aforismi che mi ha trascritto con precisione.
Non rientrava nel mio scopo eseguire un lavoro scientificamente impostato, ma soltanto appagare l’antico desiderio di mettere nero su bianco una parte di quel patrimonio, considerato, non a torto, “la scienza dei poveri”, così volgare, tenero e corposo che ci accompagna nella vita quotidiana, quanto più è nascosto nella cultura ufficiale e scolastica, onde salvaguardarne il bagaglio di sapienza, di ironia, e di saggezza che esso racchiude. Apparirà al lettore moderno, anacronistico e superato il misoginismo maschilista ispiratore della maggior parte dei proverbi da me riportati, frutto di una cultura millenaria non ancora del tutto rinnovatasi, che trasforma la donna in un mero oggetto di piacere e di utilità domestica; una creatura inferiore di cui non fidarsi mai; tuttavia non potevo operarne l’oscuramento; al contrario, la visione in negativo del ruolo femminile consentirà di apprezzarne il progresso sulla strada dell’emancipazione e della parificazione sessuale. Con le parole del “maestro”, l’incantevole Rabelais, mi accomiato dai cari lettori:

Lettori  amici, voi che m’accostate,
liberatevi d’ogni passione,
e, leggendo, non vi scandalizzate:
qui non si trova male né infezione.
E’ pur vero che poca perfezione
apprenderete, se non sia per ridere:
altra cosa non può il mio cuore esprimere
vedendo il lutto che da voi promana:
meglio è di risa che di pianti scrivere,
ché rider soprattutto è cosa umana.

Si, ridere è cosa saggia e salutare, e, come recita un antico proverbio: “Chi ride leva un chiodo alla bara!”, ossia vive più a lungo e meglio di chi non lo faccia. Infine, per correzioni, osservazioni e proposte di ulteriori aggiunte, sarò contento di riceve e mail all’indirizzo: karl38cg@libero.it e in anticipo ringrazio chi lo farà.